La seconda tappa del Giro d’Italia 2024, da San Francesco al Campo, provincia di Torino sede di un attivo velodromo, pone il traguardo al Santuario di Oropa, sopra Biella. Tappa tutta piemontese, breve ma tosta, soprattutto nel finale con la scalata che porta al maestoso santuario della Madonna Nera dove sono state scritte pagine di valore del ciclismo rosa con la prevalenza mediatica ed emozionale legata all’impresa di Marco Pantani del 1999 citata, proposta e riproposta con martellante frequenza, quasi univoca, dai media. Altri nomi di corridori di rilievo hanno comunque dato notevole e meritevole notorietà a questa salita. Li ricorderemo più avanti comunque.
Ora, seguendo lo sviluppo della tabella di marcia, cercheremo di ricordare alcuni corridori delle località attraversate o episodi – ciclistici – legati al territorio. Territorio, monumenti, paesaggi, enogastronomia e altro sono già oggetto di trattazione estesa e ripetuta sia sulla carta stampata, sia dalle trasmissioni radiotelevisive, talvolta con abbondante ridondanza.
§ Il velodromo Pietro Francone, terminato nel 1996 con pista di m. 400, in cemento, porta il nome del mecenate che l’ha voluto, esercita una buona attività di base che porta a S. Francesco al Campo giovani che cercano d’imparare e affinare gli effetti, ciclisticamente assai giovevoli, forniti dalla frequentazione con relative esperienze largamente proficue che la pista insegna.
§ Nativo della zona è Giovanni Brunero (S. Maurizio Canavese 1895 - Ciriè 1934, nella foto), professionista dal 1919 al 1929, vincitore di tre Giri d’Italia, due Lombardia e una Sanremo, oltre a molto altro. Altro canavesano, di Nole Canavese, arzillo classe 1940, è Franco Balmamion con in carniere una doppietta in maglia rosa vincendo i Giri d’Italia anno1962 e 1963, maglia tricolore e gran regolarista con vittorie di prestigio.
§ Prima parte della tappa che attraversa i territori del Canavese e del Vercellese, in pianura fino a Valdengo, trova dapprima Rivarolo Canavese e Ozegna, centri che hanno ospitato arrivi e partenze di tappe rosa e altre gare, quindi San Giorgio Canavese, Caluso, Cigliano, Santhià, Cossato, Valdengo, dove per vari anni si è corso un importante “circuito degli assi”.
§ Nativo di Valdengo è Adriano Pella (1945-2013), buon professionista dal 1970 al ’77, poi produttore d’abbigliamento ciclistico.
§ Da qui la pianura lascia il passo a rilievi altimetrici interessanti passando per Valle San Nicolao, Crocemosso e giungere nello spettacolare paesaggio dell’Oasi Zegna, poi risalita verso Melva con discesa toccando Tollegno per raggiungere Biella, capoluogo di provincia, ove inizia l’ascesa per Oropa.
§ È biellese Denis Lunghi (1976), titolare di una buona carriera fra i dilettanti, poi valido professionista dal 1995 al 2004, vincitore in solitaria della tappa di Chieti del Giro d’Italia 2002.
§ È nato in Francia (1959) Gianni Zola, poi trasferitosi nel biellese, professionista dal 1983 al 1986.
§ È la settima volta che la corsa rosa propone un arrivo di tappa ad Oropa.
Inaugura la serie nel 1963 l’estroverso abruzzese Vito Taccone che qui anticipa di 3” Vittorio Adorni. È la seconda delle quattro frazioni di seguito vinte dal “camoscio d’Abruzzo” in quel Giro. Nel 1993 il successo è di Massimo Ghirotto con l’immagine che rimanda alla maglia rosa Miguel Indurain giunto in crisi d’ossigeno per rispondere a un attacco di Ugrumov che lo tallonava nella generale, nel 1999 “l’impresa Pantani”. Poi la cronoscalata da Biella del 2007 che vince il coriaceo veneto Marzio Bruseghin, nel 2014 è la volta del vicentino Enrico Battaglin, nel 2017 la Castellania-Oropa con successo dell’olandese Tom Dumoulin in maglia rosa, nel suo Giro vittorioso.
E oggi Oropa darà, già alla seconda tappa, un ulteriore impulso alla configurazione di una classifica generale già bella “lunga” dopo la frazione d’esordio.