Un altro prezioso cimelio si è aggiunto alla già grande collezione del museo del Ghisallo: ieri pomeriggio infatti in cima al monte caro ai ciclisti è arrivato Andrea Devicenzi con un regalo molto speciale. Andrea, atleta paralimpico di 49 anni, nel mese di luglio è stato il protagonista di un’autentica avventura: in sella alla sua bici infatti ha pedalato per più di 2000 chilometri intorno all’Islanda, 21 tappe praticamente da solo. Si tratta dell’ultima delle molte imprese che hanno visto protagonista un uomo che non ha mai pensato di arrendersi di fronte alla vita, ma di porsi continue sfide per scoprire il mondo e se stesso. 32 anni fa un incidente in moto gli ha portato via la gamba sinistra, da quel momento tutto è cambiato per sempre, ma ha anche capito che l’arresa non è un vocabolo che gli appartiene.
«Qui ci sono le maglie di chi ha fatto la storia del ciclismo, uno sport che amo e che pratico dal 2007 - dice Andrea a tuttobiciweb - è bello lasciare una traccia della mia attività che è un po’ diversa da quella che normalmente si pratica. Per me non c’è competizione e nemmeno ci sono in palio medaglie, è qualcosa che va oltre il semplice concetto di gara, si ha una meta, ma l’avversario non è chi abbiamo di fianco, siamo noi stessi. È un modo di concepire il ciclismo che sta prendendo sempre più piede così come la bici gravel che io ho usato proprio in quelle settimane in Islanda.».
C’è dell’emozione sul volto di Andrea Devicenzi mentre consegna una maglia indossata durante l’impresa in Islanda direttamente al presidente Antonio Molteni. Poi si prende del tempo per guardarsi intorno ed ammirare le molte maglie appartenute ai grandi campioni. Insieme alla maglia Andrea ha regalato anche una fotografia, lo ritrae a Diamond Beach mentre addenta un pezzo di ghiaccio, uno dei momenti più emozionanti dell’intero viaggio. «Durante il viaggio di momenti emozionanti c’è ne sono stati tanti, ma penso che quello a Diamond Beach sia il più significativo tra tutti - ci dice - in quella spiaggia ci sono disseminati iceberg di migliaia di anni, si possono toccare pezzi di storia. Così come i grandi campioni morsicano la medaglia quando vincono ecco che io mi metto in bocca un pezzo di ghiaccio, il simbolo della mia impresa».
E’ stato grazie a Carlo Ottolina, ormai da anni nel mondo del ciclismo, in particolare in quello femminile e paraolimpico, che Andrea e il Ghisallo si sono incontrati. Da ieri il museo del ciclismo può vantare una maglia del tutto unica. «Spero che da oggi qualcuno entrando nel museo venga attratto dalla mia maglia, non tanto per conoscere me, quanto piuttosto per capire la storia che c’è dietro, la possibilità di partire all’avventura e di scoprirsi giorno dopo giorno.» ci spiega Andrea che pezzo dopo pezzo ci racconta, ancora una volta, quella fantastica impresa. Sono passati diversi mesi da quanto ha portato a termine le 21 tappe, eppure il ricordo di quelle giornate in sella alla sua vita rimangono cristalline, pulsanti. Le rivive ogni giorno mentre spiega alle persone il suo viaggio o mentre ne scrive nel suo libro che sta preparando, l’Islanda è quel fuoco vivo che non smette mai di scaldare i suoi ricordi.
Andrea si emoziona ancora nel ricordare quei giorni in terra islandese. Per lui che il ciclismo da passione è diventato parte della sua vita, è strano fare parte di un tempio come il museo del Ghisallo. Si definisce un tifoso, ma anche un praticante, un avventuriero che ha fatto delle due ruote un’autentica arma per dimostrare alla vita che è tutto veramente possibile. «In Islanda ho scoperto l’importanza della solitudine, ma questo non significa essere da soli in modo negativo, quanto piuttosto aumentare i sensi e la capacità di ascoltarsi. L’Islanda è un sogno che ho realizzato, ma anche un punto di partenza. » ci dice Andrea che sta già pianificando la prossima avventura in Europa, in sella alla sua bici e non solo. Intanto da ieri la sua maglietta è al Ghisallo appesa è sistemata in un’area tutta speciale, è il primo cimelio di questo genere. Con la bandiera dell’Islanda disegnata sopra è già in trepidante attesa dei visitatori ed è pronta a raccontare loro la storia di un’impresa emozionante e del tutto unica.