Creare un ponte tra Milano e San Francisco, non significa pensare al Golden Gate bridge. Ma creare una sinergia nuova, che abbini al design italiano le possibilità che la Silicon Valley offre a chi vuole esplorare nuove frontiere tecnologiche. Nasce così Volata cycles, la bicicletta hi tech messa a punto da Marco Salvioli e Mattia De Santis, 28 anni e 100 idee in testa.
A partire da quella di un’innovativa concezione di bicicletta, che abbini software e tecnologia di oggi a un hardware, per così dire, che da più di 120 anni resta fatto di un telaio, due ruote, un sellino e un manubrio. “È stato così per l’auto, che da quando è nata è rimasta identica nell’hardware, ossia nella sua parte strutturale. Ma è evoluta in modo incredibile a livello di tecnologie e digitalizzazione. Di software, insomma. Perché non rifarlo su una bicicletta? Ecco, questo è il nostro scopo”, spiega Salvioli, co-founder e ceo di Volata.
“Il futuro è la sostenibilità, la tecnologia deve semplificare la vita”, continua il giovane ingegnere meccanico di San Donato. Che spende 6 mesi in Italia e 6 in California, un po’ come De Santis, stessa laurea e stessa passione per le biciclette. “Io in realtà arrivo dall’automotive, Mattia ha sempre assemblato scocche di biciclette, sin da piccolo. Anche a scatto fisso”.
De Santis, di Paullo, annuisce e racconta la nascita del progetto Volata. “Abbiamo sviluppato il concept della bici nel 2014, abbiamo iniziato a lavorarci a tempo pieno dal marzo del 2015”. Lasciando il proprio lavoro e buttandosi anima e corpo, è il caso di dirlo, il questo sogno visionario. Che dopo notti insonni, l’acquisto di una stampante 3D e il sostegno di un gruppo sempre più grande di coetanei informatici o esperti di marketing, ha creato le basi per il prototipo Alpha. Mesi di lavoro e l’assistenza di un gruppo di legali a San Francisco, per tutelare i brevetti e le intuizioni intellettuali di Volata. A novembre un primo incontro ristretto per sostenitori e designer, con la prospettiva di lanciare il tutto sul mercato statunitense nel 2016. Dal 2017, lo sbarco in Europa. Prezzo base 3299 Dollari americani.
“Il telaio è italiano, l’assemblaggio viene fatto in Italia. Anche la maggior parte dei nostri investitori sono italiani, al contrario di quanto si possa pensare. Negli Stati Uniti è più facile trovare finanziatori, ma a un punto più avanzato. Noi cerchiamo di amalgamare il brand del design italiano con la tecnologia americana, siamo una sorta di multinazionale tascabile. L’obiettivo sarà quello di gestire la rete vendita, fornendo assistenza e garantendo delle piccole esposizioni”.
Passi ponderati, scelte misurate. Ma ambizioni concrete. Perché per il team di Volata, composto da 3 persone impiegate full time e 6 collaboratori, crede che il successo della loro Volata cycles stia in poche parole: “Una bici furba, sicura e bella. È questo che vogliamo”, continua Salvioli. “Un messo di alta gamma, per chi si sposta tutti i giorni sui pedali per andare al lavoro, come nella Baia di San Francisco, o per chi vuole usarla alla domenica. Ci sono funzioni digitali, tracciatori gps e estensioni tecnologiche, dal clacson alle luci. Con un pc integrato nel manubrio, con delle App che monitorano calorie spese, direzioni, indicazioni meteo. Ma che garantiscono anche funzioni media, dalla musica alla condivisione con la community dei Volata bikers, fino al contachilometri. Che permetterà, come avviene per un’auto, di sapere sempre quale sia stata la vita della bicicletta sino a quel momento, nel caso si decidesse di comprarla usata. Saranno presenti antifurto collegato al telefono e altri dispositivi per garantire sicurezza”. Da un punto di vista meccanico poi, “Volata è caratterizzata da trasmissione a cinghia, pulita ed eterna. Scocca in alluminio, cambio Shimano interno al mozzo che non necessita di manutenzioni, oltre che una dinamo silenziosa integrata e senza resistenza”.
Stefano Arosio