Tornare a correre dopo quasi due mesi al Tour du Limousin, per continuare da dove ci si è presi una pausa rigenerante: la striscia di (per ora) 7 top-10 consecutive in volata, iniziata con l’ultima tappa del Giro d’Italia a Roma e proseguita a giugno con ZLM Tour e Giro di Slovenia. Dopo tanto sprintare, Giovanni Lonardi si è preso un periodo di stacco e poi ha ripreso gradualmente a lavorare nel ritiro di Bormio fino a raggiungere il pieno regime per il rientro in gara.
“Per fortuna ho potuto prepararmi sulle mie colline della Valpolicella, salvandomi un po’ dal caldo!”
Scherza, ma non troppo, il velocista classe ’96 del Team Polti Kometa, col tono gioviale che spesso sfocia in una goliardia canora che coinvolge i compagni. “Non sono mica bravo come il chitarrista Double e il pianista Pietrobon — chiarisce Lona — però ascoltare musica insieme è uno dei segreti del nostro gruppo.”
E i risultati in strada si vedono: siete sempre uniti e tu personalmente, oltre a tantissimi piazzamenti, quest’anno hai vinto classifica a punti ad Antalya e terza tappa del Giro di Turchia!
“Sarei stato più contento con altre due o tre vittorie, lo ammetto, ma non posso che essere soddisfatto del trend cominciato nell’estate 2023. Sono quasi sempre lì davanti, la costanza è importante e questa è la mia miglior stagione in carriera. La corsa rosa poi è stata il culmine: un emozionante viaggio per l’Italia e uno scenario ciclistico di prim’ordine, dove ho sentito ottime sensazioni e sono pure andato a podio nell’11^ tappa vinta dalla maglia ciclamino Milan.”
Al terzo anno in questa squadra, come ti trovi?
“Molto bene, nel nostro piccolo siamo un team con una bella mentalità. Miriamo a far bene ovunque, compatibilmente col livello della corsa: che sia un appuntamento di massimo prestigio come Giro d’Italia, Milano Sanremo, Tirreno-Adriatico o Il Lombardia, oppure le altre occasioni di minor categoria UCI dove si possono presentare le maggiori occasioni.”
Con chi hai legato di più?
“Non farei un nome specifico. Sicuramente ragazzi come Pietrobon, Maestri e i fratelli Bais li conoscevo da prima di passar professionista.”
Ci descriveresti cosa provi subito prima, durante e subito dopo la volata?
“Quando passi i 10 km dal traguardo comincia a salire l’adrenalina, non hai troppo tempo per pensare ma provi a posizionarti nel miglior modo possibile senza rallentare. Nello sprint scarichi tutto e rimani per alcuni momenti in quella trance agonistica pure dopo l’arrivo. Infine, a mente fredda, inizi a ripercorrere tutto quanto e rifletti su cosa hai fatto giusto e cosa hai sbagliato.”
Qual è la particolarità principale dell’essere un velocista?
“Noi ci giochiamo tutto in attimi e la fortuna o un piccolo dettaglio possono fare totalmente la differenza. Puoi essere nelle posizioni di testa ma ribaltarsi la situazione in mezzo secondo, o al contrario magari la dai subito per persa e invece si apre un buco dove infilarti all’improvviso. A maggior ragione per una formazione come la nostra, che corre benissimo ma non ha un treno come quelli dei WorldTeam più forti, è quasi una lotteria dove non conta solo la potenza.”
Con l’altro sprinter Peñalver vi sfidate in allenamento?
“Certamente, nei ritiri capita. Durante la stagione ci vediamo poco perché giustamente tendiamo a seguire calendari diversi.”
Uscendo dal ciclismo e riprendendo il riferimento iniziale al tuo territorio: vieni da una zona del Veneto rinomato per i vini…
“E dal mio stesso paese, Marano, vengono un attuale corridore World Tour come Formolo e un ex professionista come Zardini, anche se loro si sono trasferiti altrove mentre io vivo ancora qui: tremila abitanti, ben tre professionisti. Dalle nostre parti si dice che un buon rosso, con moderazione, fa bene pure ai ciclisti!”
Ecco infine una mini-raffica di domande per conoscere ancor meglio Giovanni Lonardi:
La prima volta su una bicicletta?
“Da piccolissimo perché è un’autentica passione di famiglia, ma a livello agonistico ho iniziato relativamente tardi: a 14 anni”
Che studi hai fatto?
“Ho studiato all’istituto tecnico Gugliemo Marconi di Verona, dove ho conseguito il diploma di perito elettronico”
Hai praticato altri sport oltre al ciclismo da ragazzino?
“Ne ho praticati da sempre, soprattutto sci e calcio, ma poi sono andato a vedere alcune gare vicino casa e sono andato deciso sulla bicicletta”
Segui altri sport? (se sì, per quale atleta o squadra tifi?)
“Sono milanista ma guardo un sacco di sport, soprattutto quelli invernali e il tennis”
Genere musicale, cantante e canzone preferita?
“Non un artista in particolare, ma ascolto parecchia musica latina e spagnola”
Film e/o Serie tv preferita?
“Anche qui sono vicino alla Spagna, in un certo senso: la Casa di Carta”
La tua passione o il tuo hobby più particolare?
“Mi piace dire che è… la bici: quando non pedalo per lavoro, lo faccio per andare in giro e vivere la natura”
Quando si dice, fare della propria passione la propria vita. E con questi legami col mondo spagnolo da parte di un ciclista italiano, il Team Polti Kometa era la squadra del suo destino!
[Foto di MAURIZIO BORSERINI]