Sono mille le storie che il Tour de France ha scritto dal 1903 ad oggi. Storie di imprese e di campioni, storie di tracolli e di crisi, di polvere, di cadute, di montagne assassine e di vento, di pietre e di neve. Storie uniche, a volte anche incredibili, se rilette ai giorni nostri.
Ne abbiamo scelte dieci dedicate a corridori che per un sol giorno hanno indossato la maglia gialla. Non sono uomini da record, ma sono accomunati da una storia tutta da scoprire. Oggi si va nella storia con Tom Simpson.
Di lui si ricorda sempre la tragica morte sul Ventoux al Tour del 1967 ma molti dimenticano che Tom Simpson è stato il primo corridore britannico della storia a indossare la maglia gialla al Tour de France. Era il 1962...
Non è un’edizione qualsiasi della Grande Boucle, ma quella della svolta epocale: addio alle nazionali, largo alle formazioni sponsorizzate. Squadre costruite per vincere, corridori pagati per essere protagonisti e quindi animati da una nuova determinazione. Jacques Anquetil, che ha vinto un anno prima, guida la fortissima ACBB-Saint-Raphaël, mentre Raymond Poulidor - che ha vinto Sanremo e campionato nazionale, è il capitano della Mercier. Poco o nulla si parla di Tom Simpson (29esimo al debutto nel 1960, ritirato nel 1961): a guidare la Leroux è infatti André Darrigade, che a Herenthals vince la seconda tappa.
Ai francesi piace, Simpson, anche perché ha scelto Saint-Brieuc e la Bretagna per vivere. L’Equipe di lui scrive: «Uno scriteriato dalla classe enorme, animato dallo spirito del primattore». In ogni caso, quando si arriva sui Pirenei il genietto britannico si fa trovare pronto nella tappa di Saint-Gaudens. Bahamontes attacca sul Tourmalet e sull’Aspin, ma è la sul Peyresourde che si forma il gruppo di 22 corridori che vannoa giocarsi il successo. La tappa va a Robert Cazala mentre Tom Simpson entra nella storia conqustando la maglia gialla.
Solo sette anni prima, la nazionale di Sua Mestà aveva fatto il suo debutto guidata da Brian Robinson, che nel 1958 sarebbe poti diventato il primo figlio d’Albione a vincere una tappa.
Anche in giallo, anche emozionato, Simpson non perde lo humour e la lucidità e spiega ai cronisti: «Se piove a Wimbledon, posso avere la fortuna di un piccolo articolo dedicato a me, altrimenti in patria passo inoservato anche dopo questa impresa. Certo, vorrei tenere questa maglia, ma la crono di Superbagnères mi preoccupa, è un po’ troppo lunga per i miei gusti».
E Tom non sbaglia: un solo giorno perlui in magli agialla, poi il simbolo del primato passa a Jo Planckaert, prima di tornare sulle spalle solide e abituate di Jacques Anquetil. Cinquant’anni più tardi, sarà Bradley Wiggins a scrivere un’altra pagina di storia diventando il primo britannico a vincere il Tour. Nel ricordo di Tom, altro corridore eccentrico, sregolato, indimenticabile.
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