Il mondo del ciclismo non dimentica i suoi campioni e nemmeno i loro cantori. Borgo Taro non è da meno e ieri sera ha ricordato uno dei più grandi narratori del ciclismo, Bruno Raschi.
In onore della penna della Gazzetta dello Sport che ha raccontato giri e classiche, ieri è stato deposto un mazzo di fiori sulla panchina che Bruno Raschi più amava, quella dalla quale dominava la Val di Taro, vicino alla fontanella della quale proprio Raschi aveva scritto in un articolo sulla Rosea nel 1960. Fontanella che ancor oggi fa sgorgare quell'acqua che, secondo Raschi, fa innamorare di Borgo Taro chi la beve e gli fa venire voglia di tornare...