Estroverso, allegro, con battuta pronta, toscano di Viareggio dove è nato nel 1971, Paolo Fornaciari è sempre stato una presenza di rilievo specifico nel gruppo del ciclismo professionistico che ha frequentato, con assiduità, dal 1992 al 2008. Una carriera trascorsa e vissuta nei panni di uomo-squadra, passistone alto oltre 1,90 che non ha mai avuto paura di prendere il vento in faccia, come si dice in gergo.
Ha iniziato a gareggiare già dall’età di sette anni tra i giovanissimi dell’U.C. Stiava, formazione di una frazione di Massarosa, a due passi da Viareggio e passa quindi, da allievo, al G.S. Versilia. Il processo di crescita nelle categorie giovanili prosegue fra gli juniores del blasonato G.S. Bottegone di Pistoia dove gareggia anche fra i dilettanti. Con questa maglia è primo nel Giro del Casentino, nel classico G.P. Del Rosso di Montecatini Terme e, l’anno successivo, nella Firenze-Empoli e la prova di Castelfidardo, una gara pre-olimpica con la crema del ciclismo dilettantistico e il compianto Daniele Tortoli in ammiraglia a incitarlo - e anche insultarlo affettuosamente - minacciando di picchiarlo se si fosse girato all’indietro sullo strappo finale.
Sono in pratica gli ultimi successi di Paolo Fornaciari che poi, in diciassette anni di carriera, assapora la gioia della vittoria e del primo posto sul podio agli antipodi, in una tappa dell’Herald Sun Tour del 1994, in Australia, in Tasmania precisamente. C’è, poi e sempre, il lavoro pedalato, e tanto, tantissimo, generoso, in favore dei compagni di squadra.
Il passaggio nella massima categoria avviene nel 1992 con la MercatoneUno dove rimane fino al 1996. Poi la squadra si trasforma in Saeco conservando il nucleo costitutivo proveniente dalla MercatoneUno contribuendo alle affermazioni, sia nelle gare a tappe, sia nelle corse in linea, delle “punte” di quel famoso gruppo sportivo. Altro “squadrone” dal 1999 al 2002 quando gareggia con la Mapei dove mette a disposizione dei “big” l’importante contributo della sua esperienza e della sua forza con “menate” delle sue in situazioni di necessità per la squadra, sia in fase di recupero, sia in quella d’attacco.
Nel 2003, dopo lo stop e il ritiro dalle competizioni dello squadrone di patron Giorgio Squinzi, ritorna alla Saeco che, con la stagione 2005, confluisce nella Lampre.
E il “Forna” resta nella squadra di patron Galbusera e di Giuseppe Saronni rivestendo, alla sua maniera allegra e disincantata, il ruolo di padre nobile a pedali che consiglia i più giovani colleghi.
E’ uno degli esperti del gruppo, fra i più ascoltati, e non solo del gruppo e pure del “gruppetto” o del “pullman” che dir si voglia che nei tapponi dal profilo altimetrico segmentato e severo, in fondo alla corsa, gestisce la permanenza nei limiti previsti della regolamentazione del tempo massimo per “salvare la gambe e la pelle”.
Non manca mai comunque il suo apporto in prima fila quando pilota il treno per favorire lo sprint del velocista di turno oppure quando deve tenere al coperto, nelle fasi centrali di corsa, il capitano designato.
Il corridore viareggino, figlio di fornai ai quali, nei momenti disponibili ha sempre dato una mano, giunto al termine della carriera ciclistica, opera una svolta decisa nella sua vita e lascia l’ambiente del ciclismo per intraprendere una nuova carriera e indossare un’altra divisa, tutta bianca, quella del gelataio.
La gelateria di Fornaciari, denominata “Ultimo Kilometro”, è a Buggiano, in provincia di Pistoia, località dove è nato il famoso calciatore Benito Lorenzi, il noto “veleno” nerazzurro dell’Inter. Si trova lungo la strada che unisce Pescia e Montecatini Terme, frequentatissima da ciclisti d’ogni tipo e propensione in una zona di sempre caldissima passione per le due ruote che non mancano mai di salutare il “Forna” alla voce e, se del caso, gustare i suoi gelati che riscuotono un alto, altissimo, indice di gradimento.
E già nella sua breve nuova carriera Paolo Fornaciari, gelataio con soddisfazione, ha ottenuto vari podi, riconoscimenti e piazzamenti di prestigio specifico, pure a livello internazionale, per le sue creazioni nell’arte del gelato. Nel suo lavoro lo aiuta pure l’esperienza acquisita nel forno di famiglia a Viareggio e un suo cavallo di battaglia vincente sono i cialdoni (le squisite cialde sono una rinomata specialità della zona) farcite con gelato di vari gusti.
Paolo Fornaciari, sempre in ottima forma fisica, la interpreta quasi come una compensazione per i podi che, soprattutto per il suo innato spirito di servizio, non ha salito fra i professionisti del pedale e, comunque, ricorda sempre i tanti compagni e personaggi che ha incontrato nella sua lunga carriera ciclistica, di piena soddisfazione.
Giuseppe Figini