Gianni Savio nelle ultime settimane è tornato a lanciare l’allarme sulla sopravvivenza dei Team Professional di fronte alla nuova Riforma del ciclismo, l’AIGCP (Associazione dei Gruppi Sportivi) ha assicurato il suo impegno a riguardo, altri team Professional si sono mossi sulla scia del manager italiano, ma intanto le cose in seno all’Uci vanno avanti, la strada è tracciata e tornare indietro sarà molto, molto difficile.
L'Uci ha ufficalizzato che 23 squadre hanno confermato il loro interesse a candidarsi per ricevere una licenza WorldTour per il triennio 2020-2022: accanto alle 18 squadre che già fanno parte della massima divisione ci sono infatti quattro francesi - Arkea-Samsic, Vital Concept, Cofidis e Direct Energie - e la Israel Cycling Academy. Attenzione, non si tratta ancora di candidature ufficiali, qualcuna potrebbe poi perdersi per strada, ma il dato è comunque molto significativo.
23 candidate per una disponibilità di posti che può arrivare fino a 20, come prevede il nuovo regolamento, recentemente modificato. Il regolamento, invero, è piuttosto articolato: gli attuali 18 team WorldTour avranno una licenza assicurata se alla fine della stagione 2019 occuperanno uno dei primi 20 posti nella classifica di rendimento, stilata calcolando i punti conquistati dai 10 migliori corridori di ogni team nelle stagioni 2017, 2018 e 2019.
Seguiteci, perché non è finita: se uno dei cinque team Professional che hanno confermato l’interesse a ricevere la licenza si piazzerà nelle prime 18 posizioni della classifica suddetta, avrà soddisfatto i criteri sportivi e sarà pronto per ricevere la licenza. Se invece le squadre Professional tra le prime 18 saranno 2, allora il WorldTour sarà esteso a 20 squadre nel triennio 2020-2022.
Questo possibile allargamento del WorldTour è previsto solo per il triennio in questione (voi ci credete? noi dubitiamo…) ed è la soluzione escogitata per evitare possibili azioni legali da parte dei team esclusi, che potrebbero contestare la decisione di adottare una regola di calcolo retroattiva applicandola a stagioni nelle quali… non si conosceva la regola, come per primi hanno scritto i colleghi di Cyclingnews. È evidente che, conoscendo i regolamenti, diversi manager avrebbero allestito in modo diverso le loro formazioni, cercando magari un uomo vincente in più o affidandosi a piazzati di successo o ancora scegliendo magari corridori più esperti al posto di giovani da lanciare.
È altrettanto evidente che i punti conquistati in questa stagione assumano una importanza fondamentale ed è per questo che in alcune formazioni comincia a serpeggiare un po’ di nervosismo: Cedric Vasseur, manager della Cofidis, per esempio, ha chiamato a rapporto i suoi allenatori per chiedere loro spiegazioni sulle deludenti prestazioni ottenute dai suoi corridori nelle corse del Nord.
Si tratta solo di un esempio, scelto perché Vasseur lo ha dichiarato a chiare lettere in una intervista concessa a La Voix du Nord, ma sono numerose le squadre che cominciano ad agitarsi in vista del prossimo triennio.
I 23 team che hanno annunciato la loro candidatura sono AG2R La Mondiale, Arkea Samsic, Astana, B&B Hotels Vital Concept, Bahrain Merida, Bora hansgrohe, CCC, Cofidis, Deceuninck QuickStep, Direct Energie, EF Education First, Groupama FDJ, Israel Cycling Academy, Lotto Soudal, Movistar, Mitchelton Scott, Jumbo-Visma, Katusha Alpecin, Team Ineos (fino al 1° maggio Sky), Sunweb, Dimension Data, Trek Segafredo e UAE Team Emirates.
E le formazioni Professional? Sono state informate dall'Uci del cambio di regolamento e del possibile allargamento del WorldTour a 20 squadre, decisione che per molte di loro equivarrebbe ad una condanna all'estinzione. Ad avvertire in maniera più pesante il problema sono le nazioni storiche: Italia, Spagna, Belgio e la Francia, con le formazioni che, oggi candidate, domani non saranno ammesse al WorldTour.