Ivan Sosa arriva tutto solo sul Passo Giau diventa il nuovo leader della Adriatica Ionica Race 2018. Il talento colombiano della Androni Giocattoli Sidermec conferma i pronostici e tutto ciò che di buono si aspetta da un ragazzo di appena vent’anni e mezzo.
Le sue impressioni a caldo dopo il traguardo, a fondo pagina l’intervista da ascoltare.
Una grande emozione questa vittoria pesante
«La prima volta che vinco tra i professionisti in Italia, ringrazio la squadra, i miei compagni hanno fatto un lavoro eccezionale e mi hanno aiutato molto. Sull’ultima salita mi sono sentito bene e ho vinto questa tappa su una salita mitica».
Come è andato il finale?
«In un primo momento Ciccone è scattato diverse volte ma ho aspettato. Poi, quando mi sono sentito meglio ho pensato di provare l’attacco e sono riuscito ad andare via».
Conquistata la maglia, il lavoro non è ancora finito
«Sì, ci sono due tappe molto difficili, soprattutto quella di domani che è molto lunga, ma proveremo a difendere la maglia fino alla fine»
La Androni Giocattoli Sidermec è la squadra ideale per crescere?
«Sì è una buona squadra per me, perché mi lasciano tranquillo di correre senza troppe pressioni».
Raccontaci di te, da dove vieni e quando hai iniziato a correre
«Sono nato a Pasca in Colombia, ho iniziato a correre a 10 anni con i miei cugini, grazie a mio zio che mi ha spinto a provarci e lo ringrazio tanto per questo. Ho un cugino che corre professionista nella Manzana Postobon e che si chiama Jhojan Garcia».
Qual è il corridore colombiano che ti piace di più?
«Mi piace molto Uran. Ma in questo momento il più forte di tutti è Egan Bernal, siamo grandi amici».
Le prossime corse?
«Il Sibiu in Romania. Parto per vincere? Certo, come per tutte le gare si parte sempre per vincere!».
Dove pensi di poter migliorare ancora?
«Devo migliorare tanto a cronometro, vado ancora un po’ piano. Non serve niente essere uno scalatore forte se poi a cronometro perdi tre minuti».
Quali sono le corse dei tuoi sogni?
«Sicuramente i grandi giri, come il Giro d’Italia e il Tour de France».
Dal Passo Giau, Diego Barbera