Il progetto messo insieme da Riccardo Oliva, ventiduenne nato e cresciuto nel Parco Agricolo Sud Milano, si potrebbe raccontare con numeri, km nudi e crudi di spostamento in bici, oppure con il dislivello, oppure, giusto per dare l’idea di quanta strada farà, semplicemente citando uno per uno i 14 stati che attraverserà per arrivare alla meta, ovvero Capo Nord.
Ci vorranno circa 4500km e anche un po’ di fortuna come spesso accade in tutte le imprese, ma il messaggio di Riccardo è chiaro, ovvero far capire a tutti che con una bici si può girare il mondo limitando al massimo l’utilizzo di mezzi inquinanti. Tutto in questo viaggio deve essere sostenibile e autentico, come le probabilissime nottate in tenda o scommettendo sulla buona ospitalità di chi riconosce i veri viaggiatori. Riccardo è partito sabato scorso da Milano ma lo ho raggiunto telefonicamente per una chiacchierata e per capire come vanno le cose.
Viaggiare per molti vuol dire semplicemente spostarsi, spostarsi per lavoro, per motivi famigliari, per amore…ma qui la storia è tutta diversa. Tu non vai semplicemente dal punto A al punto B, tu unisci i due punti vivendo il viaggio, in parte subendolo, facendolo tuo. Ti ritrovi?
«Domani sono a Innsbruck, ti dico solo questo! C’è una citazione che riprendo spesso, la meta è il viaggio. Capo Nord è il motivo che mi concede di vivere questa esperienza. Lingue diverse, città diverse, insomma panorami che scorrono e lasciano segni indelebili nel cuore. Viaggio da molto, in compagnia e solo. Ho già fatto un viaggio Palermo Milano in bici, con un vero mulo che pensava circa 50kg, un’esperienza che mi ha davvero messo alla prova! 28 giorni in bici, tutto provante. Ora però lo Spluga, 30 km di passo con grandine e controvento, mi ha parecchio messo in difficoltà. Il viaggio in parte lo subisco, in parte lo traduco in qualcosa che mi fa diventare più forte. Questa del viaggio, ora a 22 anni, è per me la vita reale, quella spietata che ti mette alla prova. I guai meccanici ci sono, inutile nasconderlo, ma sono positivo e cerco di superare tutto. Spero sempre di trovare anche l’acqua, una vera gioia riempire le borracce. Tutto quello che in una vita normale passa inosservato, qui diventa prezioso. Non devo arrivare entro tempi determinati, faccio quello che mi viene, idem per le notti. Mi fermo dove mi trovo bene. Quando arriverò a Capo Nord forse mi sentirò vuoto e inizierò a pensare alla prossima avventura».
Tutto quello che hai organizzato ha un senso: come hai scelto la metà e quale è il significato di questa avventura.
«Dopo aver sudato al caldo con una bici pesante come un motorino durante la Palermo-Milano, ho scelto qualcosa di fresco. MI intrigano i paesi nordici, ho voglia di apprendere da queste persone».
Che bici hai scelto si direbbe normalmente, ma ho la netta sensazione che io tuo viaggio abbia precisi aspetti cardine da sviluppare. Parlaci di tutto questo?
«Prima di partire non avevo bici, mancava una settimana e la mia bici Decathlon da 700€ stava cadendo a pezzi. Fortunatamente ho dei sostenitori e la bici è arrivata, una Cannnondale Topstone perfetta per questo viaggio e modificata per montare portapacchi e altro. Un po’ di borse prestate e altre comprate da me per poi fare un rodaggio di 3km e partire così, a briglia sciolta. Ecco la mia pianificazione…»
Quanti km fai al giorno e che tipo di preparazione hai effettuato per portarti a spasso 25 kg tra bici e bagagli? Hai sostenuto un allenamento?
«Cerco di fare sempre un bel chilometraggio, intorno ai 100 o anche di più. Poi dipende dal percorso. La tappa dello Spluga mi ha letteralmente brasato. Direi che devo mantenere questo ritmo. Per la preparazione non ho fatto nulla di specifico, solo tanti esercizi a corpo libero. Ho un passato da atleta ma ero fermo da un po’. Uscivo un po’ in bici, ma niente di importante. A giugno poi non ho fatto nulla…una corsetta ogni mattina prima di andare a lavoro, sono un idraulico e la giornata finiva in fretta. Dopo il lavoro poi c’era la promozione, vendere le maglietee, andare agli eventi e trovare finanziatori per questo progetto. Sono partito il primo giugno con 40 euro, denaro che mi è restato dopo aver comprato il drone, le magliette e altro. Per farvela breve, ho investito e venduto le magliette, quasi trecento, vendute a pacchetti di finanziamento diversi da 20, 50 e 100€. Per ultimo come ti dicevo poco fa, è arrivata la sorpresa più bella. Adesso, devo pedalare!!!ı
Seguiremo Riccardo e la sua avventura fino alla fine, quindi aspettatevi storie e aggiornamenti interessanti.
instagram: @Riky.olive