Primo anno da U23, primo Giro d’Italia di categoria, prima tappa e prima affermazione per Alberto Bruttomesso. Classe 2003 di Valdagno (Vicenza), il giovane corridore della Zalf Euromobil Desirée Fior aveva già dimostrato in questa prima parte di stagione di essere di avere dei colpi importanti, visto che in poco più di 3 mesi si è portato a casa 5 vittorie, più quella di oggi.
La cosa che ha impressionato in maniera particolare è che è riuscito a vincere con più di una bicicletta di distacco su Casper Van Uden (Team DSM) e Kasper Andersen (Hagens Berman Axeon), due corridori di sicuro talento. «Ci siamo mossi bene nel finale, un mio compagno ha allungato il gruppo nelle ultime centinaia di metri, mi sono piazzato a ruota di Van Uden, che reputavo fosse il velocista più temibile, e sono partito ai 200 metri dall'arrivo – ha detto Bruttomesso -. Ho fatto la volata col 53x11 e ho toccato i 70 km/h se non ho visto male».
E pensare che, fino alla settimana scorsa, Bruttomesso era convinto che non avrebbe neppure fatto il Giro da primo anno. «Non dovevo neanche esserci qui, l'ho saputo solo martedì mattina dopo il forfait di un mio compagno -ha detto ancora -. Ero molto tranquillo, perché arrivavo qua senza pressioni e con la consapevolezza di dover fare prima di tutto esperienza, Sapevo però di stare bene, le ultime gare me lo avevano dimostrato, e sapevo anche potesse essere una tappa adatta a me. Vincere e prendere la Maglia Rosa, però, è un altro paio di maniche».
Il vicentino non si definisce nemmeno un velocista puro, lavora per essere un ciclista abbastanza completo, come i suoi pupilli Wout Van Aert e Mathieu Van der Poel: «Proverò a difendere questa maglia il più a lungo possibile; di solito riesco a cavarmela abbastanza bene nelle brevi salite, mi è capitato di arrivare in gruppetti di circa 30-40 corridori. Vivrò alla giornata, vediamo cosa mi attende i prossimi giorni» ha concluso Bruttomesso.