Spesso, presi dalla passione per la bici, dalla voglia di gareggiare, dalla sfida con sé stessi, può capitare di non immaginare nemmeno cosa significhi seguire il «dietro le quinte» di una granfondo. Telefonate, messaggi, richieste via social, lavoro di coordinamento dei volontari dello staff. Alla #Squali questo lavoro (titanico) lo segue Barbara Alessandri, che con pc e telefono ci sa fare, visto che di professione lavora nell’equipe di un albergo cattolichino.
Barbara, consentici questa prima domanda: chi te l’ha fatto fare?
«Invece vi rispondo ringraziando, peraltro per la prima volta, chi mi ha coinvolto nello staff quattro anni fa. Fu Tullio Badioli, attuale presidente onorario del comitato organizzatore, ad affidarmi la segreteria dell’evento. Non sapevo nulla del ciclismo amatoriale, ma adesso posso dire che il granfondismo, sul piano tecnico, non ha più segreti per me. Per questo ringrazio Filippo Magnani e mio marito Ivan Cecchini, che mi hanno fatto da ciceroni in questo mondo bellissimo».
È bello sentire tutto questo entusiasmo nelle tue parole. Come sta andando l’avvicinamento alla quinta edizione, in programma il 10-11-12 maggio?
«In questo periodo lavoriamo con una certa tranquillità. Abbiamo quotidianamente telefonate e messaggi a cui rispondere, ma senza eccessiva frenesia. Quella arriva ad aprile, a meno di un mese dalla granfondo. Lo smartphone diventa incandescente, spesso si comincia la mattina alle 8 e alle 23 c’è ancora qualcosa in sospeso da fare».
Raccontaci un aneddoto.
«Una mattina, era il 2015, mi suona il cellulare e chi trovo dall’altra parte? Fabrizio Ravanelli, il grande Penna bianca che avevo tanto apprezzato come calciatore. Mi trovai spiazzata, ma riuscii comunque a dargli tutte le informazioni. Adesso è uno dei granfondisti più affezionati, partecipa ogni anno e sarà dei nostri anche il prossimo 12 maggio».
Dai che siamo curiosi... continua a raccontare.
«Non posso tralasciare la grande esperienza fatta nel 2018 con la Nibali Edition. Per noi è stato un onore trascorrere un week-end con Vincenzo, sua moglie Rachele, la piccola Emma. La sua disponibilità con tutti ci è rimasta dentro, non ha mancato nemmeno una foto, una stretta di mano, un saluto, un autografo. La sua presenza ha sicuramente contribuito a farci conoscere ed apprezzare ancora di più. Per me è stato importante, inoltre, collaborare con il suo staff: dei grandi professionisti».
La segreteria annoia oppure esalta?
«Direi che, in tanti momenti, mi esalta. Il lavoro non pesa quando lo si affronta con vitalità e spirito di squadra. Noi della #Squali siamo una grande famiglia, ci conosciamo tutti da tempo, abitiamo a pochi passi. Vi dirò di più: a volte preferisco, rispetto alla rapidità di una e-mail o di un whatsapp, una telefonata diretta, per avviare un contatto umano, una conoscenza. È un valore aggiunto non da poco».
Domande classiche?
«Le richieste sono davvero svariate e a volte imprevedibili: dai parcheggi, al servizio navetta, al menu del pasta party, alla griglia di partenza perché tutti vorrebbero partire in pole position, l’orario di ritiro dei pacchi gara, informazioni su bici elettriche ma anche freni a disco. Tutte informazioni che si possono trovare sul nostro sito www.granfondosquali.it, ma per riallacciarci al discorso del contatto umano, in tanti preferiscono sentirlo direttamente dalla mia voce. A me fa piacere e cerco di essere sempre disponibile».
Quante persone lavorano ad un evento del genere?
«Siamo circa quattrocento. Davvero tanti, ognuno col suo ruolo. La maggior parte sono appassionati di ciclismo, ma il bello è che spesso anche l’intera famiglia si ritrova a lavorare per la #Squali. Pensateci: tante famiglie che tutte insieme formano la grande famiglia della #Squali».
Nella vita sei impegnata nel settore alberghiero: quale collaborazione c’è tra la #Squali e le strutture del territorio?
«Abbiamo quaranta bike hotel convenzionati con la granfondo: l’elenco è disponibile sul nostro sito, che aggiorno personalmente ogni settimana. Questi bike hotel sono strutture che sanno alla perfezione come ospitare un ciclista e la sua famiglia. Conoscono orari, abitudini, sanno viziare un gruppo di cicloturisti, curano, per chi vuole, anche l’iscrizione alla gara, facendo risparmiare tempo al granfondista. Del resto, la professionalità degli albergatori della Riviera in questo campo sta facendo scuola in tutta Italia, e rappresenta certamente un valore aggiunto al nostro evento».