Felix GALL. 10 e lode. Canta Gall che va in gol! Obiettivo centrato per il 25enne austriaco che fa sua la tappa regina, che fa sua la vetta più ambita. È una vittoria di tappa che vale, di quelle che si ricorderanno, soprattutto si ricorderà e racconterà negli anni a venire, quando il ricordo si farà sogno e lui lo renderà leggenda. Si prende il tetto del Tour l’austriaco, il Col de la Loze, la cima più alta, il “Souvenir Henri Desgrange”, la nostra Cima Coppi. Dopo essersi vinto una tappa al Tour de Suisse, ecco che il ragazzo dell’Agr2 (la Rosti dei fratelli Alborghetti avrà di che festeggiare) si prende la tappa regina di questo Tour, il tappone di Courchevel, quello di Marco Pantani 2000, ma oggi a duemila all’ora è andato questo ragazzo del quale sentiremo ancora parlare: con i fatti.
Simon YATES. 10. Arriva lì, ad una manciata di secondi dall’austriaco, una trentina, ma il gemello della Jayco AlUla fa una corsa di assoluto livello, che lo porta ancora più in alto (fa un salto di tre posizioni), dove il livello è assoluto.
Pello BILBAO. 8. È il Pello di Bilbao – pardon - il bello. Getta il cuore oltre l’ostacolo e lotta come un vero gladiatore, con l’orgoglio tipico dei baschi. Guadagna in classifica una posizione: chapeau!
Jonas VINGEGAARD. 10. È il “re corridore”. Che vi piaccia o no, è lui il migliore. L’ha dimostrato anche nella tappa regina il danese, che non finisce al “re pescatore”, ma è utile per chiudere ogni discorso di classifica. Ora c’è solo da salvare la pelle, da guardarsi alle spalle e difendersi dagli imprevisti. È lui l’uomo più forte: non lo dice Courchevel (piccolo affaticamento o poca voglia di stupire dopo una vittoria che ha fatto scalpore e alimentato interrogativi? Mah...), ma l’ha detto senza tante parole Tadej Pogacar che, chinando il capo a poco più di 15 km dal traguardo, ne ha riconosciuto la superiorità.
David GAUDU. 7. Corsa conservativa, d’intelligenza e sacrificio. Non fa nulla che incateni il cuore, ma intanto lui si aggrappa alla top ten: e chi lo smuove?
Tobias JOHANNESSEN. 7. Il 23enne norvegese della Uno-X è una delle grandi sorprese di questo Tour. Corridore di assoluto livello, che al suo esordio sulle strade di Francia dimostra di tenere il palco e soprattutto in salita.
Chris HARPER. 7. Il 28enne australiano della Jayco AlUla si butta nella fuga di giornata e si da un gran daffare per la causa comune: bravissimo.
Rafal MAJKA. 7. Scorta Adam Yates nella giornata no di Pogacar e lo tiene là davanti: sul podio.
Adam YATES. 6,5. La tappa è di quelle che braserebbe chiunque, il gemello della Uae Emirates un po’ brasato ci arriva.
Jai HINDLEY. 5,5. È un lento lasciarsi andare, anche se non si lascia andare per davvero. Perde ancora due posizioni, ma è pur sempre settimo.
Tadej POGACAR. 10. A quindici chilometri e mezzo dal traguardo gli si spegne la luce. Maglietta aperta a cercare conforto, volto ceruleo, occhi sbarrati e spenti. La fatica, la resa di un campione. Marc Soler lo scorta fin sul traguardo. Per lui sofferente oggi per problemi allo stomaco, Courchevel è davvero un Golgota, di una sofferenza infinita. Infinita come la nostra ammirazione, per un campione ferito, che mai come ora applaudiamo.
Giulio CICCONE. 8. La Pimpa fa suo il col de Saisies, così come sul Cormet de Roselend. Il Cicco anche sul terzo Gpm di giornata, il Notre Dame du Pré, si prende 5 punti. Fa quello che deve fare, anche se forse vorrebbe nel finale vendere cara la pelle, ma alla fine capisce che è meglio lasciar fare: c’è da spendere troppo, meglio aspettare gli sconti.
Alexey LUTSENKO. 35. In discesa parte Ciccone con Alaphilippe e Neilands e sulla seconda asperità di giornata (il Cormet de Roselend) intorno al km 50 di gara si forma il fugone dei 35 così composto: Alexey Lutsenko (Astana), Rui Costa (Intermarché Circus Wanty), Gregor Muhlberger (Movistar), Guillaume Martin (Cofidis), Rigoberto Uran e Magnus Cort Nielsen (EF), Tobias Johannessen e Jonas Gregaard (Uno X), Wilco Kelderman e Tiesj Benoot (Jumbo Visma), Pello Bilbao e Jack Haig (Bahrain Victorious), Julian Alaphilippe e Dries Devenyns (Soudal QuickStep), Clement Champoussin e Simon Guglielmi (Arkea Samsic), Matthew Dinham e Kevin Vermaerke (DSM), Rafal Majka e Marc Soler (UAE), Mattias Skjelmose e Giulio Ciccone (Lidl Trek), Felix Gall, Nans Peters e Ben O'Connor (Ag2r Citroen), Simon Yates, Lawson Craddock e Chris Harper (Jayco AlUla), Krists Neilands, Nick Schultz e Hugo Houle (Israel Premier Tech), David Gaudu, Thibaut Pinot, Stefan Kung e Valentin Madouas (Groupama FDJ).
Ben O’CONNOR. 8. Il corridore 27enne australiano della Ag2r trascina con grandi trenate il gruppo di testa. Una prestazione davvero di altissimo livello, in favore del proprio capitano Felix Gall. In questo Tour, oggi, è la prima volta che lo vediamo davvero in palla.
Neilson POWLESS. 4. Si stacca subito, sul primo colle di giornata. Arriva al limite, la spia segna la riserva: fine delle ambizioni.
Alexis RENARD. 17. Niente Courchevel per il corridore della Cofidis. Nella caduta di ieri nella prima curva della crono, si è fratturato il gomito. Au revoir.
Phil BAUHAUS. 17. Il velocista della Bahrain Victorious non ce la fa ed è costretto al ritiro: non sarà della partita nelle tre tappe per i velocisti che ci restano.
Claudio CHIAPPUCCI. 92. Questa mattina si è partiti da Saint Gervais Mont-Blanc, che per noi italiani significa molto, significa tanto, soprattutto evoca vittorie. Nel 1990 Gianni Bugno vinse sull'Alpe d'Huez e nel 1992 Claudio Chiappucci scrisse una delle pagine più belle del ciclismo arrivando al termine di una cavalcata solitaria straordinaria quanto folle su al Sestriere. Qualcuno, ieri, di quella straordinaria cavalcata se n’è dimenticato. Claudio, sui social, non ha mancato di rimarcarlo con il suo proverbiale piglio. Io mi limito a dargli una mano.