Nico DENZ. 10 e lode. Ancora lui, ancora un tedesco. In quattro giorni tre corridori teutonici sul grandino più alto del podio e lui ci sale due volte. Tosto il nostro Nico. Tosto e resistente in una giornata gelida e bagnata. Basta guardarli in volto per capire tutto. Non è stata frazione banale, non è stato trasferimento. È stata una delle tappe più combattute, soprattutto da chi ha accettato la sfida. Lui è uno di quelli che l’hanno accesa e l’hanno anche spenta: a suo favore.
Bruno ARMIRAIL. 8. Il 29enne transalpino di Bagnères-de-Bigorre regala a sé stesso e alla Francia la maglia rosa che mancava dal 1999, quando a indossarla fu Laurent Jalabert. Arriva con le gambe in croce e gli occhi fuori dalle orbite, fa un salto di 22 posizioni, ma quanta fatica. Quanta gioia.
Derek GEE. 9. Arriva lì, al colpo di reni, ma non è sufficiente a contrastare la danza di Denz. Il 25enne canadese della Israel ha ben poco di cui rimproverarsi. Fa tutto giusto, fa tutto bene. Fa il terzo secondo posto in questo Giro. È andata così.
Alberto BETTIOL. 9. Sa che è una delle sue ultime occasioni per poter mettere il sigillo in questo Giro e, francamente, lo meriterebbe anche. Soffre della sindrome Pinot: troppo impulsivo e precipitoso, forse si muove troppo presto a 60 km dal traguardo in una giornata che brucia calorie solo a muovere le mani. Poi in volata parte un po’ troppo lungo. Lo ammette anche lui, ma non si può che applaudirlo. Le sconfitte non sono tutte uguali, oggi Alberto a modo suo vince e vincerà!
Laurenz REX. 8. Il 23enne belga della Intermarché è uno di quelli che decidono di prendere vento in faccia e gelo per tutto il giorno. Lotta dura senza paura: oggi davvero tutti da applausi.
Davide BALLERINI. 8. Sta bene e lo si vede. Prova a vincere, ma per ottenere certi risultati è necessario rischiare anche di perdere. Ci prova fino alla fine. Oggi non va, ma andrà.
Toms SKUJINS. 8. Il 31enne della Trek Segafredo è uno degli uomini più in forma del gruppo. Quando c’è da sgasare, lui non bada a spese. Prende a va. Nella lotta si trova a proprio agio.
Marius MAYRHOFER. 5,5. In verità anche lui è da 8, per quello che fa, per come lo fa. Diciamo che per le sue caratteristiche aveva grandi probabilità di successo ma, alla fine, non riesce a tenere le ruote dei migliori. Arriva poco distante, ma in certi momenti quel poco fa la differenza.
Stefano OLDANI. 7. Il 25enne milanese della Alpecin è protagonista dall’inizio alla fine. Meriterebbe un finale leggermente diverso.
Andrea PASQUALON. 6,5. Il 35enne bassanese della Bahrain è uomo di sostanza, e anche oggi non si risparmia.
Mirco MAESTRI. 6,5. Con la sua maglia azzurro cielo arriva a Cassano Magnago sotto un cielo plumbeo. Nella cittadina di Ivan Basso, un piazzamento – l’ennesimo – che fa bene a tutto il gruppo, in attesa del rush finale.
Davide BAIS. 7. Si porta in albergo il Gran Premio della Montagna del Sempione e si riveste di azzurro.
Alberto DAINESE. 10. Non sta bene, soffre di una forte bronchite, nelle sue condizioni l’ideale sarebbe una bella tazza di latte caldo con cognac e un letto dove stare al calduccio, mentre il 25enne padovano della DSM sceglie di stare in gruppo sotto la pioggia gelida tutto il giorno e arriva al traguardo a 21’ dal primo. C’è chi pensa che si possa guarire anche così. Lui di sicuro non pensa al ritiro.