Una domanda che mi pongono in molti è “ma va più forte uno stradista o un atleta che fa MTB?”. Chi segue questa rubrica da un po’ di tempo, avrà capito che preferisco di gran lunga i numeri alle parole, i grafici ai discorsi, e quindi cercherò di dare risposta a tale quesito da un punto di vista quantitativo piuttosto che qualitativo.
Per farlo, occorre analizzare il profilo prestativo di un biker di alto livello e metterlo in relazione con quello di stradisti della stessa caratura. Da qualche anno ho la fortuna di lavorare con numerosi atleti praticanti MTB, e negli ultimi 2 anni i miei atleti hanno conquistato tra gli Elite (la massima categoria nella MTB, corrispondente ai professionisti della strada) un titolo italiano nella specialità Marathon (MX) ed entrambi i titoli nella specialità Cross Country (XC). Pertanto ho il privilegio di avere moltissimi dati di biker di altissimo livello a disposizione, sia di laboratorio (test di valutazione funzionale) che raccolti sul campo (gare ed allenamenti), e ciò mi permette di fare un’analisi approfondita nonostante in letteratura scientifica non ci siano moltissimi dati sulla MTB (mentre ce ne sono in abbondanza sulla strada).
Per valutare il profilo prestativo di un atleta nella sua interezza, è opportuno valutarne le capacità sia dal punto di vista aerobico (attitudine agli sforzi di lunga durata, diciamo dai 5 minuti in su) che da quello anaerobico, sia lattacido (sforzi tra i 20 e i 60 secondi circa) che alattacido (al di sotto dei 10 secondi circa). Ogni azione è frutto di un mix di intervento dei 3 diversi metabolismi, e pertanto conoscerne le peculiarità ci permette di comprendere le reali potenzialità di un atleta.
Il Campionato Italiano MTB XC quest’anno si è disputato circa 1 mese e mezzo fa a Gorizia, ed è stato vinto nella categoria Elite da un ragazzo di casa, Luca Braidot. Quale miglior atleta da analizzare, se non il Campione Italiano? A partire dai test di valutazione funzionale a cui periodicamente lo sottopongo, e dai dati ricavati dal misuratore di potenza che utilizza in allenamento ed in qualche gara, si può ricavare con estrema precisione quali siano le potenze massime che Luca è in grado di erogare per mezzo del metabolismo aerobico (CP30’, cioè la massima potenza sostenibile per 30 minuti, correlata con la soglia anaerobica, e CP5’, la massima potenza sostenibile per 5 minuti, correlata con il massimo consumo di ossigeno) e di quello anaerobico lattacido (CP30”, la massima potenza erogabile per 30 secondi) ed alattacido (CP5”, la massima potenza erogabile per 5 secondi). In Figura 1 troviamo i valori di Luca espressi in W/kg inseriti in una griglia di riferimento, in cui sono rappresentati tutti i professionisti. I valori in rosso sono quelli del nostro biker, più sono vicini a 100 più è competitivo relativamente a quell’intervallo di tempo, più sono vicini a 0 e più è scarso in quella caratteristica. Da notare che i valori anaerobici (CP30” e CP5”) si riferiscono a prove effettuate da seduti, non alzandosi sui pedali, quindi i valori sono di circa il 20% più bassi rispetto a quelli realizzabili da in piedi.
Figura 1: i valori di CP (Critical Power) di Luca Braidot inseriti in una griglia di riferimento di cui fanno parte tutti i professionisti, dal più scarso (valori vicini a 0) ai più forti al mondo (valori vicini a 100) in relazione alle potenze (in W/kg) sostenibili per diverse durate (CP30’, CP5’, CP30”, CP5”).
Come si può notare dalla tabella, Luca è un atleta estremamente completo, capace di erogare potenze molto elevate sia per lunghe durate (30’ e 5’) che per brevi durate (30” e 5”).
Se confrontiamo i suoi valori con quelli di uno stradista scalatore “puro” di alto livello (Figura 2), e con quelli di un velocista “puro” (Figura 3), possiamo notare come lo scalatore di alto livello abbia valori aerobici (CP30’ e CP5’) superiori, ma valori anaerobici (CP30” e CP5”) decisamente inferiori, mentre il velocista possiede dei valori aerobici molto più bassi, ma valori anaerobici superiori.
Figura 2: i valori di CP (Critical Power) di uno stradista scalatore di alto livello inseriti in una griglia di riferimento di cui fanno parte tutti i professionisti, dal più scarso (valori vicini a 0) ai più forti al mondo (valori vicini a 100) in relazione alle potenze (in W/kg) sostenibili per diverse durate (CP30’, CP5’, CP30”, CP5”).
Figura 3: i valori di CP (Critical Power) di uno stradista velocista di alto livello inseriti in una griglia di riferimento di cui fanno parte tutti i professionisti, dal più scarso (valori vicini a 0) ai più forti al mondo (valori vicini a 100) in relazione alle potenze (in W/kg) sostenibili per diverse durate (CP30’, CP5’, CP30”, CP5”).
Tornando alla domanda iniziale, cioè se va più forte uno stradista o un biker, la risposta dipende dal tipo di atleta con cui facciamo il confronto. Il biker ha valori di potenza (in W/kg) leggermente inferiori rispetto ad uno scalatore puro dal punto di vista aerobico (sforzi di lunga durata, oltre i 5 minuti), ma decisamente più alti da quello anaerobico (prove di breve durata, fino a 30”), viceversa un velocista puro avrà valori più alti di un biker dal punto di vista anaerobico, ma molto più bassi da quello aerobico.
In conclusione, un biker praticante XC per essere competitivo deve essere un atleta estremamente completo, con un profilo prestativo di alto livello sia dal punto di vista aerobico che anaerobico, oltre, ovviamente, ad avere delle capacità coordinative tali da permettergli di guidare la bici in ogni condizione e su ogni tipo di terreno. È anche per questo che i bikers di alto livello che ad un certo punto della carriera decidono di dedicarsi alla strada, molto spesso lo fanno con ottimi risultati: essendo atleti completi, possono decidere di dedicare maggiore attenzione alla performance aerobica e migliorare da quel punto di vista fino a diventare scalatori di alto livello (vedi Cadel Evans o Ryder Hesjedal), o di dedicarsi maggiormente a migliorare la componente anaerobica fino a diventare atleti con ottime doti di esplosività (vedi Peter Sagan o Luka Mezgec), assecondando le loro caratteristiche individuali per diventare degli stradisti in alcuni casi di altissimo livello.
Claudio Cucinotta
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DOTT. Cucinotta Claudio |
Preparatore atletico, laureato in Scienze Motorie e specializzato in Scienze dello Sport all'Università degli Studi di Udine col massimo dei voti. Ciclista Professionista dal 2006 al 2010. Tecnico della FCI e del CONI. Componente del Centro Studi della FCI. Collaboratore della Nazionale Italiana di Ciclismo, settori Strada, Crono e Pista. |
Specialista in valutazione funzionale, biomeccanica e programmazione dell' allenamento applicate al ciclismo ed agli sport di endurance. |