Sono passati pochi giorni da quando le immagini e le verifiche del caso
hanno smascherato la belga Femke Van Den Driessche, furbetta colpevole
di aver macchiato l’ultima sua performance con l’utilizzo di una bici
dopata (sarà l’unica prova falsata?).
Ora le bici vengono controllate con nuove tecniche che
permettono verifiche scrupolose e tutto questo viene realizzato per
garantire rapidamente correttezza nel nostro sport. Inutile elencare le
innumerevoli posizioni prese da persone di spicco dell’ambiente
ciclistico, alcuni paragonano questo doping tecnologico a quello ematico, altri invece invocano già la radiazione a vita per chi utilizza le bici truccate…
La
bici motorizzata esiste e molti addetti ai lavori raccontano che sono
già state utilizzate durante le competizioni e lo stesso Cassani,
qualche anno fa, ha giurato che con un mezzo così preparato avrebbe
potuto vincere anche una tappa al Giro d’Italia alla soglia dei 50 anni!
L’ingegnere ungherese Stefano Varjas, ospite a Radio Corsa su Rai Sport,
ha brevemente descritto la modalità con cui vengono alloggiate motore e
batterie all’interno di telaio e ruote, il tutto letteralmente a
scomparsa.
Penso che una bici da corsa motorizzata vada vista realmente per quello che è, ovvero una risorsa. Una risorsa per tutti quelli che vogliono ancora emozionarsi “pancia a terra” ma non hanno più tempo o l’età per allenarsi e vivere con gli amici le stesse emozioni di un tempo.
Nessuno mette in dubbio che utilizzarla nelle competizioni sia un atto illecito e codardo tanto quanto doparsi, anche se barare così, è decisamente più salutare!
Molti organizzatori di viaggi a due ruote vedono positivamente la bici motorizzata perché metterà tutti nelle condizioni di poter viaggiare pedalando e godersi la strada e i panorami più belli del nostro paese.
Perché rinunciare allo Stelvio, al Passo Sella oppure al Pordoi,
giusto per citare alcuni dei passi che rappresentano al meglio la
bellezza del nostro territorio? Le bici elettriche ci sono da anni e
nessuno di noi si è mai scandalizzato quando le ha incrociate anche
lungo le salite dolomitiche.
La bicicletta motorizzata è un veicolo come un altro per realizzare i propri sogni,
una bella opportunità per tornare a pedalare nel tempo libero. Molti
ciclisti soffrono di problemi fisici o godono di uno stato di forma non
eccelso pertanto, non è condannabile l’idea di tornare in sella con un
aiuto, in questo caso più che legittimo.
L’argomento va affrontato con il giusto piglio, guardando alle bici motorizzate per quello che sono realmente, ovvero dei mezzi di trasporto e basta.
Poi, per quanto concerne le competizioni, come accade spesso nella
vita, dovremo scontrarci con chi gioca sporco e utilizza scorciatoie, ma
in questo caso dove sarebbe la novità?
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Giorgio Perugini