La grande festa del ciclismo si è svolta a Badoere di Morgano, in provincia di Treviso, in occasione della cerimonia della premiazioni della 29^ edizione del Premio “La Rotonda di Badoere”, programmata nella storica ed ex Chiesetta di Sant’Antonio, in Piazza Indipendenza. Il prestigioso riconoscimento, nato nel lontano 1991 voluto e organizzato dal Comune di Morgano con la collaborazione di quello di Montebelluna e del Gruppo Sportivo, Ciclistico e Ssd Badoere e dall’Unione Cicloturistica di Montebelluna, è destinato a quanti durante il 2023 si sono prodigati sotto tutti gli aspetti a favore del ciclismo.
Ad inaugurare la serie di interventi e a portare il saluto è stato il Sindaco di Morgano, Daniele Rostirolla, che ha precisato: “Sono passati 29 anni e se non ci fosse stato di mezzo il Covid sarebbero stati di più. Un evento che sancisce per il Premio una sorta di maturità. Abbiamo continuato a celebrare questa bellissima manifestazione nonostante siano mancati i fondatori e noi l’abbiamo fatto nel migliore dei modi. Per questo rivolgo i ringraziamenti ai membri della Commissione del Premio. L’anno prossimo ci troveremo a festeggiare il compleanno della maturità per cui il mio auspicio è quello che si possa trovare anche uno spirito innovativo e poi sarà a noi, tutti insieme, cercare la formula adeguata perchè mi piacerebbe avere davanti almeno altri trent'anni per ritrovarci sempre qui in nome di quei valori che saranno celebrati”.
“Mi permetto di ringraziare il conduttore della cerimonia e componente la commissione, Mario Guerretta e gli ospiti - ha proseguito il Sindaco - e per questo desidero rivolgere un particolare saluto al Commendatore, Raffaele Carlesso e al campione, Silvio Martinello. Saluto i due colleghi, l’Assessore allo Sport del Comune di Montebelluna, Andrea Marin e il Sindaco di Gaiarine, Diego Zanchetta, gli amici dell’Uct Montebelluna del presidente Gianni Zanatta e del Centro Sportivo Libertas Scorzè che ci affiancano nella realizzazione della corsa del primo maggio riservata agli juniores. Saluto tutti e visto che siamo sotto le feste rivolgo gli auguri di buon Natale”.
E’ stata una magnifica giornata dedicata completamente al ciclismo svoltasi nella sala dove era stata allestita per l’occasione anche la mostra delle bici, voluta da i fratelli Roberto e Ivano Renosto e quella dei quadri realizzata da Cestaro e Scomparin e dalla Pro Loco di Morgano. A portare i saluti ci sono stati poi il presidente del Coni di Treviso, Mario Sanson, l’Assessore allo Sport, Marin e il Sindaco Zanchetta.
Il primo a ricevere il Premio riservato ai Direttori Sportivi del Triveneto è stato Gerardo Paduano. A premiarlo è stato stato Silvio Martinello.
Paduano, nato ad Apice (Benevento) il 2 maggio 1962, ha il ciclismo che scorre nelle sue vene ed è stato prima della quiescenza di sottufficiale dell’esercito italiano, la sua passione. Attività sportiva che gli permise di dare sfogo alla sua grande attrazione, prima come corridore ma in seguito come tecnico. L’esperienza acquisita sui campi di gara l'ha trasmessa a i tanti giovani che lo hanno seguito in tutti questi anni. Ha ricoperto il ruolo di Commissario Tecnico della Nazionale del Gruppo Sportivo Esercito. Ha prestato la propria opera all’interno di diversi gruppi sportivi, prevalentemente friulani, come il Gs Fontanafredda, l’Uc Conscio Pedale del Sile, il Gs Pasiano, l’Uc Pordenone e il Gs Gottardo Giochi Caneva. Ha avviato al ciclismo una schiera interminabile di giovani, cresciuti e poi approdati verso le categorie maggiori. È stato a capo della segreteria ai Campionati Mondiali Militari di Catania e ha ricevuto il distintivo dell’Esercito per meriti sportivi. Nel corso della carriera militare ha partecipato a diverse missioni di pace, l’ultima in ordine di tempo, in Iraq, in Medio Oriente, e precisamente a Nassiriya.
“Grazie per il Premio ricevuto, ne sono molto felice - ha detto Paduano - e per me è un grande onore. Mi sono avvicinato al ciclismo perché appartengo ad una famiglia che ha con lui un grande legame. Il mio principale obiettivo da trasmettere ai ragazzi è stato innanzitutto il rispetto della vita e tra tutti quelli che ho avuto non c’è stato nessuno che non lo abbia fatto”.
“E’ questa una grande ricorrenza che dura da 29 anni - ha detto dal canto suo Martinello durante la consegna del Premio - e mi complimento con Gerardo e gli altri che saranno premiati perché i concessi che ha espresso sono particolarmente legati al mio periodo del servizio militare svolto con la Compagnia Atleti”.
E’ toccato poi a Giacomo Santini ricevere il Premio Giornalismo Sportivo, dedicato alla Memoria di Adriano Morelli, e a consegnarlo è stato l’ex presidente della Federazione Ciclistica Italiana e del Comitato Veneto, Raffaele Carlesso.
Santini, nato a Bologna il 10 gennaio 1941, è stato un politico Parlamentare Europeo, nonché Senatore per il ”Popolo della Libertà”. In passato è stato giornalista sportivo alla Rai. Si trasferì a Trento nel 1953 ed iniziò a lavorare a "l'Adige" nel 1962. Per circa vent'anni è stato prima radiocronista, insieme a Claudio Ferretti, Alfredo Provenzali ed Enzo Foglianese, poi telecronista con Adriano De Zan, delle più importanti gare ciclistiche internazionali come i Mondiali di ciclismo, il Giro d'Italia, la Milano-Sanremo, il Giro di Lombardia, la Parigi-Roubaix e il Tour de France. Ha commentato gli eventi di diverse discipline sportive alle Olimpiadi Estive di Montréal (1976), Mosca (1980), Los Angeles (1984), Seoul (1988), Barcellona (1992) ed a quelle Invernali di Sarajevo (1984), Albertville (1992) e Lillehammer (1994). Nel 2009 succedette a Guido Amistadi alla presidenza del Gruppo Sportivo Alto Garda, società organizzatrice del Giro del Trentino. Panathleta dal 1976 e per sei anni Presidente del Club di Trento, fu eletto nel maggio 2012 presidente Internazionale del Movimento nato a Venezia che opera in tutto il mondo a favore del Fair Play. Nel 1994 fu eletto deputato europeo nella Circoscrizione Italia Nord-Orientale e nel 2006 Senatore della Repubblica Italiana. Si è occupato di politica sia in ambito nazionale che europeo ricoprendo numerosi incarichi istituzionali fino al 2013, anno in cui decise di non ricandidarsi.
“E’ una grande emozione ricevere questo Premio dopo anni dedicati allo sport - ha raccontato Santini - e complimenti per la memoria di quanti si occupano di ciclismo. Ma quello che molti non sanno o non ricordano è che nel 1993 la Rai perse il bando per il concorso, a favore della Fininvest, per il Giro d’Italia. Fu per noi cronisti un grande schiaffo in faccia dopo averlo commentato per tanti anni, con Adriano De Zan. Perdere il Giro fu bruttissimo perché ci toccarono in seguito tre minuti per poterlo fare. Pensate che quando ci presentammo sulle tribune per seguirlo, due buttafuori, ci fermarono e non ci fecero salire. Cosa che, però, poi avvenne per l’intervento di alcuni dirigenti”.
“Sono felicissimo di aver consegnato a Santini questo meritatissimo Premio - ha sottolineato Carlesso - ma lo sono anche per essere stato un grande sostenitore dell’iniziativa fin dalla sua nascita avvenuta nel 1991 e di questo ne sono molto fiero”.
Subito dopo è stato Massimo Panighel a ricevere il riconoscimento per l’Organizzazione Sportiva dedicata alla Memoria di Orlando Guerra e Roberto Voltan. A consegnarglielo è stato il presidente del Comitato Provinciale di Treviso, Giorgio Dal Bò.
Panighel, trevigiano di Casale sul Sile, classe 1968, negli anni si è distinto oltre che come grande appassionato delle ruote grasse anche come organizzatore di grandi eventi dedicati al mountain-bike. Con l'Associazione Pedali di Marca, di cui è presidente, ha allestito i Campionati del Mondo Marathon del 2011 a Montebelluna e del 2018 ad Auronzo di Cadore (Belluno). A loro vanno aggiunti il Campionato Europeo Marathon del 2010 a Montebelluna e cinque edizioni dei Campionati Italiani. La sua lungimiranza e capacità organizzativa gli hanno permesso di dare vita ad alcune delle manifestazioni più prestigiose e affascinanti del calendario fuoristrada riservate al mountain-bike, come la Gran Fondo del Montello, la Terre Rosse, la 3Epic e la nuova Mythos Primiero Dolomiti. Quest’anno gli è stata affidata l’organizzazione del Campionato del Mondo Gravel, disputato a Treviso sul territorio Patrimonio dell’Unesco, nonostante i tempi strettissimi concessi per l’allestimento della manifestazione, ha ottenuto tanti consensi.
“Sicuramente è una grande soddisfazione ricevere questo prestigiosissimo premio che annovera uno straordinario albo d’oro e dove ci sono persone che hanno fatto la storia del ciclismo - ha detto Panighel - . Il Mondiale Gravel è stato accompagnato da una storia del tutto particolare dovuta al fatto di dover sanare una situazione che si era creata e per questo ci siamo messi subito a lavorare di squadra. Il gruppo di lavoro che dovevamo creare doveva essere la volontà di far vincere il territorio e dimostrare quanta passione viene emessa nell’organizzare questi eventi. Il segreto del successo ottenuto dall’organizzazione è dovuto a questo e soprattutto che ognuno ha messo a disposizione le proprie capacità e competenze. Un evento che ha consentito di avvicinare tante persone al mondo della bicicletta”.
“Desidero ringraziare Panighel per quello che è riuscito a fare - ha sottolineato Dal Bò - e ci tengo a precisare che noi, prima del Mondiale, non abbiamo fatto mai niente insieme e anzi eravamo anche su due fronti diversi nella politica del ciclismo e questa unione ha evidenziato la volontà di fare squadra. I mondiali sono stati una cosa straordinaria ma io tengo a precisare, a qualcuno che ci accusa di aver rubato qualcosa, che noi non abbiamo tolto nulla a nessuno. C’era un problema in Federazione per l’organizzazione e siamo intervenuti portando il nostro contributo e siamo contenti di averlo fatto e bene. Quindi bisogna fare attenzione quando si dice che lo abbiamo portato via a qualcuno”. Dal Bò ha poi presentato la nuova maglia, che riporta anche il marchio del Mondiale Gravel, che sarà assegnata ai campioni trevigiani di ciclocross in programma il 26 dicembre a San Fior.
A concludere la serie delle premiazioni è stata la consegna di quello “Nazionale Rotonda di Badoere” che è stato assegnato al toscano Brunello Fanini, impossibilitato a partecipare per la scomparsa, avvenuta da pochi giorni della moglie, la signora Giulietta Martinelli. A riceverlo per lui sono stati Angelo Pasqualin, presidente del Gruppo Sportivo Olang di Montebelluna e le due campionesse dall’illustre passato, la rappresentante della Repubblica Ceca Martina Ruzickova e la lituana,Diana Ziliute che hanno ricordato con grande attenzione le imprese realizzate da Brunello Fanini.
La famiglia Fanini è da sempre impegnata nel ciclismo femminile e la sua avventura iniziò nel 1968 con la nascita di un team dedicato al gentil sesso. Nel 1986 fu lo stesso Brunello Fanini che diede vita al team “Mamma Fanini”. La nuova società, impegnata sia in campo maschile che femminile, nacque per ricordare la madre dei fratelli Fanini conosciuta da tutti come la “mamma dei corridori”, poiché era solita accudire e coccolare tutti gli atleti che transitavano dalle loro parti. Nel frattempo, fra le “piccole” cicliste si mise subito in evidenza la figlia di Brunello, Michela, che iniziò a fare incetta di vittorie. Sempre lui accompagnava la squadra verso risultati di prestigio, come le vittorie ottenute in Olanda e in Francia e alla conquista del Campionato Italiano di Michela svoltosi a Montebelluna. Con questa società, quasi per scommessa, Brunello Fanini, rilanciò il Giro d’Italia. La squadra di Brunello diventò il riferimento per il ciclismo Italiano. Lui è un vulcano di idee e di proposte, imitate anche da altri team nazionali. Ottenne in questi anni tanti trionfi ma anche qualche sconfitta, fra queste una ha lasciato un segno indelebile che lo accompagna ancora ora, la perdita, a soli 21 anni, della figlia Michela. Tutto quello che lui ha proposto negli anni a seguire sono legati al ricordo di Michela e proprio per tenere presente il ricordo che trova la forza e il coraggio, che solo i padri riescono a trovare, per mettere insieme la squadra di professioniste (Michela Fanini Record Rox) e il Giro della Toscana Internazionale Femminile. Insieme alle campionesse sono cresciute molte giovani interessanti ed anche il gruppo dei dirigenti e di collaboratori che orbitano intorno alla società di patron Brunello Fanini.
La cerimonia è stata conclusa dal saluto e dagli auguri di Rostirolla con l’obiettivo di ritrovarsi nel 2024 per festeggiare il 30° anniversario del Premio Rotonda di Badoere.