A pochi minuti dall’inizio della conferenza stampa di Roma, in corso alla Camera dei Deputati, abbiamo avuto modo di incontrare il promotore della legge che modifica l’articolo 9 del Codice della Strada: la cosiddetta “Legge Pella”, che prende il nome dal suo promotore, Roberto Pella, Deputato di Forza Italia, Presidente della Lega del Ciclismo Professionistico nonché vicepresidente nazionale ANCI e sindaco di Valdengo.
Un miglioramento atteso da troppo tempo che andrà a semplificare notevolmente l’attività degli organizzatori, e che segna un punto a favore del ciclismo e anche del podismo, garantendo più sicurezza, semplificando le procedure per il rilascio delle autorizzazioni alle competizioni sportive su strada.
Presidente, questa volta è andato in goal in una partita importante che coinvolge migliaia di corse ciclistiche. Più di qualcuno le ha fatto un complimento ciclistico: come Tadej Pogacar, quando punta l’obiettivo va in fuga per raggiungere il traguardo con convinzione ed in tempi rapidi.
«Devo dire con piacere che questo paragone mi viene fatto da più persone, non da ultimo questa mattina da un opinionista che stimiamo tutti molto: Riccardo Magrini. Vista l’impresa al Fiandre di domenica, non può che farmi piacere. Ammetto con soddisfazione che con questa legge siamo riusciti a raggiungere un risultato storico. Una legge costruita assieme ai componenti delle Commissioni della Lega Ciclismo. In particolare ringrazio il Prefetto Roberto Sgalla, con cui mi sono confrontato a lungo, e diversi dirigenti e funzionari ministeriali. Un grazie va pure al mondo dei Direttori di Corsa: sapete che ritengo Mauro Vegni una persona di valore che mi ha affiancato. Ringrazio tutto il mondo parlamentare:il presidente Claudio Fazzone, al Senato, il collega Andrea Caroppo, alla Camera e le forze di maggioranza e opposizione che hanno votato all’unanimità questa legge. Abbiamo voluto che si tenessero in considerazione le osservazioni di tutti gli attori che popolano il nostro mondo sportivo, facendo così il bene del ciclismo».
Entriamo nel dettaglio della questione: perché è così importante questa legge?
«È una riforma all’insegna di semplificazione e sburocratizzazione. Abbiamo modificato il paradigma, introducendo un principio innovativo: Le competizioni sportive su strada non saranno più vietate salvo autorizzazione, ma saranno consentite nei limiti e alle condizioni stabilite dalla normativa. Questo segna un cambio di rispetto alla disciplina precedente e favorisce un quadro normativo più veloce per l’organizzazione degli eventi. Resta comunque l’obbligo di ottenere il via libera dalle autorità competenti, con procedure più rapide e definite».
Ci sembra di capire che si tratti di una decisa inversione di rotta...
«Assolutamente sì. Voglio segnalare altri due aspetti. Il primo elemento di rilievo è la possibilità di convocare una conferenza di servizi quando il rilascio delle autorizzazioni riguarda più enti, facilitando il coordinamento tra amministrazioni periferiche e centrali. La seconda è relativa al ruolo dei Prefetti: a loro viene assegnata la facoltà di emettere l’ordinanza di sospensione temporanea del traffico per l’intero percorso della gara, e non più soltanto per i tratti extraurbani, lasciando ai sindaci quelle per le gare che si svolgono interamente all’interno di un solo comune. Per la quasi totalità delle gare in linea non saranno quindi più necessarie le singole ordinanze per l’attraversamento dei vari centri abitati. Ciò semplifica anche l’attività dei comuni, che hanno come riferimento i Prefetti, i quali possono disporre per la sicurezza delle strade anche delle Forze di Polizia e di altre organizzazioni nazionali».
Ci sono altri aspetti?
«È abolito il nulla osta quale condizione per il rilascio delle autorizzazioni. Anche qui andiamo nella direzione della velocizzazione degli iter autorizzativi e dell’abbattimento dei costi, senza mai perdere di vista la sicurezza pubblica, prioritaria e fondamentale per chi organizza, per gli atleti e il pubblico».
Una rivoluzione agevolata anche dalla modifica costituzionale che ha sancito, all’articolo 33, che lo sport è un diritto per tutti i cittadini.
«Siamo partiti proprio da lì: quello che oggi approviamo è un aspetto operativo del principio stabilito dall’articolo 33, che attribuisce alla Repubblica il compito di promuovere e tutelare lo sport in tutte le sue forme. In particolare la sfera giovanile e il dilettantismo. Corsa e cammino, così come la bici sono i mezzi più facili, accessibili e praticabili da tutti cittadini per combattere la sedentarietà e le malattie non trasmissibile quali obesità e diabete. Inoltre il lavoro che sto portando avanti con i Ministri, Schillaci e Abodi, permetterà nelle prossime settimane di far approvare la mia legge sull’obesità, portando l’Italia ad essere il primo Paese al mondo che riconoscerà l’obesità come malattia».
Nonostante non fosse un addetto ai lavori, ha saputo capire le necessità del movimento, prima creando la Coppa Italia delle Regioni, poi con la firma di protocolli importanti con la Conferenza della Regioni e Unioncamere. Ha riportato il ciclismo nelle istituzioni con gli eventi di Roma e Bruxelles coinvolgendo ministri. Inoltre, come Lega, avete portato l’Italia a parificare il montepremi maschile e femminile. Dove vuole arrivare?
“Affrontiamo le cose passo passo. Per ora abbiamo pensato alla soluzione di problemi di sicurezza per le diverse migliaia di corse che si svolgono sui territori. Come vede questa legge non interessa solo i professionisti, che rappresentano meno del 3% del totale, ma andiamo a supportare il cuore pulsante del movimento, quello delle gare dei giovani, dei dilettanti ma anche dei semplici amatori».
Pensa di aver fatto un’invasione di campo?
«Abbiamo fatto il bene dello sport. Vede, io nella vita faccio il sindaco, al mio 5° mandato, e per tutti noi la giornata dura 24 ore no stop. Noi sindaci dobbiamo essere disponibili ad occuparci di tutto. In questo periodo ho dato risposte a chiunque mi abbia chiamato. La mia mail della Camera è facilmente accessibile e ricevo molte richieste. Personalmente facilito contatti e dialogo. Metto in relazione colleghi sindaci, associazioni sportive con i vari interlocutori. Come dice lei, forse non è il mio compito, ma da parlamentare mi sento in dovere di farlo e lo faccio volentieri. Se le devo dire la verità, e molti lo possono testimoniare, sono contento perché in questi giorni, già dal mattino, ho risolto varie incombenze di organizzatori e presidenti di società attraverso il dialogo, generando soluzioni. Abbiamo tutti lo stesso obiettivo»”.
È disposto a lavorare con tutti?
«Ovviamente sì e in modo particolare con la Federazione e tutte le sue componenti. Vede il mio cellulare è lo stesso da 35 anni, da quando mia madre me lo ha regalato per la maturità. Se non rispondo, richiamo sempre dopo poco tempo».
Se le chiedessi il numero sarebbe disposto renderlo pubblico affinché possa essere contattato direttamente?
«Certo, è disponibile da sempre per tutti. Anche in questo caso lo lascio a chiunque abbia necessità di di confronto. Se avete dei problemi chiamatemi 335 - 5450686. L’unica cosa che chiedo è di non invitarmi alla premiazioni, perchè ne ho già troppe. Lì sì mi dedico solo ai professionisti».