Elia Viviani si presenta all’Adriatica Ionica Race 2018 con il ricordo ancora fresco di uno strepitoso Giro d’Italia concluso con quattro vittorie e la maglia ciclamino. Dopo qualche giorno di scarico, l’alfiere della Quick-Step Floors è pronto a dare il tutto nella neonata corsa e al successivo campionato italiano.
Abbiamo chiacchierato brevemente con l’olimpionico del’Omnium a Rio 2016 per scoprire le sue sensazioni e obiettivi prima del debutto dell’AIR 2018.
Come è andato questo periodo post-Giro, arrivi da un secondo posto al Dwars door het Hageland - Aarschot
«Dopo il Giro c’è sempre il punto di domanda: ho finito le energie o ne ho ancora qualcuna da spendere? Arrivo di sicuro da una buona settimana, ho toccato la bici poco, giusto qualche giretto per godermi il pedalare e poi mi sono messo sotto con gli allenamenti per affrontare questi 20 giorni al meglio. Ne valeva la pena venire a questa bella corsa vicino a casa e con varie opportunità per i velocisti. E anche per il Campionato Italiano, sono andato a visionare il percorso ed è stato indurito, non so se sarà un obiettivo o meno, ma per il momento provo a portare a casa più risultati possibili in questi cinque giorni. Già da domani ci sarà la crono squadre e siamo qui per vincerla, speriamo di partire bene e poi dedicarci alle volate».
Dopo la ciclamino punterai alla maglia rossa dei punti in questa corsa?
«Di sicuro in tutte le brevi corse a tappe un velocista pensa alla maglia a punti, soprattutto con tre occasioni di volata su cinque come qui. Iniziamo a vincere una tappa e poi pensiamo alla maglia, ma il primo obiettivo è quello di una frazione».
Tra la seconda e la quarta tappa quale reputi più difficile per te?
«Credo la seconda, perché la quarta è vero che ha la partenza in salita ma poi è piuttosto lunga, con 230 km e c’è tempo per rientrare. C'è anche da dire che nel ciclismo dopo i duecento chilometri le energie non sono molte e pochi corridori possono rimanere competitivi su queste distanze. Anche la tappa di domenica, però, non è da sottovalutare, perché il circuito di Trieste me lo ricordo dal Giro del 2014 e non è affatto scontato».
Possono inoltre arrivare punti importanti per il ranking mondiale
«Sì, esattamente. È una classifica che stiamo controllando gara dopo gara per monitorare dove siamo ed è bello essere lì, per ora in terza posizione, e cercheremo di restarci».
Da Lido di Jesolo, Diego Barbera