Che fosse un Giro d’Italia particolare lo sapevamo in partenza, questo è chiaro. Attraversare la nostra bella penisola a maggio riserva qualche imprevisto meteorologico, ma passare da sud a nord nel mese di ottobre correndo in bici è roba da veri duri. Ho avuto l’occasione di fare due chiacchiere con Fabio Felline dell’Astana Pro Team, spaziando dagli accessori e l’abbigliamento tecnico fino a questa pazza stagione e al freddo che caratterizza le tappe degli ultimi giorni.
Dai l’idea di uno che sa scegliere i propri strumenti di lavoro e mi è caduto l’occhio su un particolare: cambi spesso occhiali tra una tappa e l’altra...
«Giustissimo, la scoperta degli occhiali Alba Optics è stata per me decisamente importante. Mi trovo benissimo e con questi super occhiali italianissimi posso usufruire di lenti fenomenali e di una montatura che calza sempre a pennello. Si tratta di una giovanissima azienda, ragazzi davvero strepitosi con cui c’è grande feeling. È una bellissima collaborazione, infatti, mi sento pienamente coinvolto nel progetto e credo che la mia esperienza e le mie indicazioni possano davvero far comodo. Hai detto bene, cambio spesso montature perché mi piace giocare con i colori per distinguermi e con Alba Optics ho l’imbarazzo della scelta nell’abbinare il tutto».
È stato un Giro d’Italia inusuale, soprattutto dal punto di vista del clima. L’abbigliamento tecnico vi aiuta? Credi che per le competizioni i capi invernali di oggi offrano molto di più rispetto al recente passato?
«Questo è certo, ma noi corriamo sempre a tutta e gestire il problema del surriscaldamento è sempre il primo fattore. La vera difficoltà è gestire l’equilibrio termico e in corsa spesso non c’è tempo e modo per fare tutto questo. Indubbiamente, alcuni tratti in ombra affrontati con 5-6°C ci hanno messo alle strette, ma questo non ci ha trattenuto dal dare sempre il massimo».
La tecnologia ha fatto passi da giganti, ma in gara se fa freddo lo prendete tutto…
«Ok, non ci sono più le magliette di lana dei tempi di Coppi ed è ovvio, ma sono certo che si possa fare ancora molto per rendere i capi più performanti».
Che Giro d’Italia ti porti a casa? Nonostante le sfortune che hanno coinvolto l'Astana Pro Team, il tuo terzo posto nella sesta tappa è stato molto positivo.
«Probabilmente è stato il mio Giro migliore e punto comunque a terminare la corsa nel migliore dei modi. Quest’anno la stagione finirà tardi e credo che il ritiro di dicembre slitterà, ma avremo tempo e modo di pianificare tutto con calma dopo un mese di pausa».
Una cosa è certa: le vostre batterie ora sono scariche e molto più di quanto accaduto negli anni passati.
«Le batterie sono a priori quelle di un fine Giro, sto bene ma la stanchezza c’è tutta ed è giusto che sia così visto che le corse a tappe ti prosciugano. Questo 2020 è stato lunghissimo, abbiamo cominciato gli allenamenti a fine ottobre, massimo ad inizio novembre, poi siamo partiti e ci siamo dovuti fermare per il lockdown, ma questo è vero fino ad un certo punto. Parlo per me ma penso possa valere per tutti i miei colleghi: ho dovuto continuare ad allenarmi, ho mantenuto il peso e sono sempre stato pronto per una eventuale ripartenza. Poi, le corse sono state concentrate tutte in pochi mesi e, detto con sincerità, sono dispiaciuto che molti appassionati sottovalutino questa cosa. Sono stati 12 mesi di duro lavoro e ci serve una pausa per rigenerarci e trovare nuovi stimoli».
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