Conoscevo molto bene Olympia Boost, oggetto di una review approfondita esattamente l’anno scorso, quindi, visto l’ottimo feedback avuto con la versione caliper mi sono concesso una seconda analisi della nuova versione disc, completata nel montaggio con ruote URSUS TC67 e sella Repente Prime. Sulla bilancia ci sono un po’ di grammi in più rispetto alla versione con freni tradizionali, ma la sostanza regala una sicurezza incredibile. Boost si conferma veloce e compatta, una vera bici aero.
Realizzare una bici moto aerodinamica vuol dire eliminare i fronzoli e puntare dritti all’ottimizzazione del C𝑑. Questo è il processo seguito da Olympia, un lavoro maniacale che arriva fino al portaborraccia, ora chiamato Aero Bottle Cage e completamente integrato nel tubo obliquo. Lo stesso vale per il morsetto Ghost Seat Clamp che serra il tubo sella, integrato e impeccabile nel suo funzionamento. Tutti i profili dei tubi sono stati creati per fendere l’aria e non temere venti trasversali o laterali ( quelli che incidono più spesso durante la marcia ), una piacevole sensazione di aerodinamicità che regala velocità al mezzo, soprattuto se dotato come in questo caso da ruote a profilo molto alto. La forcella, realizzata sempre monoscocca con carbonio Toray ad alto modulo, ha forme poco convenzionali ma reagisce molto bene alle vibrazioni e alla frenata filtrando più di quanto si possa immaginare.
Il telaio è un monoscocca realizzato con carbonio T1000-T800-M40J, una struttura rigida e compatta che tende a coprire perfettamente con le forme della sua parte anteriore tutto il triangolo posteriore. I cablaggi interni alleggeriscono molto le forme, anche se in questo caso lo Sram Force eTap AXS 12 vel ne approfitta solo per i tubi freno. Il triangolo anteriore è molto rigido e sfrutta dimensioni generose per comunicare tutta questa solidità mentre quello posteriore è più contenuto. I foderi bassi sono massicci, cosi come la zona del movimento centrale. Stack e Reach configurano una posizione in sella raccolta e aerodinamica ma mai scomoda. A chiudere il cerchio del discorso integrazione ci pensa la pipa Aeroshape dotata di spaziatori sagomati. Questa è bella solida e trasmette tutta la sicurezza che desiderate anche in volata.
Le geometrie sono ottimizzate per accogliere pneumatici da 28c, probabilmente lo standard migliore per questo tipo di mezzo. Nel test ho trovato ottime corrispondenze con le URSUS TC67, veloci e scorrevoli come poche altre. È proprio nelle lunghe trenate in pianura che Boost trova la sua dimensione, confermandosi una belva da circuito, granitica e muscolosa. Nulla da dire in termini di frenata, infatti, il sistema frenante Sram si conferma ad alti livelli mentre continuo a pensare che in casi come questi, una bella corona da 52 faccia girare tutto molto meglio.
Olympia Boost è una bici aero affascinante, un mezzo basso e compatto che viaggia incollata all’asfalto. Le grafiche, come sempre in casa Olympia, sono equilibrate ed eleganti e si sposano decisamente bene con le forme del telaio senza mai appesantirlo. Molto della guidabilità della Boost sta nella forcella, davvero ottima. Nel complesso Boost si conferma una bici moderna e veloce, un missile da vero specialista.