Jonathan Milan ha vissuto un 2022 intenso, tra gioie, ma anche difficoltà che hanno minato una stagione che è comunque stata splendente e magica. Il ventiduenne friulano, da sempre diviso tra pista e strada, ha affrontato il secondo anno tra i prof in seno alla Bahrain Victorious con cui ha firmato anche per il 2023, la squadra non ha mai mancato di supportarlo e stargli accanto anche in quei lunghi mesi di stop in cui la stagione sembrava doversi archiviare troppo presto. Eppure Jonathan aveva iniziato alla grande con buoni risultati negli Emirati e la sua prima Milano Sanremo con la vittoria del compagno Mohoric, poi un problema all’addome lo ha costretto lontano dalle gare fino a luglio, quindi passo dopo passo è riuscito a raggiungere anche la prima vittoria su strada da professionista.
«Ho iniziato la stagione con il Saudi Tour, l’Uae Tour e la Sanremo, mi sono trasferito al Nord per le prime classiche e da lì ho iniziato a stare male. Per più di due mesi non sono riuscito a toccare la bici e mi sono anche seriamente preoccupato, avevo un problema che non riuscivo a sistemare - racconta Jonathan -: al terzo mese ho provato a ripartire, ma ormai la stagione era andata, recuperare sembrava praticamente impossibile. Sono ritornato in gara a fine luglio con il Giro di Polonia, poi ho corso in Germania e lì sono arrivati i primi risultati positivi. Devo ammettere che inizialmente ero sorpreso, dopo tutto ero rimasto fermo a lungo e non potevo aver di certo il miglior colpo di pedale, i dubbi erano tanti e addirittura non ero sicuro di poter terminare le gare. Alle mie spalle però ho avuto una squadra che mi ha supportato in tutto e per tutto, mi ha dato quella tranquillità che mi mancava. Soltanto con l’impegno e con la serenità sono riuscito a raggiungere la mia prima vittoria tra i professionisti».
Jonathan analizza la sua stagione con uno sguardo lucido e con una consapevolezza che pare appartenere ad un corridore navigato, il friulano è giovanissimo eppure alle spalle ha già una luminosa carriera che lo ha portato sul tetto del mondo. «Fin da bambino quando ho iniziato a correre, ho imparato ad avere una certa disciplina. Se si ha un sogno per cui lottare, se si vuole raggiungerlo a tutti i costi, nulla sarà mai impossibile, l’impegno negli allenamenti e la forza in gara verranno di conseguenza. L’importante è essere consapevole dei propri mezzi, vedere ciò che è giusto, ma anche essere pronti ad ammettere se c’è qualcosa che non va ed essere così pronti a rimediare» prosegue Jonathan.
Dopo il Giro di Germania per lui è stato tutto un crescendo, nella prima tappa del Giro di Croazia è riuscito a raggiungere il sogno che aveva sin da quando è salito in bici la prima volta: vincere tra i professionisti.
«Vincere una gara su strada è sempre stato il mio obiettivo, ma è un conto è pensare a qualcosa ed un altro è riuscirci veramente. L’ho sognata tanto, ma quando ho alzato le braccia al cielo praticamente non ci credevo, è stato emozionante, ma anche stranissimo, ce l’avevo fatta. Poi il successo del giorno dopo è stato ancora qualcosa in più, pazzesco».
L’emozione del Giro di Croazia è stata tanta, sia per Jonathan sia per chi da casa seguiva le sue imprese. Una vittoria speciale, rincorsa a lungo ma che di certo lui per primo non si sarebbe mai aspettato che arrivasse così, in una stagione travagliata quando tutto sembrava ormai perduto. Il successo nelle due tappe è in realtà la ciliegina sulla torta di una seconda parte di stagione in cui ha collezionato piazzamenti ed ottimi risultati a cui si sono aggiunte le conferme in pista dove è ormai diventato uno dei caposaldi della nazionale.
«Conciliare strada e pista non è mai facile, ma ho la fortuna di essere in una squadra in cui mi trovo bene e che già da inizio anno mi aiuta a fare un’ottima programmazione, una volta che si ha quello praticamente è tutto più facile - prosegue Milan -. I mondiali su pista mi hanno regalato tante emozioni, sono stato contento dell’argento nel quartetto anche se avremmo potuto fare ancora meglio, mentre sono stato felicissimo del secondo posto nell’inseguimento individuale: il mio obiettivo era battere me stesso e ci sono pienamente riuscito, ho battuto il mio record personale e sono riuscito a mettere a frutto mesi e mesi di allenamento. Ora non mi rimane altro che impegnarmi ancora di più e devo dire che sia in squadra che in nazionale sono in ottime mani.»
Ormai il 2022 è agli sgoccioli e per Jonathan è già tempo di pensare alla prossima stagione. I programmi sono per il momento solo abbozzati, ma inizierà con il Saudi Tour per poi trasferirsi in pista per gli europei di Grenchen dove sono in palio punti per la qualificazione olimpica per Parigi 2024.
«Mi piacerebbe correre il mio primo grande giro, fare esperienza, aiutare la squadra e chissà, magari provare a ritagliarmi qualche spazio. Sono tante le cose che ho in mente, ma nel mio cuore ci sono le classiche, prima di tutto la Milano-Sanremo e la Parigi-Roubaix. Ho avuto modo di correrle entrambe e mi ricordo l’emozione prima del via, sono particolarmente affezionato ad esse, le seguivo da bambino e poi perché nelle vittorie fatte dai miei compagni, Mohoric e Colbrelli c’è anche una parte di me» prosegue Milan svelandoci che il suo grande sogno è vincere una classica, una di quelle corse magiche che vedeva in televisione e che poi ha avuto l’onore di poter correre. Riemerge la sua emozione guardando cosa ha lasciato e accogliendo cosa lo aspetta, nel 2023 gli appuntamenti sono davvero tanti, lo aspetta un anno intenso e decisivo per cui si riserva un augurio speciale: migliorarsi ancora ma soprattutto divertire e divertirsi facendo ciò che ama.