Il puzzle che colloca gli uomini di classifica nei vari Grandi Giri per il 2023 sta prendendo forma, ma c’è ancora un pezzo mancante, vale a dire quello che riguarda Primoz Roglic. L’ultima immagine che abbiamo del corridore della Jumbo-Visma è quella sul traguardo di Tomares alla Vuelta a España, in cui è finito malamente a terra a pochi metri dal traguardo per un contatto in volata con Fred Wright, con il sogno di rimontare Remco Evenepoel e conquistare la quarta maglia rossa consecutiva che svaniva nel nulla.
Da quel 6 settembre l’atleta sloveno non ha più toccato la bicicletta e si è sottoposto ad un intervento chirurgico alla spalla, per mettere a posto definitivamente il problema delle continue lussazioni, che però lo ha costretto ad un riposo forzato di due mesi. «Non riesco ancora a raddrizzare del tutto il braccio, ma per fortuna non sono un nuotatore - ha spiegato Roglic in un'intervista concessa a WielerFlits -. Ma non ce la facevo, non riuscivo quasi a dormire. La spalla mi è uscita 30 o 40 volte ed è piuttosto doloroso. L'intervento chirurgico era obbligatorio. Non ho toccato la bici per 3 mesi ed è un periodo davvero lungo, credo che rientrerò alle corse solo a marzo. Ma magari un approccio diverso dal solito mi porterà a fare una buona stagione».
Proprio per questo il 33enne di Trbovlje non ha intenzione di porsi obiettivi particolari, quantomeno nella prima parte di stagione. La prima cosa da fare è quella di recuperare le migliori sensazioni e solo a quel punto comincerà a mettere nel mirino una corsa o l’altra. In quest’ottica rientra anche il discorso Grandi Giri: in queste settimane si è vociferata la sua presenza al Giro d’Italia, vista la consistente quantità di chilometri a cronometro, ma la verità è che ancora non ha deciso nulla.
«Vorrei rifare il Giro, ma non so se accadrà nel 2023 – continua il capitano della Jumbo-Visma -. Devo riprendermi al 100% da questo infortunio e temo che il Giro arrivi un po' troppo presto. Dipende da come reagirà il corpo nei primi mesi della stagione. Riuscirò ad essere al 100% per il Giro o ha più senso che mi prenda qualche mese in più per preparare al meglio il Tour de France?». Il campione olimpico a cronometro è reduce da una stagione in cui non è riuscito a terminare nessuno dei due Grandi Giri, motivo per cui la voglia di riscattarsi è tanta. «Quest'anno ho vinto Parigi-Nizza e Giro del Delfinato, che sono grandi corse. Quindi posso parlare di una delle mie stagioni peggiori, ma non di una catastrofe».
Roglic sente inoltre di non aver perso la chance di vincere un Tour, anche se le nuove leve avanzano veloci e batterli diventa sempre più difficile. Il tramonto è ancora lontano: «Con il Tour ho un conto in sospeso. Innanzitutto, voglio tornare a vedere Parigi dopo i ritiri delle ultime due edizioni, però voglio anche lottare per la vittoria. Quella del 2023 sarà un'edizione speciale perché partiremo con il n°1 di Jonas Vingegaard e dovremo difendere il titolo. Mi piacerebbe esserci. Se posso competere coi giovani? Sicuramente, perché no? Mi vedo competere ai massimi livelli per almeno altri 4 anni. Corridori come Valverde e Nibali hanno ottenuto risultati in età avanzata, perché non dovrei riuscirci io?».