“L’AZZURRO VA OLTRE IL DESTINO” è il titolo della toccante pubblicazione, autore Gian Marco Mutton, che ripercorre la – purtroppo, breve, brevissima – vita di Chiara Pierobon, la giovane promessa del ciclismo veneto e azzurro, scomparsa improvvisamente, a soli ventidue anni, il 1° agosto 2015, a Ingolstadt, cittadina tedesca della Baviera. Era in viaggio con le compagne di squadra del G.S. Top Girls-Fassa Bortolo per correre a Bochum una prova di coppa del mondo. Era in sostanza la prova di rifinitura in vista dei campionati europei, dove avrebbe indossato la sua prima, agognata, maglia azzurra nella prova su strada a Tartu, in Estonia, in programma il giorno 8 di agosto.
Fra le altre la testimonianza del C.T. Edoardo Salvoldi, in apertura, interpreta e rende lo sgomento e l’incredulità che hanno pervaso tutti alla triste, incredibile, notizia. E per la povera Chiara che sognava di portare la maglia azzurra in corsa (era stata riserva l’anno prima ai mondiali spagnoli di Ponferrada), è stata invece la data del suo funerale, vestita della maglia azzurra.
Era nata, per ragioni di localizzazione d’ospedale, a Mirano il 21 gennaio 1993 ma ha sempre risieduto a Santa Maria di Sala, precisamente nella frazione di Caselle, il vicino centro ricco di costante passione per le due ruote. La cittadina, in provincia di Venezia, al confine con quella di Padova, ricorda, fra altri, nomi noti del panorama ciclistico italiano come Antonio “Toni” Bevilacqua, i fratelli Alfredo e Arturo Sabbadin, Mario Vallotto e Attilio Benfatto, sovente ricordati con varie iniziative che hanno quale propulsore la passione del concittadino Bruno Carraro e di altri amici della zona, oltre alle istituzioni locali, sempre vicini al ciclismo. Santa Maria di Sala gode, infatti, dell’attribuzione di “città del ciclismo”.
E’ stata precoce l’inclinazione verso la pratica ciclistica di Chiara che già all’età di sette anni era in sella a gareggiare con i pari età rivelando buoni mezzi valorizzati dalla grande passione e dedizione. Doti che nelle categorie giovanili le hanno valso la maglia tricolore esordienti nella prova su strada del 2006 mentre, l’anno successivo, il 2007, conquista due titoli in pista, a conferma della sua versatile attitudine, nella velocità e nella corsa a punti, sempre fra gli esordienti.
La pubblicazione, grazie allo stretto rapporto intrattenuto con la famiglia di Chiara dall’autore, dispiega, nel racconto cronologico, fatti di sport a episodi e momenti della sfera privata che hanno scandito la breve vita della promettente atleta, sia nell’attività sportiva, sia in quella di famiglia.
In primo piano sono i genitori, Gianni e Federica Tasinato, il fratello minore Matteo, i nonni Marisa e Franco, gli zii Francesca Angelo e Daniela e gli amici che l’hanno sempre sostenuta nella sua passione per il ciclismo praticato. Un ruolo importante l’ha interpretato anche il direttore sportivo, amico e ascoltato consigliere in ogni periodo Stefano Franco, rimasto accanto a Chiara Pierobon per sei anni quale tecnico e sempre come amico.
Il libro rimanda l’immagine di una giovane tranquilla, rispettosa dei valori tradizionali, con ottimo profitto negli studi con il tutto rapportato e condiviso con la sua amatissima e fortissima passione per l’attività agonistica – strada e pista -, anche nei periodi meno fortunati, ritrovandosi a proprio agio nelle corse e nell’ambiente del ciclismo, dove condivideva, in grande sintonia con le compagne e gli altri operatori, i valori propri e positivi dell’ambiente.
La parte finale della pubblicazione presenta un corposo e toccante “album fotografico” che illustra e scandisce i tempi di crescita di Chiara, in bicicletta e giù dalle due ruote, sempre sorridente e serena, con immagini messe a disposizione dalla famiglia.
Alla realizzazione del libro hanno dato il loro apporto, oltre all’amministrazione comunale, vari enti pubblici e privati del territorio.
E’ disponibile dalla fine dello scorso novembre e, per ogni altra informazione per possibilità d’acquisto, sono in via di definizione le modalità che, quando saranno comunicate, indicheremo.
Merita d’essere conosciuta la storia di Chiara Pierobon, purtroppo - drammaticamente - troppo breve.
Giuseppe Figini