Marta Cavalli dà spettacolo, emoziona e conferma di essere la rivale numero uno di Annemiek Van Vleuten. La ventiquattrenne di Cremona aspettava queste salite sin dai primi giorni in Sardegna, un vero e proprio banco di prova che ha superato con classe e regalando un grande spettacolo. Qualche settimana fa Marta queste salite le aveva provate, studiate a puntino individuandone i punti critici e sapendo dove poteva rischiare, una carta totalmente a suo favore che ha potuto sfruttare per tutta la giornata. Questa mattina alla partenza di Rovereto era serena, sguardo concentrato sulla tattica di gara e con la mente già su quella discesa che avrebbe deciso la tappa, pensava qualcosa, anzi progettava una strategia si è letteralmente animata già sulla salita di Passo Bordala. Marta ha fatto il resto salendo verso Lago di Cei. Con passo regolare provando a tenere testa ad Annemiek Van Vleuten.
«Sono veramente soddisfatta di come sia andata oggi - ci dice immediatamente Marta con un sorriso gigantesco - mi serviva una giornata come questa perché sinceramente non ho mai avuto grandi sensazioni durante questo Giro, a partire dalla tappa di Cesena c’era sempre qualcosa che non andava e non mi rendeva convinta al 100%. Già sapevo che in una corsa a tappe esco sulla distanza e non sulle singole tappe ed oggi ho avuto proprio la conferma di questo. E’ stata una frazione molto veloce, siamo partite con vento a favore e abbiamo ricoperto i primi 20 km in praticamente meno di 25 minuti. Non è stato facile gestire il tratto che anticipava l’inizio della prima salita, c’erano dei passaggi stretti e caotici che ci hanno messo molto in difficolta. Durante la prima scalata ci siamo tutte controllate, abbiamo mandato Brodie Chapman in avanscoperta perché avrebbe potuto aiutarmi nei tratti successivi, cosa che è effettivamente successa. Quando durante la discesa abbiamo saputo che Mavi Garcia era staccata abbiamo fermato Brodie per darci una mano».
Marta conosceva la tappa a puntino la tappa e ha fatto gioco forza per capire dove attaccare le sue avversarie. In salita ha tenuto testa ad Annemiek Van Vleuten salendo con il suo passo senza mai fare un fuori giri «Oggi a differenza di ieri sul passo Maniva, non ci sono stati scatti, siamo salite molto veloci e Annemiek ci ha staccato salendo in progressione. Quando mi sono staccata ho cercato di non perdere la testa, in salite lunghe come queste è necessario restare concentrare e salire con il proprio passo, altrimenti è un attimo fare un fuori giri. Guardate per esempio Mavi, ad un certo punto è letteralmente esplosa, forse, ha pagato la fatica per rientrare in discesa. Dalla radio mi dicevano che guadagnavo nei suoi confronti e la cosa mi spingeva ad andare ancora più forte, poi davanti a me vedevo la Van Vleuten mi sembrava vicinissima» racconta Marta che si è difesa alla grande letteralmente prendendosi la seconda posizione non solo di tappa, ma della generale. Annemiek era sempre lì davanti, come un miraggio che la spronava a pedalare, ancora più forte e a non arrendersi.
Come ci aveva anticipato qualche giorno fa, tutto si è deciso in discesa. Una discesa ripida che Annemiek Van Vleuten ha affrontato tutta d’un fiato, Marta non è stata da meno e ci spiega di conoscerla come le sue tasche. «Conoscevo la discesa, sapevo che avrebbe fatto la differenza e così durante le scorse settimane l’ho provata più e più volte. Quando Annemiek ha sbagliato la traiettoria dalla radio mi hanno avvisato immediatamente, ma sapevo che nonostante questo avrebbe comunque continuato a prendersi dei rischi. Sicuramente conoscere il percorso mi ha dato in grande vantaggio, ma mi è sembrata comunque infinita; c’era vento contrario e spingo molto meno rispetto alla maglia rosa, però ho cercato di giocare le mie carte scendendo a tutta.»
Domani si ritorna a salire, è l’ultima occasione di Marta per tentare un assalto, i numeri ha dimostrato di averli per la generale e anche magari per un successo di tappa. Sono strade che conosce, provate e riprovate e dopo le buone sensazioni della giornata odierna sicuramente la vedremo affondare un attacco.