Giunge notizia in Italia che il grandissimo Nico Valsesia, uomo dal profilo sportivo immenso, ha portato a termine con successo il record di scalata dell’Aconcagua (Argentina).
Non si tratta di una semplice scalata, bensì di un record mondiale di 7000 metri di massimo dislivello positivo per un totale di 255 Km. In poche parole, mostruoso!
Questa impresa tenta di stabilire un record mondiale in un percorso no stop di massima pendenza al mondo…solo a pensarci mi si piegano le gambe.
Ma Nico, già detentore del record mondiale stabilito nel 2013 sul percorso Genova-Monte Bianco bike + run, ha alzato l’asticella come solo i grandi campioni sanno fare ed ha portato a termine la sua avventura nel migliore dei modi. Nico è partito dal lungomare di Vina del Mar, in Cile, con la sua bici per la prima tappa di 200 km circa fino ai 2900 metri circa di Los Horcones in Argentina.
Un cambio rapido e via di corsa…il resto del racconto lo riporto qui sotto con parte di quanto si può trovare sul blog www.nicovalsesia.com, unica fonte per raccontare al mondo questa magnifica esperienza:
“Il post è in ritardo di qualche giorno, ma in compenso la partenza è stata in anticipo rispetto al programma: sabato 24 gennaio 2015, alle 15.41, Nico ha raggiunto la vetta dell’Aconcagua, a 6963 metri, dopo essere partito 22 ore e 41’ prima dalla spiaggia di Las Ventanas, nei pressi di Vina del Mar, in Cile. Il record “ACONCAGUA 7000” per il massimo dislivello positivo al mondo è una realtà!!
L’emozione, in questo momento, è ancora tanta. Anche perché, tutto considerato, questa è stata probabilmente l’impresa più impegnativa e fuori dall’ordinario tra quelle compiute da Nico, anche più delle sua Race Across America. E pure la più pericolosa, se si sommano i rischi connessi al percorso, allo sforzo, all’altitudine elevatissima e alla grandissima variabilità del meteo in queste zone.
Ecco la nuda cronaca… seguono i racconti dettagliati, appena sarà più facile collegarsi.
La decisione quasi di partire è stata presa in modo quasi improvviso, grazie a una finestra di tempo eccezionalmente favorevole: e così, alle 17 del 23 gennaio, Nico è salito sulla sella della sua bicicletta sul lungomare di Vina del Mar, in Cile, e ha incominciato la sua salita di oltre 200 km fino a Los Horcones (Argentina), a 2900 metri di quota. Un’ascesa serale e notturna lungo strade piene di traffico prima e attraverso ripidi e spettacolari tornanti poi, fino ad arrivare al punto di accesso al Parco Provinciale dell’Aconcagua, all’una di notte. Qui un rapido cambio di abbigliamento, zaino, frontale, e dopo 20 minuti partenza di corsa perso la vetta; primo step, la stazione di Plaza de Mulas, a 4300 metri di quota, raggiunta alle 6.30 del mattino del 24 gennaio.
Altro cambio di abbigliamento, questa volta per l’alta montagna, e primo contatto radio con i componenti del team (Alessandro, Mattia e Dino) che nella giornata precedente avevano provveduto a piazzarsi strategicamente in quota lungo il percorso, montando la tenda a Nido de Condores, a quota 5500, e che alle 5.30 erano partiti alla volta della vetta.
Ma a questo punto, la fatica ha incominciato a farsi sentire davvero duramente: Nico ha rallentato il suo ritmo e ha incominciato a mostrare forti segnali di disidratazione; così, mentre Alessandro e Mattia raggiungevano la vetta alle 10.45, Dino, a quota 6000, assisteva Nico che si era fermato in preda a una forte crisi, quasi in stato confusionale. Idratato e alimentato con qualche gel, la salita riprende faticosamente, fino a incontrare, a 6400 metri di quota, i due che nel frattempo erano discesi dalla cima. E qui la riunione dei “quattro moschettieri” è stato un momento davvero impegnativo: Nico, stravolto dalla stanchezza, si addormentava sui sassi e dava segnali si confusione. Una mezz’ora di sosta in cui è stata forte la tentazione di rinunciare e di ridiscendere prudentemente a valle.
Ma la determinazione di Nico riesce sempre ad avere la meglio: e alla fine, con la scorta del fido Mattia, una scorta di acqua e barrette e una pausa con pisolino di 10 minuti a La Cuevas, a quota 6700, alle 15.41 la vetta è finalmente raggiunta. 7000 metri di dislivello in meno di 23 ore: difficile dare un’unità di misura alla cosa… basti pensare che, non considerati i 200 km e 2900 metri di dislivello percorsi in bici, la sola parte a piedi viene di norma percorsa con trekking di durata variabile dai 10 ai 15 giorni.
Dopo di che, si è trattato anche di scendere… ma questa è un’altra storia, che racconteremo nel prossimo post”.
Immagino che queste siano esperienze in grado di cambiare la vita delle persone, solo chi si è confrontato con simili prove può realmente affermare di essere un duro. Cosa ci sia in fondo all’animo umano per alimentare tali imprese è un mistero, forza e determinazione sono solamente due indizi, il resto è un segreto come quello della pozione che rende Asterix imbattibile. Come sportivo Nico ha indubbiamente un “motore” spaventoso, sovralimentato con ambizioni e motivazioni incredibili e grande onestà. Credo che quest’uomo ricalchi a massimo la figura che ognuno di noi vuole essere sportivamente, corretto, forte e determinato.
Molte case hanno creduto in questo progetto, come Vittoria che ha fornito ruote e pneumatici, Fondriest bici con il marchio Torpado, Sportful l’abbigliamento tecnico, Zerofactory il trattamento catena che fa miracoli e altri ancora che hanno reso possibile questo grande viaggio.
Complimenti Nico, ti meriti tutta la nostra ammirazione, ora è tempo di vincere la Raam!
Giorgio Perugini