La 47ª Coppa Caduti di Reda del 2 aprile, ottimamente organizzata dalla SC la Roda-Reda, ancora una volta ha stupito. È incredibile come in una frazione di appena 1.200 anime si riesca a raccogliere i soldi e le forze per organizzare una gara nazionale Elite/Under di assoluto livello, appetita da moltissimi Team e da quasi tutti i migliori. Un unicum di accoglienza, umiltà, efficienza e sicurezza, di cui si ha tanto bisogno per respirare l’idea che lo sport è davvero il frutto di chi si prodiga per una vita migliore.
Concetti, valori e modi di essere, che insieme al fare della responsabilità, rendono quasi logico, per quanto insolito o addirittura straordinario che un Prefetto partecipi all’evento, per portare il proprio incoraggiamento all’apertura della riunione pre-gara, rendere omaggio ai Caduti del paese e poi, insieme al sindaco, dare il via ad una splendida gara tanto bella quanto fortunata: neppure una goccia di pioggia, quando intorno molti frutteti delle belle campagne faentine venivano sfracellati dalla tempesta.
Questo è accaduto a Reda, e certamente non a caso, con il Prefetto di Ravenna Castrese De Rosa accolto con orgoglio dagli organizzatori e dal sindaco di Faenza Massimo Isola.
«Sono qui», ha esordito il prefetto, «per ringraziare la Sc “La Roda-Reda”, il suo presidente Danilo Costa e tutto il suo staff, per quanto hanno dimostrato di saper fare, mettendo in campo lo spirito vero di quel “protocollo” che nella provincia di Ravenna abbiamo sottoscritto e che vede, per le gare ciclistiche, il massimo coordinamento tra organizzatori, prefettura, questura, provincia, comuni e forze di polizia, affinché l’evento, oltreché renderlo possibile e sicuro, rispecchi e premi anche le migliori energie dei nostri territori, quelle forze così ricche di volontariato che sanno portare beneficio alla comunità risolvendo da sole ogni tipo di problema».
E ancora: «Un Prefetto non può che stare in mezzo a questa gente! Sono qui, inoltre, per ringraziare voi, direttori sportivi, per avere portato qui i vostri atleti e per l’attività meritoria che svolgete, che io so apprezzare molto bene avendo fatto per diverso tempo anche il giornalista sportivo. Grazie a tutti per la squisita ospitalità che mi avete offerto e complimenti per la preziosa opera dei direttori di corsa, scorte tecniche e ASA, che qui nella nostra provincia sono una risorsa imprescindibile per la sicurezza delle gare, in perfetta sintesi con quanto in questi casi disposto dal Questore e dai vari Comandi delle nostre Forze di Polizia».
Sindaco e Prefetto che poi non hanno avuto bisogno di andare al ristorante, perché in una altra stanza del Circolo Arci, la volontaria e “azdora” Chiara aveva cotto i cappelletti, l’immancabile piadina, riempito il tagliere di affettati e formaggi locali, più la classica ciambella come dolce. Come dire: un pasto preparato in casa, con prodotti di casa, consumato in casa.
Anche questo è “La Roda-Reda”, così come lo è ancora l’ex presidente Picio (Calderoni Giovanni), storica figura di questo sodalizio, oggi perfetto addetto all’antidoping, la cui simpatia e passione ha portato, nel tempo, i migliori gruppi sportivi alla Coppa Caduti di Reda, anche quando questa, per oltre 40 anni, è stata una normalissima gara regionale, divenuta nazionale solo per le regole decise dalla FCI.
“La Roda-Reda” è infine anche la bella sorpresa di vedere, prima come addetta agli accrediti e poi come lavagna in moto, la direttrice di corsa Latifa Benharara, che con il suo saper parlare bene le lingue estere, ha messo tutti a proprio agio, specie gli accompagnatori e i tecnici delle squadre oltre confine.
Si è vero, c’è stata anche la corsa, una corsa straordinaria: 193 ragazzi di 34 Team, vinta dalla giovane promessa Lorenzo Nespoli (Colpak Ballan), un primo anno che batte i suoi tre compagni di fuga. Ma questa è cronaca sportiva, che già altri hanno raccontato nel modo giusto e col giusto valore.