Abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Paolo Slongo, Head Coach del Team Bahrain Merida e allenatore storico del grande Vincenzo Nibali. Vi proponiamo parte di questa intervista che potrete trovare anche sul magazine Tuttobici per capire quanto siano complesse le situazioni legate alla pianificazione stagionale di ogni singolo atleta.
Il tecnico veneto e tutti gli atleti del team dall’estate 2017 stagione hanno avuto l’opportunità di utilizzare SuperOp – Training Optimizer, il prodotto italiano che misura il livello di recupero dell’atleta, soprattutto durante l’intensa preparazione invernale. I risultati sono stati importanti, soprattutto se consideriamo la sfavillante vittoria di Vincenzo alla Milano-Sanremo e le 25 vittorie del Team nel 2018. Quello che vi proponiamo qui sotto è un botta e risposta con Slongo, una piacevole condivisione che prende in considerazione la passata la stagione e fissa qualche paletto per la prossima.
Paolo, come valuta i risultati della seconda stagione del TBM rispetto agli obiettivi che vi eravate POSTI?
«Il bilancio complessivo è certamente positivo. Lo scorso anno, il primo per il TBM, avevamo vinto 13 gare, mentre nel 2018 abbiamo quasi raddoppiato il numero di vittorie che sono state ben 25. Tanto i corridori quanto noi membri dello staff siamo molto soddisfatti della stagione appena terminata, anche se l’incidente di Vincenzo ha compromesso gli obiettivi che avevamo per il Tour, la Vuelta, il Campionato del Mondo e il Lombardia. Comunque, la classica delle foglie morte è stato un momento di ripartenza per Vincenzo perché si è reso conto di aver recuperato dall’infortunio e di essere sulla buona strada per tornare ai suoi livelli».
In termini di preparazione atletica e di strategia tutto sembra essere andato per il verso giusto: c'è qualcosa che farete in modo diverso l'anno prossimo?
«Quando arrivano dei corridori nuovi bisogna lavorare con loro e viverci insieme per un anno per capire davvero come reagiscono ai carichi di allenamento e come tengono la forma durante la stagione. Vi faccio un esempio: Matej Mohoric e Domenico Pozzovivo sono stati gli ultimi arrivati nel team e ad inizio stagione, dopo la preparazione in altura sul Teide, avevano entrambi sensazioni buone, motivo per cui sono andati subito a gareggiare ad Abu Dhabi. In corsa ci siamo però resi conto che il loro adattamento al livello del mare non si era ancora completato e che quanto segnalato da SuperOp era reale, differentemente da quanto riportato dalle sensazioni dei ragazzi. Ora so che Matej e Domenico hanno bisogno di qualche giorno in più per metabolizzare i lavori in altura e quest’anno ci organizzeremo di conseguenza».
La sua strategia di preparazione è già molto ottimizzata come confermano i risultati di Vincenzo. In quali particolari ambiti SuperOp ti è stato più di aiuto?
«Per me è stato sicuramente molto utile durante la preparazione invernale. In genere lavoro con cicli di 3 giorni di carico seguiti da 1 giorno di recupero per 2 o 3 settimane. Nella prima fase della preparazione ho modulato i carichi di lavoro in modo da non sollecitare troppo gli atleti. Dunque, ci siamo regolati in modo di evitare i “Rossi” di SuperOp. Al contrario nella seconda fase, SuperOp mi ha aiutato ad aumentare i carichi fino a far lavorare i ragazzi in condizioni di fatica cioè in “Arancione” e “Rosso” anche per due giorni di seguito. Infine, come sapevo, un giorno di scarico era sufficiente per recuperare completamente, opzione regolarmente confermata dai “Verdi” di SuperOp.
C’è stato un momento in cui SuperOp le ha dato un informazione che non si aspettava, permettendole di modificare qualche parametro.
«Certamente l’aver compreso i reali tempi di risposta all’allenamento in altura è un elemento che sfrutteremo a nostro vantaggio il prossimo anno, questo è sicuro. Un’altra valutazione utile è stata quella di riuscire ad affinare ulteriormente l’individualizzazione dei lavori. Le faccio un esempio: con Vincenzo ottengo ottime risposte organiche facendolo lavorare anche per tre giorni di seguito su Arancione e Rosso. Viceversa, con un atleta dalle caratteristiche diverse come Sonny Colbrelli, soprattutto in altura, otteniamo risposte migliori con cicli di carico più brevi di 2 giorni invece che di 3 come per Vincenzo».
Sta per cominciare il vostro terzo anno insieme a SuperOp: come lo valuta?
«Io penso che l’allenatore vincente è quello che commette meno errori. Purtroppo, gli errori sono una componente inevitabile del nostro lavoro di preparazione. Il motivo è semplice, gli atleti sono tanti e dotati di caratteristiche diverse, ma soprattutto, non sono macchine! Devono affrontare una stagione lunghissima con gare in tutto il mondo e noi dobbiamo gestire la complessità e l’imprevedibilità di tantissimi fattori che interagiscono tra loro, rendono quindi l’errore inevitabile. A tal proposito, ho inserito SuperOp nel nostro processo di preparazione come parte di una strategia tesa a ridurre le probabilità di commettere tali errori. Abbiamo iniziato ad usare SuperOp durante la preparazione alla Vuelta 2017 con l’obiettivo di valutarne l’efficacia e capire come potesse effettivamente esserci di aiuto. Una volta verificata la sua utilità nel misurare il recupero degli atleti lo abbiamo adottato per tutto il team, per analizzare le risposte ai carichi e personalizzare gli allenamenti in modo più rapido e preciso. SuperOp mi fornisce un numero che mi aiuta a comprendere la situazione, indirizzandomi verso strade diverse se serve, migliorando l’efficacia della preparazione. Nel 2019 avremo 6-7 ragazzi nuovi nel team e, sulla base delle esperienze fatte, so già che con SuperOp renderemo più breve la curva di apprendimento e saremo più veloci nell’ottimizzare la preparazione anche di atleti con cui lavoriamo per la prima volta. Questo è un grande vantaggio».
Qual è l'atleta del TBM che è più migliorato in questo 2018?
«Mi hanno colpito molto Mohoric e Cobrelli. Conoscevo il talento di Matej, atleta che si era forse un po’ “perso” nelle ultime stagioni. Quest’anno ha fatto una grande stagione ed è tornato ai livelli che gli competono. Sonny mi ha davvero stupito, in particolare al Tour. Durante le tappe si è rigenerato e, pur senza poter contare sullo stesso supporto che altre squadre garantiscono ai propri velocisti, ha lottato e ha sfidato ad armi pari campioni del calibro di Sagan, sfiorando per due volte la vittoria di tappa. Credo che questa esperienza l’abbia aiutato a prendere consapevolezza del suo reale potenziale».
Avete già definito gli obiettivi per la prossima stagione?
«L’obiettivo generale è quello di essere protagonisti in tutte le gare a cui parteciperemo e di continuare a far crescere il numero di vittorie. Nello specifico, parlerò a breve con Vincenzo per decidere su quale o quali dei grandi giri puntare. Stiamo anche lavorando ed investendo per migliorare nelle crono a squadre, quindi, gli arrivi di Rohan Dennis e di Damiano Caruso saranno funzionali a questo obiettivo, oltre ad un eventuale loro ruolo nelle classiche, gare che saranno certamente un obiettivo per Mohoric e Colbrelli».
Grazie Paolo! Buon lavoro e in bocca al lupo per la nuova stagione!
credits Bettiniphoto