Mancano esattamente due settimane alla grande Partenza del Giro e ormai in casa Rcs Sport si stanno già scaldando i motori. Dopo la rinuncia forzata a causa della pandemia, quest’anno si ritorna alla partenza estera: sarà l’Ungheria ad ospitare le prime tre tappe che sembrano poter regalare un inizio veramente scoppiettante. Da parte di Mauro Vegni e di tutta la sua equipe è il risultato di un lavoro lungo mesi tra accordi ed incastri in modo tale che ogni ingranaggio giri nel verso giusto e che nulla sia fuori posto.
«Quando alcuni anni fa ho preso la direzione del Giro la sfida era quella di vedere cosa potesse essere il Giro anche fuori dall’Italia - racconta il direttore del Giro Mauro Vegni, che abbiamo incontrato in occasione della presentazione della tappa Salò-Aprica -: partire all’estero significa trovare un nuovo valore alla corsa rosa, avere la possibilità di esportare tutte le nostre eccellenze e provare a capire come gli stranieri vivono il ciclismo. Con l’Ungheria abbiamo trovato subito un accordo, ma abbiamo dovuto mettere tutto in pausa causa pandemia. In questi anni sono cambiate molte cose, nella stessa Ungheria il ciclismo si è evoluto ed ha avuto ancora più successo tra la popolazione. Nella scorsa edizione Attila Valter è stato il primo ungherese a vestire la rosa ed ha rappresentato un volano enorme per tutti gli appassionati, sono sicuro che nelle prime tappe ci aspetterà una grande festa.»
L’edizione 2022 del Giro si presenta essere piena di insidie, il totale di oltre 51.000 metri di dislivello fa della corsa rosa una sfida per veri guerrieri. La terza settimana è sicuramente la più difficile, ma le prime due non sono assolutamente da sottovalutare. Già la tappa di apertura metterà alla prova molti atleti del gruppo, un arrivo al termine di uno strappo che molto probabilmente taglierà fuori i velocisti puri; dopo alcuni giorni ci sarà l’Etna e già lì si incominceranno a delineare i primi distacchi nella generale.
«E’ un Giro solo in apparenza facile - prosegue il direttore della corsa rosa - per la verità siamo di circa 5000 metri di dislivello in più rispetto alle annate che venivano etichettate come le più esasperate. Ad essere diversa è la distribuzione delle salite in tutto il Giro, una volta erano tutte nella terza settimana, adesso ci sono fin dalla prima tappa. L’Etna è la prima vera salita, sicuramente sarà una tappa interessante perché ci sarà molto studio, molti cercheranno di attendere per capire la propria condizione, ma dall'altra parte ci sarà chi non vuole attaccare per non consumare energie, altri tenteranno di non perdere troppo terreno. Nessuna tappa è veramente semplice, guardiamo l’anno scorso, anche una tappa piatta con arrivo in volata ha messo fuori gioco alcuni pretendenti alla rosa».
Già la prima tappa dell’edizione 2022 si propone essere ricca di insidie, dopo il trittico ungherese ci sono l’Etna ed il Blockhaus, senza dimenticare l’ottava tappa, la Napoli- Napoli. Una corsa rosa che sicuramente non mancherà di regalare emozioni. «Tra le tante tappe c’è da fare attenzione al circuito di Procida, vista la zona molti credono che sia piatta e invece è veramente micidiale. Solitamente si pensa che le salite al sud non ci siano e invece quest’anno ci saranno eccome. Abbiamo distribuito per bene le asperità, da nord a sud non ci sarà mai un attimo di respiro. E’ un’edizione che abbiamo disegnato con passione e fatica, è dura ed e ribadisco che è una corsa fatta per chi il Giro cerca di vincerlo, non per chi viene in Italia con il solo obiettivo di preparare il Tour».
photo Monguzzi