È passato qualche giorno dallo storico risultato che sabato al Velodromo di Grenchen, in Svizzera, ha portato Filippo Ganna a far registrare il nuovo Record dell’Ora ma l’eco per la grande prestazione del verbanese non si è ancora spenta.
Quel 56,792 è l’evidenza numerica di un obiettivo che l’Azzurro della Ineos Grenadiers ha pensato, voluto, costruito e raggiunto - come tuttobiciweb vi ha raccontato - curando in maniera maniacale ogni minimo dettaglio assieme ad un gruppo di persone di fiducia.
È innegabile che per “volare” verso il nuovo Record dell’Ora Top Ganna abbia anche dovuto affrontare uno sforzo prolungato ed intenso, diverso da una corsa su strada, o a cronometro. Diverso, in termini di durata, anche ad una prova dell’inseguimento a squadre su pista.
Per cercare di capire come è stato gestito questo aspetto, tuttobiciweb ha contattato telefonicamente Piero Baffi, fisioterapista della Ineos Grenadiers, che si prende cura dei muscoli di Filippo, ed era presente a Grenchen nello staff del fuoriclasse piemontese.
«Il giorno della prova, non abbiamo trattato i muscoli in maniera particolare e differente rispetto al solito – racconta Piero – abbiamo lavorato molto di più nel periodo di preparazione e avvicinamento al tentativo di Record dell’Ora: stare in pista per un’ora, pedalando continuamente nella medesima posizione è totalmente diverso a ciò che succede in una corsa su strada dove ci si può muovere e sciogliere i muscoli in caso di bisogno»
Baffi continua: «Abbiamo quindi lavorato intensamente sulla postura per abituare il corpo alla posizione particolare; ci siamo concentrati su esercizi specifici utilizzando un metodo denominato Mézières che aiuta sostanzialmente l’allungamento dei muscoli».
Ganna, nella conferenza stampa prima della prova sul velodromo svizzero aveva sottolineato che sarebbe stata molto importante la respirazione. Piero Baffi ci conferma: «Ci siamo focalizzati molto anche su quell’aspetto. La respirazione diaframmatica, e quindi l’abitudine ad usare correttamente il diaframma, è molto importante soprattutto perché la posizione in bicicletta, come dicevo prima, non era uguale a quella che di solito si tiene su strada».
Insomma, con l’aiuto di Piero Baffi, abbiamo compreso una volta di più che il 56,792 che fa di Filippo Ganna il ciclista più veloce del Mondo, non è solo un numero, ma il risultato del lavoro meticoloso svolto da un gruppo di persone esperte e appassionate. Ennesima dimostrazione che il ciclismo non è per nulla uno sport individuale.