Caro Direttore,
è proprio vero: in materia di ANTIDOPING non c'è cruna d'ago che tenga quando, a tutti costi, vi si vuol far passare... un cammello. L'accostamento evangelico sarà anche improprio, ma rende efficacemente l'idea. Proprio nei giorni scorsi una news del tuo sito titolava "OPERACION PUERTO, CONI-NADO ANALIZZERA' LE SACCHE": notizia che, a mio modesto avviso, avrebbe dovuto suscitare reazioni, non foss’altro perché... ai confini (e pure ben oltre) della realtà.
Tanto si discute e si dibatte di DOPING e di ANTIDOPING, eppure ancor oggi nell'anno del Signore 2018, a fronte di un'eventuale iniziativa come quella che la struttura Antidoping nostrana avrebbe in animo... TUTTO TACE. Siamo proprio certi, Amici del Ciclismo, che la politica... dello struzzo sia il miglior modo per tentare di trovare soluzioni ragionevoli e condivise ad un problema, o piaga che dir si voglia, com'è - in secula seculorum - quello del Doping nello Sport (NON solo nel Ciclismo) ? Non penso proprio, qualora effettivamente s'intendesse dare corso a "nuove analisi" dei campioni ematici contenuti nelle famose "sacche" di Spagna, che sia questo il miglior modo di porsi rispetto a quella che, e lo dico per esperienza professionale ultratrentennale, sarebbe una vera e propria ABERRAZIONE GIURIDICA.
Se non ho letto male, il CONI-NADO sarebbe stato autorizzato ad estrarre "campioni biologici" delle centinaia di "sacche" di liquido ematico ancora in giudiziale sequestro presso l'Autorità Giudiziaria Spagnola. Fatto ciò (e, sul punto, già vi sarebbe abbondante materia tecnico-procedurale per disquisire e dissentire), all'atto pratico... NULLA DI NUOVO sotto il sole potrebbe disvelarsi. Lo prevede espressamente il complesso normativo e regolamentare, Internazionale e Nazionale, di cui anche il CONI-NADO reputo debba tener conto, a meno di non volersi dare atto dell'esistenza di una cosiddetta giustizia parallela, al di fuori ed al di sopra delle regole, certamente definibile come NON GIUSTIZIA. Lo rendono evidente, di fatto, gli esiti dei procedimenti già instaurati e celebrati sia avanti l'A.G. ordinaria che sportiva: statuizioni assolutorie "in giudicato", e disciplinarmente dichiarative, per la gran parte, dell'infondatezza delle incolpazioni mosse .
Da ultimo, definitivamente e risolutamente, lo impone il decorso degli anni che ha comportato, di fatto e soprattutto di diritto, l'estinzione di qualsivoglia ed eventuale condotta contra legem attribuibile agli "atleti". Tutto ciò, fosse pure parziale, non è sufficiente a ritenere non solo ILLEGITTIMO ed altresì teoricamente ILLECITO quanto il CONI-NADO vorrebbe fare (appalesandosi parimenti violazioni della normativa sulla privacy, e disponendo del danaro pubblico forse in modo non del tutto appropriato), ma anche del tutto "praticamente" INUTILE, giacché nessun NUOVO PROCEDIMENTO potrebbe instaurarsi a norma di legge? Ed allora, perché PERSEVERARE in una condotta non sorretta da robuste fondamenta giuridiche, e destinata... al NULLA?
Scusandomi per l'adozione di un termine non proprio educato anche se ormai sdoganato nel comune linguaggio, a pensar male una risposta posso trovarla: per continuare a SPUTTANARE il CICLISMO, secondo la vulgata comune il più DOPATO degli Sport. A questo gioco al massacro io non ci sto: l'auspicio è che gli Enti e le Associazioni rappresentative dei Ciclisti Professionisti, quando non anche degli atleti di ogni altra disciplina sportiva, pur permanendo nella consolidata volontà collaborativa in funzione della cosiddetta lotta al doping, siano determinati e risoluti nell'atto in cui questa condivisibile "lotta" dovesse esclusivamente valere e contribuire a gettare ulteriormente ed immotivatamente, oltre che illegittimamente, DISCREDITO su di un'intera categoria di Professionisti.
E' tempo di finirla con questa perenne CULTURA DEL SOSPETTO nei confronti di chi esercita la Professione del Ciclista! Lavoratori che, come ogni altra persona che esercita il proprio mestiere con sacrificio e secondo le regole, meritano garanzie, adeguate tutele e RISPETTO.
Questo penso, e questo dico. Cordialmente