L'Assessore regionale alla sicurezza Riccardo De Corato ha evidenziato come gli incidenti stradali siano una problematica di grande attualità: «Il piano nazionale ha l'obiettivo di ridurre del 60% la mortalità sulle strade d'Italia entro il 2020, per Regione Lombardia ciò concretamente equivarrebbe a 17 morti l’anno invece degli oltre 42 degli ultimi anni. Tra il 2014 e il 2016 il costo sociale dei sinistri che coinvolgono persone ha raggiunto quasi 9 miliardi di euro. Gli incidenti maggiori si verificano per il mancato rispetto di stop e precedenze, per chi pedala risultano pericolosi soprattutto rettilinei e rotatorie. Nel 2016 il 60% dei decessi ha coinvolto uomini di oltre 65 anni, il periodo in cui si sono verificate più tragedie legate alle due ruote è da maggio a settembre, neri sono soprattutto i giorni feriali e le ore centrali della giornata».
Il Presidente ACI di Varese e presidente dell’autodromo di Monza Giuseppe Redaelli gli ha fatto eco: «Si tratta di una problematica che non può essere sottovalutata nè rimandata. In provincia di Varese siamo già attivi con una campagna in collaborazione con la FIAB e abbiamo iniziato un'attività per limitare gli incidenti che coinvolgono i pedoni, raddoppiando la luminosità in corrispondenza delle strisce pedonali. A nostro avviso dobbiamo responsabilizzare l'utente debole visto che spesso negli incidenti c’è una corresponsabilità. Il nostro slogan “in strada non distarti” è un concetto che vale per tutti».
Ivan Basso, ideatore del decalogo per i ciclisti e ora di quello che si rivolge agli automobilisti, tira le somme del'iniziativa e ne tratteggia il futuro: «Siamo molto soddisfatti per il successo degli eventi organizzati nello scorso anno che hanno coinvolto dai bambini delle scuole ai ciclisti della domenica. Si tratta di regole molto semplici, ma che in tanti scordano. Un cartello può risvegliare l’attenzione. A Gallarate la situazione è nettamente migliorata, nel 2017 non abbiamo registrato gravi incidenti, ma i dati in generale restano allarmanti. Non dobbiamo abbassare la guardia».
Ivan Capelli, ex campione di Formula 1, oggi presidente di ACI Milano ha portato la sua esperienza e aggiunto un consiglio al dibattito: «Io sono al tempo stesso un automobilista, un motociclista e un ciclista quindi ho rispetto e attenzione per tutti, conoscendo l’altro si ha maggiore consapevolezza dei rischi che corriamo tutti quanti, indipendentemente dal mezzo che utilizziamo. Altri paesi in Europa sono più avanti di noi in questa battaglia di civiltà, dobbiamo prendere esempio da loro. Alla lista di consigli per gli automobilisti permettetemi di aggiungerne un altro: quando apriamo la portiera facciamolo usando la mano destra così che siamo obbligati a guardare se arriva qualcuno da dietro».
Il presidente del CPA, sindacato internazionale dei corridori, Gianni Bugno ha ribadito che in bici non ci va più, proprio per una questione di sicurezza: «Non mi fido, c’è poco rispetto reciproco. Questo progetto nato a Gallarate spero abbia proseliti in tutta Italia. Tornerò in sella quando mi sentirò sicuro e quando la bici tornerà a essere un mezzo di locomozione rispettato e con i servizi correlati che merita, sono contrario alle piste ciclabili per come vengono fatte nel nostro paese sprecando denaro pubblico e alla maleducazione. Come è aumentata la consapevolezza nei confronti dei pedoni, spero che a furia di parlarne in futuro ci sarà più rispetto anche per le due ruote».
Non hanno mancato l'appuntamento anche Fabio Perego, presidente vicario del Comitato Regionale FCI Lombardia, che ha ricordato come la Federazione Ciclistica Italiana sia vicina a iniziative di questo tipo e l'avvocato Patrick Rabaini, promotore del disegno di legge "salvaciclisti", che per una vita sicura ha ricordato alla platea quanto sia fondamentale che tutti rispettino le regole in strada.