Tutti al Tour de Langkawi attendevano la tappa regina e l’aspettativa non è stata delusa. Sulle rampe verso Genting Highlands abbiamo assistito alla battaglia tra Hugh Carthy ed Ivan Ramiro Sosa che non si sono di certo risparmiati nel dare spettacolo. Il colombiano è arrivato in solitaria in mezzo alla nebbia e ha regalato alla Movistar la prima storica vittoria in questa competizione. C’era tanta fatica sul volto di Sosa che dopo il traguardo si è lasciato andare ad un sorriso, la consapevolezza di aver ritrovato il giusto colpo di pedale e la terza vittoria stagionale.
«Sono felicissimo della vittoria di oggi - ha detto Sosa a tuttobiciweb - non è stato un successo solo mio, ma di tutta la squadra: sono stato contento di avere sul podio con me Einer Augusto Rubio, significa che come team abbiamo lavorato davvero bene. Ho già corso il Tour de Langkawi ma non avevo mai affrontato la salita di Genting Highlands, è stata una bella sfida anche perché abbiamo preso la pioggia in discesa e non è stato facile correre proprio in mezzo alla tempesta. Sono davvero soddisfatto anche perché è la prima storica vittoria della Movistar in questa corsa».
Sosa è stato protagonista di una bel duello fianco a fianco di Hugh Carthy, i due erano tra gli atleti più attesi già da questa mattina a Putrajaya e hanno infiammato i cuori dei tifosi «Questa mattina mi sentivo davvero bene e sapevo che avrebbe potuto essere la mia occasione. Prima di mettere a lavorare la squadra ho cercato di prevedere i movimenti dei miei avversari, volevo capire la loro vera condizione, i due che temevo di più erano Carthy e Bennett. Quando sono rimasto da solo con Carthy ci siamo intesi subito, sapevamo che dovevamo collaborare se volevamo evitare di essere ripresi e così abbiamo fatto. Ci siamo dati dei cambi regolari, poi verso il finale ho cercato il momento migliore per attaccare, nell’ultimo chilometro la strada si è impennata di nuovo ho alzato il ritmo e appena ho visto che stavo guadagnando un bel margine non ho fatto altro che spingere sui pedali» ci ha spiegato un soddisfatto Sosa che ora può vantare la maglia gialla di leader della generale. La prossima tappa decisiva sarà la penultima con arrivo a Gunung Raya, ma per Sosa ci sarà poco da rilassarsi, già da domani proverà ad aiutare la squadra per portare a casa un’altra vittoria, magari in volata.
La Colombia è in festa per la vittoria del portacolori del Team Movistar, ma c’è anche un pizzico di italia in questo arrivo emozionante. Sosa infatti nel 2017 e nel 2018 ha militato nell’Androni Giocattoli e appena ci sente parlare italiano ce lo dice con un grande orgoglio. «Il tempo che ho passato in Italia è stato bellissimo e devo dire che spesso mi manca - ci confida -: molto di quello che ho imparato lo devo a Gianni Savio e al suo team che ha creduto in me sin dal primo momento, se oggi sono qui a vincere lo devo anche a loro. Ho sentito che questa potrebbe essere l’ultima corsa della Drone Hopper, sono tristissimo perché se ne va un pezzo della storia del ciclismo e anche un po’ della mia, so che è difficile ma spero veramente che riescano a trovare un modo per sistemare la situazione. Un team come questo non può sparire».