È certamente una bella e lunga storia a due ruote quella scritta negli anni dalla società San Marco di Vertova, notevole centro della Val Seriana con proprie e caratteristiche specificità architettoniche costitutive, alla destra del fiume Serio che qui riceve le acque del torrente Vertova. Nel territorio sono assai sviluppate diversificate attività manifatturiere in vari settori, cresciute accanto a quella del tessile.
Bergamo, il capoluogo, è situato più a sud, a circa 30 chilometri. Come tutti – o quasi – i comuni della provincia orobica il ciclismo non è solo uno sport ma è entrato nel costume ed è radicato nelle tradizioni, e viene sempre vissuto con rinnovata passione.
Ed è la passione per le due ruote che conduce alla costituzione, correva l’anno 1965, dell’Unione Ciclistica San Marco Vertova. I promotori della nascita della società, naturalmente grandi appassionati di ciclismo, sono un gruppo di amici che vogliono dare l’opportunità di correre ai molti giovani che, soprattutto all’epoca, in notevolissimo numero, desideravano gareggiare.
In terra orobica il ciclismo era assai sentito – e anche se in misura minore – lo è pure ora, con nomi di notevole prestigio. Il 1965 è l’anno della “sorpresona” di un giovane Felice Gimondi vincitore del Tour de France che ha fortemente e qualitativamente provveduto a rappresentare un “testimonial” si dice ora, un esempio, uno stimolo, per molti giovani di tutte le valli orobiche.
Vertova ha pure dato i natali nel 1931 a un titolato esponente del ciclismo, specialità pista, come Marino Morettini, scomparso a Milano nel 1990. Prima, dopo una trafila costellata di successi nelle categorie più giovani, poi i pregiati prestigiosi titoli culminati con l’oro olimpico conseguito ai Giochi di Helsinki del 1952 nell’inseguimento a squadre con Guido Messina, Mino De Rossi, e Loris Campana mentre, l’anno successivo, il 1953, riveste l’iride di campione del mondo nella velocità dilettanti a Zurigo prevalendo nella finale sul veneto Cesare Pinarello. Era un pistard elegante e potente, al medesimo tempo che, una volta passato fra i professionisti, ha trovato una concorrenza oltremodo agguerrita sia in campo nazionale, sia internazionale, che gli sbarrava l’accesso ai gradini di prestigio assoluto del podio finale.
La U.C. San Marco Vertova è sempre stata, per consapevole e condivisa scelta, una presenza di rilievo peculiare nell’ambito degli “juniores” con notevolissimi risultati e protagonisti pedalanti che poi si sono affermati e distinti nell’arengo della massima categoria professionistica conseguendo pure alcune affermazioni di massimo valore.
È Giovanni Merelli la voce che ricorda, con vivida e circostanziata prontezza, senza enfasi ma con concretezza tutta orobica che traspare sempre nei suoi giovanili “over 80”, 83 per la precisione, i vari passaggi della società che ha sempre goduto, e tuttora continua, dell’apporto di passione, anche concreta, segno soprattutto della credibilità e considerazione del gruppo di amici al momento della costituzione, mai venute meno nel tempo. E ricorda la figura del presidente Pietro, suo fratello maggiore, in carica dall’inizio degli anni 1970 e mantenuta fino al 2001, al quale è intitolato l’omonimo trofeo giunto alla 21^ edizione in questo 2024.
È stato Pietro Merelli a dare struttura alla società, sia nel settore agonistico, sia in quello organizzativo. Dopo la sua prematura scomparsa il consiglio direttivo affida il testimone, plebiscitariamente, al fratello Giovanni che ne continua l’opera, sempre nel medesimo gruppo d’amici, e tiene a precisare il ruolo nascosto, riservato ma sempre assolutamente fattivo, fra le quinte di Alberto Magni e Massimo Benagli, riferimenti di sicuro valore nella società che gli sono succeduti nella carica.
Una società benemerita che ha sempre affiancato la crescita dei giovani della categoria juniores e che ha proposto alla ribalta diversi corridori di precipuo valore con eccellenti carriere anche nella massima categoria e, traendo fior da fiore, Giovanni Merelli propone, fra molti, i nomi di Alessandro Paganessi, nato nel 1959, forte ed elegante scalatore professionista per diversi anni, poi pioniere della mountain bike, Mirco Gualdi, del 1968, campione del mondo su strada dilettanti nel 1990 ad Utsonomiya in Giappone, primo per distacco - 58” - davanti all’altro azzurro, il pugliese Roberto Caruso con la nazionale azzurra guidata dal capace e carismatico C.T Giosuè Zenoni, altro orobico DOC. Al suo attivo anche una tappa del Giro d’Italia, la 17^ da Dalmine-Verona, del Giro 1997.
Il 1970 è l’anno di nascita di un’altra figura eccellente formata nella società, Giuseppe Guerini, corridore connotato decisamente quale scalatore, detto “Beppe Turbo” anche per il fatto d’essere cresciuto nei pressi della centrale idroelettrica di Vertova azionata da turbine, con eccellente carriera professionistica impreziosita da due tappe vinte al Tour ed una al Giro d’Italia, spesso nei top delle classifiche dei grandi giri svolgendo pure un prezioso ruolo d’appoggio per i leader di squadre di primissimo piano. I palmarès parlano eloquentemente delle qualità su due ruote di Mirco Gualdi e Beppe Guerini che continuano il loro rapporto inseriti nella San Marco operando attivamente nel consiglio direttivo con la loro esperienza e serietà a tutto campo. Anche Paolo Lanfranchi, nato nel 1968, è passato per il vivaio della San Marco e, nella lunga carriera professionistica, si è pure aggiudicato una tappa al Giro d’Italia.
Ha corso con la San Marco Vertova anche Paolo Savoldelli, nato a Clusone nel 1973, passista-scalatore e intemerato discesista tanto da meritarsi il soprannome di “falco” per la sua abilità nella conduzione del mezzo anche nelle discese più sinuose e pendenti con due Giri d’Italia e molteplici vittorie di tappa di valore nel suo carniere.
Giovanni Merelli cita anche Gian Battista Gozzini, atleta promettente che non ha proseguito l’attività per dedicarsi al conseguimento della laurea in medicina.
Quelli qui ricordati sono un po’ la punta dell’iceberg di giovani corridori, tutti nativi della Val Seriana, passati per la società con i colori giallo-rosso.
In campo organizzativo l’attività è concentrata nelle due gare in calendario che si svolgono nell’ultimo fine settimana del mese d’agosto che, per tradizione, fruiscono di una partecipazione di primissimo piano, a livello internazionale. Sono programmate e gestite con specifica ed attenta professionalità – ovviamente riservate alla categoria juniores – che, oltre a Vertova interessa diverse località della bella Val Seriana, soprattutto con i comuni circostanti come Gazzaniga e Casnigo, località d’origine della famiglia di un veterano campione del ciclismo italiano, un po’ afflitto da una carriera costellata di posti d’onore. È Italo Zilioli che, dal Piemonte, continua a mantenere un vivo rapporto con Casnigo. Anche Gianfranco Zilioli, omonimo ma non parente di Italo, nato nel 1990, è di Casnigo e al suo esordio fra i professionisti ha vinto il G.P. Industria e Commercio di Prato. Di Casnigo era pure Santino Cattaneo, una sorta di “gigante buono” sempre disponibile per corridori e corse, in vari ruoli, portato via prematuramente dal tremendo Covid che il fratello Beppe ricorda in occasione della Due Giorni di Vertova.
Il clou è il 52^ Trofeo Emilio Paganessi che si corre la domenica mattina mentre il sabato, con la famiglia Paganessi che sempre sostiene l’iniziativa, si corre il 26^ Trofeo Comune di Vertova-21^ Memorial Pietro Merelli.
Una storia di continuità connotata dalla passione e dalla capacità di coesione degli enti pubblici con la municipalità di Vertova in primo piano e all’apporto generoso di altre realtà economiche locali che “vivono”, in condivisione con la popolazione e gli appassionati, l’Unione Ciclistica San Marco Vertova per continuare a fare rivivere con immutata passione e partecipazione, una bella storia, ricca di capitoli e d’amicizia.
Una storia che ha quale fulcro logistico, ma non solo, l’azienda di marmi Paganessi, storico “title sponsor”, si dice di questi tempi con Giulio Paganessi, il sempre disponibile padrone di casa, continuatore con la famiglia di una tradizione oramai definibile, a giusta ragione, “storica”.