Richard CARAPAZ. 10 e lode. È un cecchino micidiale, un sontuoso opportunista, capace di leggere le corse come pochi e nessuno. Due scatti due: il primo per andare via, il secondo nel finale per scrollarsi di dosso Higuita. Non si agita, non va in ambasce, sa il fatto suo e fa sua la terza tappa di questa Vuelta. Olé!
Thymen ARESMAN. 9. È un grande corridore, non solo per via della sua stazza, per via dei suoi 192 centimetri, ma perché ha talento, tenuta e recupero. Va forte in montagna, va forte contro il tempo. Insomma, ha tutto.
Juan AYUSO. 9. Faremo i conti anche con questo nuovo prodigio del pedale che a soli 19 anni sale sul podio del suo primo Grande Giro della carriera. Era qui per imparare, per provare e testarsi, per alcuni era prematuro, al limite della follia, lui ha risposto a tutti, nell’unico modo che hanno i campioni: con le gambe.
Remco EVENEPOEL. 10 e lode. Che la fiesta cominci, per questo ragazzo e per quelli che con lui hanno costruito questo successo. A 22 anni fa suo il Giro di Spagna, primo belga dopo 44 anni, il settimo della storia a vincere la corsa a tappe spagnola. A soli 22 anni conta già 36 vittorie in carriera, numeri di capogiro, da capogruppo, da capopopolo, per un predestinato del pedale, che si aggiunge a questa schiera di “nati pronti”, di ragazzi rampanti che non temono i confronti e gli scontri. Beata gioventù, beati noi che ce li godiamo. Beati i belgi che hanno lui e non solo. Piange a dirotto dopo il traguardo. Piange lacrime di gioia. Piange lacrime d’oro, il bimbo.
Enric MAS. 7. Il primo scatto a 40 km dal traguardo, per provare la gamba, per provare quella di Remco. Per provare, non si sa bene che cosa. Se vuoi provare a vincere la Vuelta devi tentare il tutto per tutto, non sull’ultima salita, ma su quella precedente. Dà sempre l’impressione di pedalare molto bene, di avere grandi intenzioni, poi tutto resta nelle intenzioni.
Louis MEINTJES. 7. Prova a vincere la tappa e a carpire il 10° posto che però resta a Hindley. Ci prova, e non è poco.
Sergio HIGUITA. 7. Lotta fino alla fine, fin quando si deve arrendere allo strapotere di Carapaz.
Thibaut PINOT. 5. Ha l’occasione per dare senso ad una Vuelta anonima, ma la perde.
Mikel LANDA. 5. Potrebbe fare tante cose, perché il talento c’è e si vede, ma lui ormai gioca solo a nascondersi.
Miguel ANGEL LOPEZ. 5,5. La squadra fa tutto il necessario per metterlo nelle condizioni migliori, ma la sua condizione è questa qui.
Robert STANNARD. 6. Il corridore dell’Alpecin attacca immediatamente. È suo il primo attacco di giornata. Il primo, dopo pochi metri.