Accade alla Vuelta a Burgos che un corridore dia tutto fino al traguardo, esulti per il successo di un compagno e si trovi coperto di insulti sui social. Accade a Edoardo Affini. Ma il mantovano non ci sta e si affida a quegli stessi social dai quali provengono gli attacchi: «Prima che tutti inizino a scrivere cazzate qui, voglio chiarire. Stavo facendo uno sforzo di leadout a tutta. Ho visto un compagno di squadra passarmi a 200 metri dalla fine e ho festeggiato il suo successo, sì. Non avevo davvero idea dell'enorme carneficina dietro di noi. Sono molto dispiaciuto e triste per tutti i corridori coinvolte e spero che nessuno sia gravemente ferito».
E poi un affondo che merita una risposta da chi di dovere: «Cara @UCI_cycling, dopo tutto quello che è già successo, consentire un arrivo con un dosso così alto negli ultimi 800 m provenendo da un tratto ad altissima velocità è una vergogna. Inaccettabile».
Anche Timo Roosen, il vincitore di giornata, ha tenuto a spiegare: «Non c'è nessun motivo per congratularvi con me. Spero che tutti stiano bene dopo il grave incidente e mando auguri di pronta guarigione ai corridori coinvolti. Non avevamo idea di cosa fosse successo dietro di noi e che ci fosse stato un incidente di questa portata. Se lo avessimo saputo, non avremmo mai esultato».
Aspettiamo ora le risposte dell'Uci e la presa di posizione del CPA, risposte che devono essere pubbliche, non mandate via mail al corridore in questione o magari sussurrate al suo orecchio.
Comprendiamo benissimo le difficoltà degli organizzatori, la necessità di accontentare gli enti pubblici che ospitano le tappe, il proliferare di dossi e dissuasori di velocità oltre alle rotonde (e che dire delle transenne, pericolosissime!), ma c'è sempre un'altra soluzione, soprattutto per evitare che i corridori si trovino a dover affrontare in discesa un dosso che deve impedire alle auto di entrare a tutta velocità in centro paese. Comprendiamo tutto, ma non accettiamo che si rischi sulla pelle dei corridori. E, come detto, aspettiamo le risposte. Aspetteremo invano?