Un racconto lungo 64 anni. Una galleria del tempo, fatta per riportare agli anni Cinquanta e proiettare verso il futuro come in un cannocchiale prospettico. Cristiano De Rosa sfiora con gli occhi la storia del marchio che ha è la genesi della sua famiglia nello sport. Dal 1956, "e non il 1953, come dice mio papà. Con cui sono pronto a litigare sulle date", spiega col sorriso. L'anno in cui Ugo realizza il primo modello, che conquisterà il mondo del pedale e che ancora oggi, nei cinque continenti, significa stile e successo.
Mentre Cristiano De Rosa parla, le luci nel laboratorio sono accese. È lì che suo figlio Nicholas modella il titanio sulla sagoma di gioielli a forma di bicicletta. Terza generazione di un nome che significa, prima di tutto, classe. Si passa all'alluminio di inizio anni Duemila, "con cui perdemmo il giro all'ultima tappa, con Francesco Casagrande, a beneficio dell'amico Stefano Garzelli...", prosegue De Rosa.
Linea classica ed evoluzione dei materiali sono un bilanciamento di prospettive e che si ritrovano nel passaggio all'acciaio, "il materiale che meglio spiega la cultura geometrica delle nostre biciclette. Che è quello che ci ha consentito di garantire prodotti su misura, in quella che possiamo definire vera e propria linea sartoriale". Ci sono i modelli SK, disegnati con Pininfarina e assoluti protagonisti sul mercato italiano italiano, ma anche giapponese, coreano e cinese.
E poi musica e fumo, effetti speciali che anticipano la nuova Protos. "Una bicicletta che è all'apice della nostra produzione", continua Cristiano. "Come azienda italiana abbiamo grande responsabilità: la cultura della bicicletta che noi portiamo avanti da 60 anni ci chiede un livello alto. Garantito da design e appeal tipicamente italiano. Ma prima di tutto noi abbiamo la cultura della bicicletta". Danilo De Rosa, nello svelare le nuove biciclette, entra nel dettaglio: "Parlare della Protos 2017 significa parlare di un progetto che oltre all'aspetto estetico ha peculiarità importanti: meno muscolari, più leggera e con le stesse performance, ma con valenze più avanzate nella ricerca dei materiali". Concezione areonautica, con fibre migliorate rispetto alla concezione precedente.
Quando si alza il sipario, in casa De Rosa, si svela anche il modello destinato alla Professional Nippo Vini Fantini, presente al gran completo nella factory di Cusano Milanino, vero scrigno dei segreti De Rosa. "Ci sono i nostri colori #OrangeBlue, con l'introduzione del rosso che rappresenta anche a livello cromatico il ponte tra Italia e Giappone", conclude il team manager della Nippo Vini Fantini, Francesco Pelosi. "Il ponte che cerchiamo di costruire, con l'orizzonte puntato su Tokyo 2020. Quando insieme, al termine di un percorso di crescita reciproco, cercheremo di festeggiare grandi traguardi".
Stefano Arosio