Il tema della sicurezza sta ribalzando su tutti i media, dopo che nelle ultime settimane tanti corridori sono finiti a terra rimanendo gravemente feriti. Ci sono state le cadute ad Attraverso le Fiandre e poi ai Paesi Baschi, dove i migliori corridori del WorldTour sono tornati a casa con importanti fratture, polmoni collassati e commozioni cerebrali. Per questo motivo, gli organizzatori della Parigi-Roubaix hanno deciso di inserire una chicane prima dell’ingresso nella Foresta di Arenberg.
Tante sono state le polemiche al riguardo e in particolare Mathieu van der Poel aveva postato un commento sui social in cui chiedeva se quella variazione di percorso fosse uno scherzo. Venerdì l’olandese quella chicane l’ha fatta durante la ricognizione e ieri l’ha affrontata in gara con tutto il gruppo. Dopo questa prova, il campione del mondo è convinto che quella non sia la soluzione migliore, anche se apprezza il fatto che qualcuno si preoccupi della sicurezza dei ciclisti in gara.
«Quando sono arrivato in quel punto durante la ricognizione di venerdì, è stato ancora peggio di quando l’ho visto su Twitter – ha detto van der Poel durante la conferenza stampa -: se arrivi nella chicane con un centinaio di persone, forse solo cinque riusciranno a fare la curva e gli altri resteranno fermi. Questa non è una soluzione buona».
Come accade spesso, il gruppo quando è arrivato alla Foresta di Arenberg non era più compatto e la curva a 180° è stata affrontata insieme solo da un piccolo gruppo forte di una trentina di corridori, che in quel momento era al comando della corsa.
«Fortunatamente quando siamo arrivati alla chicane non c'era l'intero gruppo, ma tra i trenta e i quaranta corridori. La corsa non era stata ancora decisa, ma parecchie cose erano già accadute. Posso solo dire che è positivo il fatto che l’organizzazione cerchi delle soluzioni per noi, ma queste dovrebbero anche essere funzionali».
Intanto anche ieri ci sono state delle cadute e tra i corridori rimasti coinvolti e costretti al ritiro ci sono stati anche Jonathan Milan ed Elia Viviani.
Ai due azzurri è andata bene e non hanno riportato fratture, ma solo contusioni guaribili in pochi giorni, ma è fuori discussione che gli incidenti in corsa stanno aumentando, così come la gravità delle ferite riportate dai ciclisti finiti a terra.