Tadej POGACAR. 10 e lode. Si inchina sul traguardo, ma è il Tour che dovrebbe inchinarsi a lui, a loro, a questi ragazzi che onorano una corsa che va onorata. Tadej getta il cuore oltre l’ostacolo e risponde da par suo al Re Pescatore. È un Tour stellare, di rara bellezza, da tutti i punti di vista, da qualsiasi punto lo si osservi. Altro che un certo ciclismo non si può più fare, un certo ciclismo lo si fa qui. Come del resto lo si sta facendo da quattro anni a questa parte, con corridori di assoluto livello. Decima vittoria di tappa al Tour per lo sloveno, 15° successo stagionale in 29 giorni di corsa: insomma, una su due la vince. Oggi, e per la prima volta, in una tappa montana di quelle vere, Tadej stacca il Re pescatore: questo è un fatto, non opinioni. Una cosa è comunque certa, lo spettacolo è assicurato.
Jonas VINGEGAARD. 9. Perde ma si veste di giallo. Perde, ma la medica. Dopo la giornata stupenda di ieri, oggi la tappa “monstre” gli resta un po’ nelle gambe, ma ci sta. Il Tour è lungo e quei 25” che separano i duellanti sono garanzia di spettacolo.
Tobias JOHANNESSEN. 8. Il 23enne danese della Uno X mette in scena una grandissima prova, di alto contenuto tecnico, che conferma quanto di buono si è detto di lui nelle stagioni di formazione, dove ha vinto un Tour de l’Avenir. È un piccolo talento, e cresce come tale.
Ruben GUERREIRO. 7,5. Il portoghese della Movistar non è più un ragazzino, ma si batte come se lo fosse ancora.
James SHAW. 7. Il 27enne britannico della Ef fa corsa di testa e davanti ci finisce.
Jai HINDLEY. 6. Oggi era la sua prova del nove e la botta non è indolore, si fa sentire. Lascia per strada 2’39”, non pochi, ma in ogni caso finisce sesto, pochi davanti, tantissimi alle sue spalle. Nella generale è pur sempre terzo.
Carlos RODRIGUEZ. 7,5. Il 22enne spagnolo è l’uomo della Ineos Grenadiers. Lotta come un leone, e non fa nulla per andare fuori giri. Va su con il suo passo ed è di quelli buoni.
Simon YATES. 6. Il gemello della Jayco AlUla fa una corsa di resistenza. E resiste.
Adam YATES. 6. Il gemello della Uae Emirates, ex maglia gialla, arriva appena dietro, a qualche secondo, un 9° posto più che onorevole.
Romain BARDET. 6. Non appare brillantissimo, non appare nelle inquadrature di giornata, comunque è sempre lì, in attesa di altri scenari, di altre strade e inquadrature.
Neilson POWLESS. 11. Finisce undicesimo e si riveste con la maglia a pallini rossi. Una giornata tutta all’attacco, per quella maglia che non ha intenzione di lasciare ad altri.
Thomas PIDCOCK. 7. Arriva 12°, dopo aver fatto un grande lavoro.
David GAUDU. 5,5. È venuto qui per fare classifica, e in verità la sta facendo, ma da assoluto regolarista che perde contatto dai migliori sempre.
Sepp KUSS. 8. Lavora per la squadra e poi resta sempre là: 10° nella generale.
Wout VAN AERT. 10 e lode. Andrà anche via, non appena sua moglie lo chiamerà (a giorni dovrebbe dare alla luce il secondogenito), ma per il momento ci delizia con qualcosa di unico, di livello del Tourmalet, la "detour mauvais", la deviazione malvagia. Dicono: "Il Tour che non va sul Tourmalet, è come Parigi senza la Torre Eiffel". Ma anche un Tour senza Van Aert non sarà più la stessa cosa. In attesa che il belga prenda la deviazione per tornarsene a casa, godiamocelo fin che si può. Dimenticavo, domani Wout indosserà il numero rosso, in quanto oggi è stato considerato il più combattivo di giornata. Altro che combattivo: extraterrestre.
Luis MEINTJES. 4. Mai nel vivo della corsa.
Mikel LANDA. 4. In queste prime sei tappe lui e tutta la Bahrain non ci sono. Dopo un Giro da protagonisti, un Tour nemmeno da comparse.
Mattjas SKJELMOSE. 5. È molto giovane e oggi comprende alla perfezione cosa significhi correre un Tour de France.
Giulio CICCONE. 5. La strada non mente: ora dovrà solo pensare ad una tappa e alla maglia a pois.
Mathieu VAN DER POEL. 8. Solo per ricordare la fuga iniziale di oggi. Chi va in fuga e a far che cosa. Con il fuoriclasse olandese c’erano Wout Van Aert (Jumbo Visma), Matteo Trentin (UAE), Michal Kwiatkowski (Ineos Grenadiers), Nikias Arndt (Bahrain Victorious), Krists Neilands (Israel Premier Tech), Christopher Juul-Jensen (Jayco AlUla), Matis Louvel (Arkea Samsic), Neilson Powless e James Shaw (EF), Bryan Coquard e Anthony Perez (Cofidis), Gorka Izagirre e Ruben Guerreiro (Movistar), Julian Alaphilippe e Kasper Asgreen (Soudal Quick Step), Benoit Cosnefroy e Oliver Naesen (Ag2r Citroen), Tobias Johannessen e Jonas Gregaard (Uno X). Vista la competenza dei nostri lettori, ognuno può trarre le proprie conclusioni.
Emmanuel MACRON. 110. Come le edizioni del Tour, come una votazione alla Sorbona. Il Presidente della Repubblica si sceglie la tappa giusta per seguirla dal vivo, da vicino. Vive le Tour!