Abbiamo iniziato il Giro Donne con Chiara Consonni e l’abbiamo finito con lei, come un cerchio che si chiude con un regalo bellissimo. Sbarcati a Cagliari, il suo volto era stato uno dei primi che ci eravamo trovati davanti ad accoglierci in un albergo a Quartu Sant’Elena che il gruppo giornalisti divideva con altre squadre tra cui il team Valcar Travel Service. La bergamasca si presentava alla corsa rosa con un’emozione gigantesca e con uno spirito avventuriero che ormai abbiamo imparato a conoscere. Per 10 giorni l’abbiamo accompagnata tappa dopo tappa, tra un sorriso e una battuta ogni mattina ci salutava dandoci appuntamento alla volata successiva: «Presto vi farò una sorpresa» ci diceva Chiara un po’ scherzando, ci faceva l’occhiolino contando prima i giorni che la separavano dalla frazione di Bergamo e dopo dal gran finale. La giovane bergamasca ha animato il gruppo con la sua simpatia, ma senza mai perdere i suoi obiettivi, scherzava, ma alzata la bandierina metteva la testa nella tappa cercando di fare bene e di migliorarsi, voleva un podio, ma mai si sarebbe aspettata che sarebbe arrivata una vittoria spettacolare proprio nella tappa conclusiva, la Abano Terme a Padova.
«Non ci credo, cosa ho appena fatto?» dice Chiara Consonni appena tagliato il traguardo. Si prende un attimo di tempo per urlare al cielo, una vera e propria liberazione e poi passa a ringraziare le sue compagne. Le fa passare una ad una, le abbraccia ancora e ancora cercando un modo di convincersi di quello che ha appena fatto. «Questa mattina mi sono svegliata con una carica assurda - racconta Chiara a tuttobiciweb -: Silvia Persico, la mia compagna di stanza, mi chiedeva cosa mi stesse passando per la testa perché ero veramente su di giri, forse in qualche modo mi sentivo che sarebbe stata una giornata straordinaria, ci tenevo davvero a fare bene e oggi non abbiamo proprio sbagliato niente»
La vittoria di Chiara conferma ancora una volta che a supportarla c’è una squadra unita non solo di compagne, ma soprattutto di amiche. Le ragazze di Davide Arzeni si buttano in ogni tappa, sbagliano ma imparano dai loro errori arrivando a migliorarsi e raggiungere i veri obiettivi. «Nelle prime volate abbiamo sbagliato delle cose, poi, tappa dopo tappa abbiamo provato e riprovato riuscendo poi a correggerci sempre meglio - spiega Chiara - la mia squadra è stata praticamente perfetta, ha creduto in me sin dal primo giorno di gara supportandomi e soprattutto sopportandomi per ben 1’ giorni di gara. A 400 m dall’arrivo Silvia Persico è partita, è stato come d’istinto, mi sono fidata e le sono andata dietro, ero certa che oggi sarebbe successa qualcosa. Poi è stato un testa a testa con Rachele Barbieri, è stato bello perché è una ragazza che conosco da anni, ci alleniamo insieme in pista e so quanto sia forte. Riuscire a vincere è qualcosa di straordinario».
Per Chiara il Giro è sempre stato un sogno, prima sognava di potervi prendere parte, poi di finirlo ed ora che ha in tasca una tappa ha bisogno di ancora un po’ di tempo per fare i conti con le sue emozioni. Esattamente 10 giorni fa l’avevamo vista tagliare il traguardo dei campionati italiani scura in volto, aveva colto una quarta posizione che no, proprio non le andava giù. «Al campionato italiano ero arrabbiatissima, era la mia prima corsa con la maglia delle Fiamme Azzurre, ci tenevo proprio a fare bene, ma non è andata. Sapevo di aver creato delle aspettative e anche un po’ di averle deluse» dice infine Chiara che ha trasformato quella rassegna tricolore in un importante bagaglio di esperienza. A Giro finito ha sicuramente più consapevolezza dei suoi mezzi, è sempre stata una sognatrice e di certo non si fermerà proprio ora. Ad attenderla ci sarà il Tour de France al femminile, ma prima una buona pizza e una festa con tante amiche.