Vincenzo Nibali sta ancora prendendo le misure con la sua prima stagione da non professionista, può dedicarsi un po’ di più alla famiglia, ma non mancano mai i tanti impegni. Ieri a Milano è stato protagonista della presentazione della “giro box” in collaborazione con Intimissimi, lo sponsor della maglia di miglior giovane al Giro d’Italia: ne abbiamo approfittato per fare due chiacchiere con il siciliano tra classiche e corse a tappe.
«Ad inizio anno mi sono dedicato alla Mountain Bike e mi sono divertito tantissimo - spiega Nibali a tuttobiciweb - dopo la Cape Epic in Sud Africa ho allentato un po’ il ritmo, ora mi sto godendo più la casa e la famiglia. In realtà ho tantissimi impegni tra sponsor e presentazioni, sono sempre occupato con la mente, non ho tempo di rendermi effettivamente conto che ho chiuso un capitolo della mia vita. Mi manca l’attività da professionista, mi manca l’adrenalina che c’è dietro, ma non tornerei su miei passi, in questi mesi mi sto godendo tante cose che avevo un po’ lasciato da parte e riesco più a respirare.»
Nonostante abbia messo da parte l’attività da professionista non è di certo uscito dal mondo del ciclismo, qualche giorno fa al Giro di Sicilia lo abbiamo visto tra le fila della Q36,5, squadra di cui è Ambassador, a dare preziosi consigli ai ragazzi in gara. «Sono molto contento del loro rendimento, abbiamo raggiunto un bel quinto posto nella generale con Mark Donovan e anche Walter Calzoni è stato per diverse tappe nella zona alta della classifica. La frazione finale è stata molto difficile, c’erano oltre 4000 m di dislivello e molti atleti l’hanno sottovalutata. Io ho cercato di dare consigli su come affrontarla, ricalcava in parte la tappa che avevo vinto io qualche anno fa e sapevo che la salita finale sarebbe stata un ottimo trampolino di lancio e infatti Lutsenko ha attaccato proprio lì» ci spiega Vincenzo sottolineando come il Giro di Sicilia stia diventando sempre di più un buon terreno per testarsi anche in vista delle corse del nord, ne è un caso Alexey Lutsenko uscito vincitore dalle tappe nell’isola e poi subito protagonista all'Amstel.
In queste settimane di corse al nord, Vincenzo se le sta godendo comodamente dal divano, affascinato dalle incredibili medie tenute e dal livello di certi corridori. «Da casa sto seguendo tutte le gare e Pogacar sta facendo qualcosa di incredibile. Ho fatto poche gare con lui e mi ricordo le prime volte che lo vedevo in gruppo, mi sembrava un ragazzino, poi quando entrava in azione mostrava la sua classe incredibile. Domenica all’Amstel ha fatto un’azione spettacolare, ha attaccato quando mancavano 80 km, ha bucato ed è rientrato, poi a 28 km dall’arrivo è partito da solo e a quel punto i giochi erano fatti. Ha una gamba pazzesca e una condizione invidiabile, sinceramente sono contento di non vedermela con lui. » prosegue Vincenzo anche lui impressionato dalla tenuta di forma di Pogacar.
Tra i vari che si stanno facendo vedere però è Ben Healy ad aver attirato la sua attenzione. «Sono contento di vederlo davanti, sta crescendo bene, con costanza e senza strafare. Quest’anno ha già vinto alla settimana Coppi e Bartali e a Larciano, è un ragazzo che ammiro e che dovremmo seguire. All’Amstel ha avuto una bella tenuta e ha centrato il secondo posto anche alla Freccia del Brabante, sono sicuro che sentiremo parlare molto di lui».
Sono le ultime manciate di gare al nord, tra poco più di due settimane partirà il Giro d’Italia, fervn i preparativi e sulla carta i nomi più gettonati sono quelli di Remco Evenepoel e Primoz Roglic. «Per il momento Roglic ed Evenepoel sono i due contendenti principali; lo sloveno è un corridore molto solido con un ottimo biglietto da visita per le grandi corse a tappe, il campione del mondo invece è imprevedibili, ha vinto la Vuelta, ma che non è dura ed imprevedibile quanto il Giro. Secondo me dovremo aspettarci qualche outsider, spesso succede che tra i litiganti il terzo gode, non a caso nel 2019 tra me e Roglic ha avuto la meglio Carapaz. In questi giorni al Tour of The Alps Geoghegan Hart sta andando fortissimo, ma direi di non dimenticare nemmeno Geraint Thomas. Tra gli italiani sono proprio contento di vedere Giulio Ciccone molto attivo, è magro e ha la grinta giusta, gli auguro di fare una grande corsa» spiega il siciliano prima di regalare un ultimo consiglio a chi affronta la corsa rosa per la prima volta: «Mi ricordo la mia prima partecipazione al Giro, ero emozionatissimo perché la corsa rosa è qualcosa di magico ed unico. Ad un giovane alla prima partecipazione consiglierei di godersi al pieno l’esperienza per imparare il più possibile, non spendere tutto nelle prime tappe perché la terza sttimana è sempre quella più dura».
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