Il grande ciclismo è arrivato in Italia e ad aprire la stagione delle corse nel Belpaese è stata Strade Bianche, la Classica toscana che in pochi anni ha conquistato il cuore di tantissimi appassionati.
Nata nel 2007 come Monte Paschi Eroica, Strade Bianche oggi viene considerata una delle corse più belle del World Tour, tanto da essere spesso accostata alla Parigi-Roubaix e al Giro delle Fiandre.
I corridori amano questa corsa e ogni anno la vittoria viene assegnata a grandi campioni e il pubblico, per assistere a questo spettacolo sportivo, arriva da tutto il mondo.
Ormai è chiaro che tifosi e ciclisti idealmente la considerano la sesta Classica Monumento e molti sperano che un giorno possa essere ufficialmente riconosciuta dall’UCI come la Milano-Sanremo è il Giro di Lombardia.
Ieri a piazza del Campo a Siena c’era Mauro Vegni, direttore del Giro d’Italia e di tutte le corse RCS e tra le domande fatte, è stato chiesto se Strade Bianche verrà proposta come Classica Monumento.
«Strade Bianche è una delle gare più belle del panorama internazionale - ha commentato Mauro Vegni prima della premiazione di Pogacar - Non a caso anche in questa edizione ha vinto un grande campione, conquistando il traguardo in un modo straordinario, staccando tutti e questo la dice lunga su come i ciclisti siano innamorati di questa corsa».
La vittoria è andata a Tadej Pogacar, che ha vinto in solitaria dopo un attacco sferrato a 80 chilometri dal finale. Il campione sloveno aveva già vinto questa gara nel 2022, ma questa volta è stato autore di un vero e proprio capolavoro difficile da ripetere. Pogacar, durante la conferenza stampa, ha detto di amare molto questa corsa per la sua imprevedibilità, ma ha anche sottolineato che non è a lui che bisogna chiedere se Strade Bianche diventerà una Classica Monumento.
«È una corsa particolare e incarna molti sentimenti del ciclismo, come la fatica, il sudore e il sacrificio - ha continuato Vegni - È una gara epica e per questo è stata subito amata dai corridori e dal pubblico e poi bisogna anche ammettere che i paesaggi sono veramente unici».
Strade Bianche piace a tutti e ieri a Siena in tanti hanno proposto di farla diventare la sesta Classica Monumento del World Tour.
Abbiamo quindi chiesto direttamente a Mauro Vegni quanto tempo dovremo aspettare, per vedere Strade Bianche nel gruppo delle Classiche Monumento.«Non ci sono controindicazioni al riguardo, ma è una corsa giovane e ha bisogno ancora di qualche anno per crescere e maturare.
Manca la tradizione che si ottiene solo con gli anni. Se guardiamo alla Parigi-Roubaix o alla Sanremo, subito ci viene in mente la storia del ciclismo. Ecco, Strade Bianche ancora non ha maturato questa tradizione e dobbiamo dare il tempo a questa corsa di costruire la propria storia».Mauro Vegni è chiaro al riguardo e quando Strade Bianche sarà pronta, sicuramente verrà fatta domanda all’Unione Ciclistica Internazionale per inserirla tra le Classiche Monumento.
«Sotto l’aspetto mediatico direi che è già tutto pronto. Tutti i corridori la vogliono far crescere e diventare una Monumento, ma non dobbiamo accelerare i tempi e vedrete che pian piano ci arriveremo».