Oggi Jonathan Milan compie 24 anni. Gli auguri al campione olimpico di Tokyo 2021, undici vittorie quest’anno comprese tre tappe al Giro d’Italia, impreziosite dalla maglia ciclamino della classifica a punti, gli arrivano direttamente dal team principal, per usare un linguaggio da Formula 1, della Lidl Trek, la squadra del bujese, Luca Guercilena.
«Auguri Jonny, goditi la giornata. Intanto ti ringrazio per quello che hai fatto con noi in questa prima stagione augurandoti di continuare a crescere come stai facendo per diventare uno dei più grandi velocisti del mondo, ma anche un uono da classiche».
Guercilena vi ha sorpreso il rendimento di Milan?
«No. Ho conosciuto un grande atleta, un super velocista e soprattutto una persona dal grande spessore umano, che si è inserito alla grande in un team di caratura internazionale. Si pensi che, tra i tanti italiani che abbiamo in squadra, è quello che parla meglio l’inglese. Merito anche della fidanzata tedesca, ma è un bel modo per inserirsi».
Come siete arrivati a lui?
«Conoscevamo i suoi grandi risultati in pista, avevamo apprezzato i suoi primi risultati su strada e nel 2022 abbiamo cominciato a prospettargli un futuro con noi a lungo termine. Direi che avevamo visto giusto».
Gli avete costruito attorno un treno per le volate.
«Sì, quello era l’obiettivo. I risultati sono buoni, ma si può migliorare ancora, possiamo essere ancora più compatti».
Concorda che il friulano ora dovrebbe provare il Tour de France?
«Sulla tempistica sarà importante, come si fa con tutti i grandi velocisti, anche vedere i percorsi di Giro e Tour. Una cosa è certa: la Grande Boucle è la corsa di riferimento del ciclismo mondiale e conquistare la maglia verde della classifica a punti alla Grande Boucle deve essere uno degli obiettivi della sua carriera. È giovane, ha tutto il tempo per centrarlo»
In cosa vi ha sorpeso Milan?
«Nella grande determinazione e nelle qualità di leadership. Per quanto giovane sa quello che vuole, sa come parlare con i compagni, è più maturo degli anni che ha».
Dagli Europei, dove era tra i favoriti, però è uscito col morale a terra.
«E io gli dico di non abbattersi per una corsa andata male. Non credo fosse un problema di condizione ma di tattica di gara nel finale. Le volate sono così, basta resettare e andare avanti».
A metà mese ci sono i Mondiali su pista in Danimarca, a Milan manca l’oro nell’inseguimento individuale.
«E mi auguro lo conquisti. La pista è fondamentale per sviluppare le sue caratteristiche di velocista anche su strada».
Jonny è un simbolo del Friuli che corre in un team multinazionale. Cosa ne pensa?
«La Lidl Trek è orgogliosa che sia il simbolo della sua terra».
Ha vinto 11 corse sulle 16 di tutti gli azzurri, Ciccone, un altro suo corridore, è stato il primo degli azzurri al Mondiale ma al 25° posto: una riflessione?
«In Italia lo sport giovanile è troppo sulle spalle di privati e famiglie. Servono programmazione, più ore di ginanstica a scuola. Va fermato l’abbandono del ciclismo e in generale dello sport da parte dei giovani. L’assenza da anni di una squadra tutta italiana nel World Tour, poi, impedisce ai ragazzi di avere un obiettivo da raggiungere».
Pogacar ha strabiliato ancora una volta il mondo al Mondiale.
«Non solo per il talento, ma anche per lo spessore umano Tadej fa bene al ciclismo. Un talento così nasce ogni 100 anni: un giorno diremo di essere stati fortunati di aver vissuto nell’era di Pogacar».
Lei è il “capo” di Milan: gli dà i compiti per casa per il 2025?
«Si alleni forte per aumentare il suo livello nelle classiche che devono essere un obiettivo a medio-lungo termine. Dovrà correrle da capitano assieme a Pedersen».
Anche la Sanremo?
«Certo. Ha tutte le qualità per migirare in salita, superare il Poggio e giocarsi la corsa allo sprint».
E allora buon compleanno Jonny.
dal Messaggero Veneto