Sul volto di Juliette Labous è dipinto un sorriso immenso, è seduta sull’asfalto e la pioggia che inizia a scendere dal cielo le bagna il viso. Alla giovanissima francese del Team DSM non pare interessare, è sopraffatta da un’emozione gigantesca di cui poco alla volta sta cercando di fare i conti. Ancora non ci crede, ha vinto una tappa al Giro, una delle più attese in assoluto e sicuramente una delle più complicate. Dopo essere riuscita ad entrare nella fuga di giornata Juliette ha tenuto da sola in testa alla corsa lottando con un gruppo che a distanza recuperava terreno a vista d’occhio. La francese ha già vinto tanto in carriera, tra titoli nazionali e corse di un giorno, ma quella di oggi in cima al Maniva diventa automaticamente la perla della sua carriera.
«Devo ammettere che fin dalla partenza del Giro mi è piaciuta come tappa e ho deciso di correrla all’attacco - spiega Juliette Labous a tuttobiciweb - fin dalla prima ora di gara siamo andate fortissime, ma sapevo che tutto si sarebbe deciso nella salita finale e avremmo dovuto cercare di risparmiare un po’ di forze per poi giocarci il tutto per tutto. E’ stata una vera sfida perché non era detto che il gruppo lasciasse andare via una fuga così numerosa, io le altre 13 ragazze abbiamo voluto provare, ci davamo cambi regolari e ci incitavamo a vicenda. Alla fine mi sono trovata da sola con un vantaggio che continuava a scendere sempre di più, implacabile».
Juliette è rimasta sola al comando quando mancavano poco più di 7 chilometri al traguardo, i cinque minuti di vantaggio sembravano bastare per l’impresa, ma poi improvvisamente il suo piccolo tesoretto ha iniziato a sgretolarsi. Il gruppo incombeva su di lei e a quel punto la sfida è diventato un vero e proprio duello a distanza. «Ero spaventata, credevo di non riuscire ad arrivare perché il vantaggio continuava a scendere molto velocemente, prima o poi mi avrebbero ripreso. Poi però il mio direttore sportivo mi ha detto che avevo ancora 2 minuti di margine e così immediatamente mi sono distesa poteva farcela» ci racconta Juliette con la voce carica di emozione.
I suoi occhi brillano e tra una domanda e l’altra ammette che sta vivendo un sogno che non ha ancora capito di aver realizzato. «Devo un attimo rielaborare il tutto, sono al mio quinto giro e credevo che dopo un po’ l’emozione si sarebbe allentata e invece non è per nulla così. Mi ricordo quando sono arrivata alla corsa rosa per la prima volta, ero stupita da tutto quello che vedevo, ma quest’anno è stato lo stesso. Ora eccomi qui, ho vinto addirittura una tappa, è pazzesco».
Juliette Labous si era presentata al Giro con un obiettivo ben preciso: voleva fare bene nella generale migliorando il settimo posto dell’anno scorso e magari puntando anche a qualcosa di più importante. Il sogno però si è infranto nella tappa di Cesena dove Juliette si è trovata a pagare oltre dieci minuti di fronte ad una scatenata Van Vleuten. «La tappa di Cesena è stata terribile - spiega proprio Juliette Labous - ero venuta al giro per puntare alla generale e invece sono uscita subito di scena. Ero molto delusa e non riuscivo più a trovare una motivazione, ma il mio diesse è intervenuto rassicurandomi, mi ha fatto capire che i giochi non erano affatto chiusi, dovevo semplicemente cambiare obiettivo e così ho fatto. Ho focalizzato le mie energie sulla vittoria di tappa e oggi sono felicissima».
La giovane francese classe ’98 non sta proprio nella pelle, abbraccia ad uno ad uno staff e massaggiatori ringraziandoli del supporto. Poi dedica la vittoria alla famiglia che da lontano la supporta giorno dopo giorno dicendole di non mollare mai. Intanto dopo la corsa rosa correrà in casa con l’emozione di essere al via della sua prima grand boucle. «Quello che ho fatto oggi mi riempie di orgoglio, ma soprattutto è la conferma che quello che sto facendo da inizio anno sta dando i suoi frutti - dice infine Juliette- spero di mantenere questa forma anche al Tour dove punterò a vincere una tappa, soprattutto negli ultimi giorni ci sono molte frazioni adatte alle mie caratteristiche, sarò in casa e spero di avere con me anche tifosi speciali a supportarmi»