Giulio Ciccone non cerca scuse e non si nasconde dietro un dito. Come è solito fare parla con schiettezza e riconosce i meriti dell’avversario. «C’è poco da dire: è stata una questione di gambe e Storer è andato più forte di tutti noi che non ne avevamo per inseguirlo – spiega l’abruzzese della Lidl Trek -. Cosa è successo? Ci ha semplicemente staccato perché è stato il più forte. La squadra? Ha lavorato benissimo, nulla da ridire, anzi, non posso far altro che ringraziarli».
Le domande incalzano e gli fanno notare che nel gruppetto alle spalle di Storer, non tutti hanno lavorato allo stesso modo. «All’inizio ci sono state un po’ di incomprensioni, ma è normale che ci siano quando si rimane in pochi – ha spiegato il Cicco -. Ovviamente quando si è quasi tutti uomini di classifica è difficile trovare un accordo e tirare poi diventa un problema, ma è anche vero che il traguardo era molto vicino e non abbiamo recuperato nulla».
È più il rammarico di aver perso contro un ragazzo che è stato capace di arrivare da solo o è più l’amarezza per la parziale défaillance avuta in salita? «Il ciclismo è così, può capitare, oggi Storer è stato semplicemente il più forte di tutti e miei complimenti vanno tutti a lui».