Milioni di appassionati conoscono la sua voce perché racconta dai palchi di tutta Italia le tappe del Giro, le grandi classiche, le corse più importanti. Gli amanti della pista lo conoscono bene perché è una delle grandi anime, oltreché la voce narrante, della Sei Giorni delle Rose di Fiorenzuola. Nel mondo tantissimi conoscono la sua "firma" in queanto da anni è il responsabile dell'ufficio comunicazione dela UEC, la Federazone Europa di Ciclismo.
Ma oggi incontriamo Stefano Bertolotti in una veste diversa: quella di appassionato ciclista. Anzi, per la precisione di... gravellista.
«In realtà non sono un gravellista, semplicemente mi piace pedalare con la gravel. Da quando l'ho scoperta, è stato amore a prima pedalata. L’idea di non dover avere quattro occhi durante le uscite per controllare il traffico, il contatto con la natura, con i suoi colori, i suoi suoni, i suoi abitanti mi hanno conquistato da subito. Tutto questo lentamente, molto lentamente, proprio per godermi ogni singolo secondo. Vabbè, dirà qualcuno, ci hai messo 45 anni per capirlo? Sì, ma è sempre meglio tardi che mai».
Stefano, tu hai deciso di raccontare questo tuo amore per la gravel: hai realizzato un sito - www.slowgravel.com - e lo hai messo a disposizione degli appassionati. Ci vuoi raccontare?
«Cominciamo con il dire che non c'è nulla di agonistico nella mia proposta e la parola slow indicata chiaramente penso lo spieghi benissimo. Io penso che un giro in bicicletta sia una delle cose più belle che si possano fare. Farlo prendendosi il tempo giusto per goderne ogni secondo è ancora più bello. È questa la mia filosofia gravel, il gps lo utilizzo solo per seguire le tracce lasciando perdere medie, dislivelli, watt e sono sicuro che in tanti la pensino come me».
Raccontaci della tua filosofia.
«Ve l'ho detto, non sono un gravellista, mi piace pedalare con la gravel. Non sono un fotografo, mi piace avere qualche ricordo delle mie pedalate. Sono un semplice appassionato di ciclismo che da qualche anno ha scoperto questo nuovo mondo. Non sopportavo più l'idea di pedalare su strade trafficate e di sentirmi un facile bersaglio per automobili e camion».
Cosa proponi con il tuo sito?
«Bella domanda... Nulla di che, voglio solo condividere con chi ha la mia stessa passione qualche percorso ma non solo le tracce, che potete scaricare in ogni post, ma anche curiosità su tutto quello che incontro su quel percorso. Io propongo i percorsi che conosco, che affronyo, che scopro e dico ai lettori di sentirsi liberi di scrivermi e magari di condividere anche i loro percorsi, lo farò molto volentieri. Basta scrivermi a info@slowgravel.com. In sintesi, la mia idea è quella di creare uno spazio in cui chiunque possa condividere le proprie esperienze con lo stesso spirito con cui lo faccio io».
In effetti nel menù del sito propone due grandi aree: “i miei percorsi" e "i vostri percorsi". E il sotto titolo dice " ciclo eno foto e gastro turnismo".
«L'ho scritto anche nel saluto ai naviganti che approdano sul sito: non chiedetemi info su larghezze delle gomme o misure varie perché non ci capisco nulla, se invece voleste chiedermi pareri su un salame o un tipo di formaggio vi darò informazioni dettagliate. Questa è la mia idea di ciclismo, questo è la mia proposta gravel. Una proposta che spero di condividere con tanti amici».