Caro Direttore, sai bene come il sottoscritto non sia uomo che rincorre le..."mode". Dal momento che, salvo casi eccezionali (eccezione che peraltro mi pare che confermi sempre meno la regola), il Padreterno ci ha muniti tutti di un fondamentale accessorio qual è il cervello, cerco di farne uso. Possibilmente un buon uso, visto che, altrimenti, sarebbe relegato ad un optional, e neppure di gran valore. Dunque, fatta questa singolare ma doverosa premessa, credo davvero, oltre al fatto che esista e sia ancora in ottima forma, che Babbo Natale sia un appassionato ciclista.
E' indubbiamente alto il rischio che per questa affermazione possa essere sbeffeggiato o, peggio, iscritto a pieno titolo tra i (non rari ) "pazzi" in libertà, ma, come diceva un attore nostrano di qualche annetto fa, Ubaldo Lay, interpretando sulla TV a due canali (e Deo gratias...) il mitico personaggio del Tenente Sheridan, «il rischio è il mio mestiere». Peraltro, com'è mia buona abitudine, ritengo vi siano buone ragioni per sostenerlo: se non c'è Natale senza la Stella Cometa, non c'è Ciclismo senza TuttoBiciWeb, e da questo sito d'eccellenza ho tratto spunti d'innegabile rilevanza per fondare il mio convincimento.
Chi ha qualche capello bianco, oppure - come il sottoscritto - molti, ma proprio tanti capelli in meno, saprà che "la Molteni" è stata per anni l'imbattibile corazzata del Ciclismo Professionistico internazionale. A parte Sua Maestà Eddy Merckx, "il Cannibale" belga definito a pieno titolo "Il Corridore più forte di ogni tempo", giacché Iil più grade rimane il Fausto da Castellania, ben meritano citazione i "nostri" bei Campioni Gianni Motta e Michelino Dancelli. Magari l'ebbrezza della Vigilia, o forse dei troppi calici levati, ha fatto dimenticare anche un certo Marino Basso, velocista di gran rango anche non sempre di buone maniere, che, uomo Molteni anche se di Azzurro vestito, si aggiudicò a Gap una corsetta che regalava una Maglia con i colori dell'Iride. Battendo... chi sappiamo, e chi dovrebbe sapere bene un vero amante del Ciclismo. Quella vittoria, quell'epilogo grandioso, una sorta di arrivo agonizzante ed insieme angosciante, è una pagina di Storia del Ciclismo: non conoscerla significa non sapere di Ciclismo.
Leggere che la Fondazione Molteni, benemerita istituzione di cotanto nome, mantiene intatte le stimmate dei Campioni che ha ciclisticamente vestito, adoperandosi concretamente, e con il dovuto riserbo, per aiutare chi dalla vita ha avuto certamente meno di quanto ha dato, non equivale ad un vero e proprio "regalo" di Natale? E ritengo inconfutabile che, oltre a farsi carico di portare doni, funga spiritualmente da gioiosa controfigura di Colui che rende sacro il Natale proprio... Babbo Natale. Per una indubitabile proprietà transitiva, c'è più di un motivo per sostenerne l'animo ciclistico.
Non di meno vale il - tutto sommato - "lieto fine" della vicenda del corridore Fabio Jakobsen, di un'iniziale gravità pressochè senza pari. Un rettifilo d'arrivo in Polonia che definire dissennato è dir poco, associato ad una volata dalle connotazioni criminali, avevano condotto ad esiti che travalicavano l'agonismo anche esasperato, portandoci diritti sia in ambiti "delittuosi" che, soprattutto, dalle tragiche conseguenze. Jakobsen sta tornando l'atleta che era, con sacrifici e fatica, ma con la risoluta determinazione che fa la differenza tra il Corridore ed il Campione. Non è, anche questo, vieppiù per chi ha la Disciplina del Ciclismo nel cuore, un magnifico "regalo" di Natale ? Allora, siamo alle indubbie conclusioni di prima: Babbo Natale ama il Ciclismo.
Non resta che augurar , davvero, un Buon Natale . Con questi chiari di luna e con l'aria che tira, più che mai sinceramente .
Cordialmente
Fiorenzo Alessi