Oggi a San Juan nel giorno di riposo della corsa argentina Peter Sagan pedalerà con gli appassionati che si sono iscritti alla Sagan Fondo e da mesi aspettano questa super occasione. Il campione slovacco, quando smetterà, ha intenzione di creare un circuito di 12 Gran Fondo all'anno, una al mese, nei 5 Continenti, per accontentare tutti i tifosi che globalmente lo amano e desiderano stargli vicino in sella alla loro bici. Intanto, compatibilmente con gli impegni agonistici, ha raggiunto quota 4: Colombia, Stati Uniti, Panama e appunto Argentina.
Nei giorni scorsi lo abbiamo incontrato (leggerete quanto ci ha raccontato per esteso su tuttoBICI di marzo, ndr) per parlare di ciclismo a 360°. Uno dei punti affrontati, che agli amatori può interessare particolarmente, è il suo rapporto con la tecnologia, che sempre più è usata dai professionisti così come dai comuni ciclisti praticanti che a campioni come lui si ispirano. Lo abbiamo sollecitato raccontadogli la scelta della Vini Zabù KTM di vietare ai propri corridori l'utilizzo del potenziometro in corsa e ci ha risposto che lui non avrebbe alcun problema a farne a meno.
«Io non ho mai usato la fascia cardio in corsa, ho il computerino ma in gara non lo guardo praticamente mai» svela il tre volte campione del mondo. «I dati sono importanti in allenamento e, magari, per essere analizzati dopo la corsa ma non durante. Nelle fasi cruciali non devi guardare quanti watt sprigioni ma pedalare per stare con i primi». Semplice, no?