Che tipo di ciclista sei? Sei ossessionato dalla velocità o ti piace stare sempre a ruota? Se ti piace prendere il vento in faccia e la tua passione ciclistica vive dai 40km/h in su, allora devi provare la nuova Olympia Boost! In questo modello, ogni singolo particolare strutturale è stato plasmato per ottenere la migliore aerodinamicità possibile. Soluzioni tecniche d’avanguardia e una cura maniacale per i dettagli sono il biglietto da visita di una bici che trasuda velocità da ogni singola fibra di carbonio.
Iniziamo per una volta a parlare dei dettagli, anche perché il telaio è dotato di forme e soluzioni aerodinamiche che parlano davvero chiaro. L’Aero Bottle Cage (il porta borraccia integrato) è l’esempio di come la componentistica possa fondersi nel design del telaio.
Ed è così che questo componente viene perfettamente inserito nel tubo obliquo, facendo in modo che la borraccia, una volta alloggiata, venga completamente protetta sia dal tubo stesso che dalle due ali con cui contiene la borraccia. Come vedete, nulla viene lasciato al caso e la funzionalità dell’oggetto rimane la medesima senza alcun svantaggio per l’utilizzatore.
La chiusura sella Ghost Seat Clamp viene del tutto celata nel telaio, tanto che per alzare o abbassare la sella basterà infilare una chiave brugola in un piccolo foro posto sotto lo snodo formato da tubo orizzontale e tubo piantone.
Il sistema frenante è basato sui freni Direct Mount, un impianto che consente una migliore resa aerodinamica rispetto ai caliper tradizionali e regala frenate da riferimento, inoltre, cosa non da poco, questo schema permette il montaggio di pneumatici da 28mm.
Olympia, partner di Vittoria, ha potuto constatare in diversi test svolti in piena collaborazione con il celebre marchio produttore di pneumatici che le gomme da 28c risultino più scorrevoli e veloci rispetto ad un 25c. In particolare, è proprio un tubolare o un copertoncino da 28mm a riempire perfettamente gli spazi vuoti tra telaio e cerchio, assicurando una resa aerodinamica nettamente più vantaggiosa.
L’anteriore, oltre che da una affilatissima e precisa forcella, è caratterizzato da un attacco manubrio che si integra al mm alle forme del tubo sterzo ( in dotazione ci sono anche distanziali aggiuntivi ). Il sistema si chiama Integrated Stem e minimizza l’impatto dell’aria offrendo soprattuto grande rigidità. Di fatto, in questa zona è proprio il tubo orizzontale a tendere leggermente verso l’alto risalendo idealmente sull’attacco manubrio.
Il telaio è un monoscocca realizzato con carbonio T1000, una struttura disegnata dal vento e raccolta intorno ai suoi profili essenziali. i cablaggi interni consentono il montaggio di tutti i più recenti gruppi, compresi quelli elettronici. Il triangolo anteriore risulta molto rigido e ha dimensioni generose soprattuto nella parte bassa, differentemente, quello posteriore è più contenuto in proporzione ma si dimostra massiccio e fermo se sottoposto a grandi forze.
Il freno posteriore viene posizionato appena dietro il movimento centrale in modo da lasciare liberi i foderi alti mentre il reggisella, anch’esso di produzione Olympia, ha un profilo alare e offre una facilissima regolazione per la sella. Dal punto di vista concettuale, mi sembra che i tubi abbiano forme Kamm, una teoria con cui si traggono i migliori vantaggi aerodinamici riducendo sensibilmente i volumi e il conseguente utilizzo di materiale aggiuntivi.
La Boost che abbiamo avuto in prova è allestita con gruppo completo Shimano Dura Ace 9100, cerchi Vittoria Qurano 60, tubolari Vittoria Corsa Competizione G+, manubrio Ritchey WCS Carbon Stem II e sella Selle Italia SLR. Durante tutto il periodo del test, questa Boost ha affrontato per lo più percorsi pianeggiati, al massimo collinari, con solo tre uscite lunghe caratterizzate da un importante dislivello.
Una cosa è chiara, Boost adora la velocità e non è solo per le sue forme, ma anche per il modo in cui ti accoglie in sella. Stack e Reach definiscono una posizione in sella raccolta e aerodinamica, ma tutto accade senza grandi sacrifici poiché la bici rimane decisamente compatta.
Viaggiare pancia a terra risulta comodo e redditizio, un beneficio per chi desidera stare regolarmente sopra i 40. I tubolari da 28 e i cerchi Qurano da 60 sono un invito alla velocità e alla costanza, una vera marcia in più. Il modo in cui questa sezione da 28c migliora il rotolamento e aumenta il comfort copiando alla perfezione l’asfalto è davvero imbarazzante, una vera supremazia per la combinazione Vittoria ruota/copertura.
Nel suo insieme, Boost è una bici davvero particolare, infatti, non passa certo inosservata e quando è in gruppo ruba l’attenzione degli altri ciclisti. L’aerodinamica è estrema, lo si vede nelle scelte fatte anche per la componentistica. La salita non è certo il suo forte ma in questo caso penso che siano proprio i cerchi così alti a remare contro, basterebbe avere in casa un profilo da 35/40mm per fare regolarmente un buon dislivello.
In compenso, basta viaggiare in gruppo o sfidare la pianura per apprezzare a fondo le sue grandi doti di velocista. L’attacco manubrio e il portaborraccia integrato diventano in breve due tratti distintivi del mezzo, due elementi che stupiscono e convincono.
Personalmente adoro sentire il manubrio stabile e rigido, soprattutto quando pedalo furi sella e qui le flessioni sono davvero poche. Un solo rammarico, qui come su altri casi di bici aero, avrei preferito la combinazione di corone 52/36, probabilmente più adatta ad una bici con queste caratteristiche.
Nel complesso si tratta comunque di una bici rigida che trova ruoli da protagonista nelle nervose e veloci gare in circuito e perché no, anche nei triathlon, ad eccezione delle prove corse con bici da cronometro.
La grafica e la verniciatura seguono il design di Boost sottolineandone le forme, un lavoro di gusto che valorizza al 100% l’intero progetto. Qualità, soluzioni tecniche e componenti di primo livello vanno così a configurare una bici unica pronta a sfidare con voi qualsiasi record.
★★★★★ design
★★★★★ finiture
★★★★★ tecnologia
★★★★★ pianura
★★★★☆ leggerezza
★★★★★ montagna
★★★★★ comodità
★★★★☆ versatilità
★★★★★ aerodinamica
Nel test abbiamo utilizzato:
-Completo Pedaled ( Nagoya Aero Jersey-Bibshort Nagoya Aero )
-Guanti Pedaled Lightweight Gloves
-Scarpe Fi:zi’k Infinito R1 Knit
-Casco KASK Protone
-Occhiali KOO Open
-Garmin 1030
-Pedali Kéo Blade Carbon