La Green Project Bardiani Csf Faizanè è una Professional italiana che dichiaratamente non viene al Giro d'Italia tanto per farsi le "fughe pubblicitarie" ma per tentare con astuzia ed entusiasmo il colpaccio, approfittando delle situazioni giuste e selezionando le azioni da intraprendere. Certo, forse i direttori sportivi Reverberi e Donati non si sarebbero aspettati di risultare doppiamente protagonisti come lo sono stati nella quinta tappa del Giro d'Italia da Atripalda a Salerno.
Il primo dei due "eroi odierni" del team emiliano è Samuele Zoccarato. Nelle bagnatissime battute iniziali, ci ha provato il compagno di squadra Martin Marcellusi ad andare in fuga, ma è subito scivolato. Allora il patavino di Camposanpiero ha allungato col guizzo giusto e si è ritrovato nell'azione di giornata insieme a Gandin della Corratec e Champion della Cofidis (Thibaut Pinot ha partecipato solo per cinque chilometri, il tempo di consolidare la maglia azzurra sul primo GPM e rialzarsi). Dopo circa 140 chilometri pioggia in faccia, con tanto di Gran Premio della Montagna conquistato a Oliveto Citra e siparietto con la telecamera ufficiale in cui dice ironicamente "Venite al Sud dicevano, troverete il sole etc etc", Zoccarato ha tentato la mossa che poteva consegnarlo alla storia: ha lasciato che i due compagni d'avventura si giocassero il traguardo volante di Battipaglia e poi è scattato immediatamente a ruota senza che quasi lo vedessero partire. Mentre Gandin e Champion si rassegnavano a essere reinglobati dal gruppo, il prode Samuele scappava via in discesa cullando la sublime utopia: quella di sovvertire il copione tecnico della tappa per velocisti che deve finire col volatone. L'impresa non è riuscita, ma quei 19 chilometri da solo al comando, che hanno portato il contachilometri complessivo della sua fuga a quasi 160, hanno regalato un brivido che purtroppo si è un po' perso nelle cronache a causa del finimondo successivo. E hanno avuto un contorno omerico, perché il ragazzo ha dovuto lottare con un problema al cambio che non gli ha permesso di indurire il 53-14 con cui stava veleggiando contro il fato. Soprattutto una volta che la picchiata è terminata, e con un deciso curvone a destra il percorso è entrato nel suo segmento conclusivo, ovvero un piattone sul lungomare, il plotone gli ha inesorabilmente mangiato il minuto di vantaggio con cui era partito, e ai -6 dal traguardo l'ha ripreso.
Proprio in quegli istanti, quasi Zoccarato fosse spartiacque vivente dei capitoli di questo poema ciclistico irpino-salernitano, i fuochi d'artificio fatti d'acqua piovana hanno animato, da un lato spettacolarizzando e dall'altro rovinando, il finale di frazione. E qui entra in scena il secondo eroe: Filippo Fiorelli. Il palermitano, non a caso figlio di un popolo marino (curiosità, Palermo dal greco antico vuol dire letteralmente tutto porto) schiva abilmente i flutti delle grosse cadute che spaccano la carovana e partecipa alla stranissima volata. O meglio, gli sarebbe piaciuto parteciparvi attivamente, ma la dea bendata non è sua alleata e lo pone di fianco a Mark Cavendish sul lato destro del rettifilo. Contatto tra la ruota inglese e quella di Dainese a 70 metri dall'arrivo e una... palla di cannone finisce sul fianco sinistro di Fiorelli, il quale viene schiacchiato sulla transenna ma, domando la bici sullo scivoloso asfalto, trova la destrezza di restare in piedi - pardon, in sella - e si piazza nei primi dieci. Con un velo di rammarico, un pelo di paura e un po' di sangue che sgorga dalle mani, ma tutto sommato sano e salvo. Che in una giornata pazza come questa è ciò che più conta, e che in cuor suo può anche lasciarlo soddisfatto.
Augurando una tappa meno dolorosa per i corridori domani a Napoli, chiudiamo con un accenno a quanto ci avevano detto questi due uomini Bardiani nella conferenza stampa pre-Giro.
A Samuele Zoccarato avevamo chiesto se si sentisse già pronto a togliere lo zero dalla casella "vittorie da professionista": lui ci aveva risposto con un cauto possibilismo. E oggi ha dato una bella prova di sé.
A Filippo Fiorelli avevamo chiesto se fosse lui da considerare il leader della squadra: lui aveva minimizzato e si era posto sullo stesso livello dei compagni, ma oggi si è mostrato condottiero con l'esempio.